venerdì 5 giugno 2009
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32 - LE TRE LONGEVITA'
RAPPRESENTAZIONE BIDIMENSIONALE DELLO SPAZIO-TEMPO QUADRIDIMENSIONALE
Ingrandimento circa 250 volte (a) e 1000 volte circa (B) di un foglio di carta
34 - LA MISURAZIONE DEL TEMPO
36 - La luce è fatta di trottoline "fotoni"
ll matematico tedesco HERMANN MINKOWSKI - ll creatore del " CONO DI LUCE " uscente da un punto in una versione bidimensionale dello spaziotempo di Minkowski, con una sola variabile spaziale (Vedi concetti 37 - 38 subito qua sotto)
37 - TEMPO: Passato e Futuro
HENDRIK ANTOON LORENTZ - "Se lo spazio è reale il Tempo deve essere immaginario, e viceversa"
In base ai suddetti concetti 37 e 38, il sonno e il sogno che ho appena paragonato all’eternità e alla vita biologica dell’Esistenza 2 e 3, ottengono la più ampia dimostrazione dal CONO DI LUCE di Minkowski in quanto riproduce esattamente, con le dimensioni Fermioniche del passato e con quelle Bosoniche del futuro, l’identica situazione evolutiva venutasi a creare nel corso di 15 miliardi di anni a partire dal Big Bang, ed anche qui il filmato di Rai uno, nella scena in cui Einstein detta all’infermiera sul punto di morte l’equazione a lei incomprensibile sulla velocità della luce, lo scienziato annunciava la sua morte con l’uscita dal CONO DI LUCE.
Ma non soltanto la frase di Gesù di Nazaret è stata duemila anni dopo intuita e confermata, come appena detto, con la Teoria della Relatività di Einstein, ma anche un'altro grande scienziato quale fu Hendrik Anton Lorenz (1853-1928) vedi foto in alto, contribuì a chiarire ancora di più il significato di quelle parole formulando in modo matematicamente rigoroso che se lo Spazio è reale il Tempo deve essere immaginario, e viceversa; la miscela di Spazio e di Tempo non era come sosteneneva kant, entrambi assoluti e reali, ma nella realtà in cui viviamo e di cui siamo fatti, è necessario avere una delle due componenti di natura "immaginaria".
Ci sono voluti duecento anni di esperimenti galileiani per arrivare a capire la natura "complessa" della miscela di Spazio - Tempo.
Quindi se analiziamo la nostra esistenza biologica nello spazio reale, il Tempo non è quello assoluto che l'orologio ha conteggiato dal giorno della nascita fino all'ultimo giorno di vita, ma quello relaltivo alla longevità del protone il cui rapporto con l'unità di Tempo Fondamentale vale, come raffigurato dalla tabella di cui sopra, ottandadue potenze di dieci.
Una quantità di tempo - com'è l'anno a noi familiare - non è fatto di numeri privi di dimensione ma di istanti di Tempo, per ciascuno dei quali noi facciamo l'approssimazione di ignorare il legame con lo Spazio.
Un'approssimazione giustificata dal fatto che le misure degli istanti di Tempo, necessari per scandire il ritmo della nostra esistenza, sono terribilmente grossolane rispetto agli effetti dovuti alla inscindibilità della miscela "complessa" di Spazìo e di Tempo,
E' questa miscela che ci dà il sapore della realtà, senza che sia mai possibile separare le due componenti.
Teniamo presente, che la curvatura dello spazio tempo dovuta alla forza gravitazionale intuita da Einstein e confermata nel 1919 con il famoso esperimento dell'eclissi di sole, è perfettamente allineata alla struttura subnucleare del nucleone (protone, neutrone ed elettrone) che contiene le altre 43 dimenzioni, di cui una sola del tempo, che sono rimaste arrottolate nello spazio estremamente piccolo del nucleone, (dell'ordine di un pentilione di centimetro), mentre l'attuale quadridimenzionale spazio tempo si è dispiegato nel momento del Big Bang dando origine all'universo a noi famigliare.
Appurato scientificamente che il nucleone è indistruttibile e che continuerà a "dirigere" gli avvenimenti visibili e invisibili sulla nostra esistenza, è chiaro, a questo punto, che gli eventi miracolosi ancora irrisolti dalla Scienza, continueranno a verificarsi, non solo durante la vita biologica dell'uomo, ma anche quando la struttura biologica umana terminerà il suo ciclo vitale con la morte.
Il fatto che i "cosidetti miracoli"di Gesù di Nazaret e di tutti gli altri esseri umani post mortem, continuino a verificarsi, è la prova che il nucleone è vivo ed eterno, o se si vuole è la conferma della vericità degli effetti ancora sconosciuti scientificamente, prodotti dal nucleone durante il corso della vita biologica.
Ma il nucleone vivo ed eterno esercitava i suoi effetti visibili anche attraverso i miracoli che si trovano già nella Bibbia ebraica proprio nell'ambito della liberazione di Israele dall'Egitto: le dieci piaghe d'Egitto, il roveto che arde ma non si consuma, il fumo, il tremore e il suono sul monte Sinai, il piovere dal cielo della manna e delle quaglie, più avanti il crollo delle mura di Gerico, tutte le guarigioni dei malati e le resurrezione dei morti e l'ascesa al cielo di Elia sul carro infuocato?
Miracoli che continuano nel Nuovo Testamento.
Cosa va attribuito agli effetti subnucleari del nucleone tutto ciò.
Senza voler ferire i sentimenti religiosi di nessuno, se si vuole rendere giustizia ai racconti miracolosi della Bibbia, occorre soprattutto rendersi conto delle fondamentali differenze tra la comprensione biblica della realtà e quella moderna.
Gli uomini dei tempi della Bibbia non erano affatto interessati a quello che preme così tanto agli scienziati dell'epoca tecnologica di oggi: le leggi naturali.
Non si pensava scientificamente, perciò non si intendevano i miracoli come violazione delle leggi naturali .
La critica biblica storica ha mostrato che molti avvenimenti straordinari, che non creavano alcun problema alla fede dell'uomo di allora, potevono essere ricondotti a eventi naturali usuali in Palestina o nei Paesi vicini.
BLAISE PASCAL Ha certamente contribuito a fondare il calcolo delle probabilità
41 - ANATOMIA DELL'ATEISMO
MOSE'
MAOMETTO
CONFUCIO
BUDDHA
GANDHI
DALAI LAMA
IL CORPO E IL SANGUE DI GESU DI NAZARET
LA MORTE BIOLOGICA IN CROCE DI GESU' DI NAZARET
47 - MORTE BIOLOGICA ESISTENZA 3
LABERT EINSTEIN - " DIO NON GIOCA A DADI "
DAL FILM SU RAI UNO "ALBERT EINSTEIN" / THE FILM ON RAI UNO "ALBERT EINSTEIN
47 Bis - L' EMBLEMA DI EINSTEIN = LA VITA ETERNA IN CUI LA MASSA DEL CORPO (m) E L' ENERGIA VITALE (E) SONO EQUIVALENTI
ENRICO FERMI e PAUL ADRIEN MAURICE DIRAC PADRI FONDATORI DELLE NUOVE DIMENSIONI DELLO SPAZIO TEMPO DETTO DI "FERMI - DIRAC"
LA SINDONE = LA PROVA DI TRASLAZIONE DELLA MASSA IN ENERGIA
COMPOSIZIONE MOLECOLARE DEL SANGUE
CIRCOLAZIONE ARTERO - VENOSA DELLA ESISTENZA 3 - LA FUNZIONE DELL' APPARATO CIRCOLATORIO, COSTITUITO DAL CUORE, ORGANO MOTORE CENTRALE, E DEI VASI ARTERIOSI E VENOSI, ORGANI DI DISTRIBUZIONE PERIFERICA, E' QUELLA DI PROVVEDERE ALLA DISTRIBUZIONE DELLE SOSTANZE NUTRITIVE DEL SANGUE E DELL' OSSIGENO AI DIVERSI TESSUTI E DI ASPORTARE LE SCORIE DA ESSI PRODOTTE, CHE SONO ELIMINATE ATTRAVERSO ALTRI MECCANISMI
IL CUORE DEL CORPO UMANO (ESISTENZA 3) - ESSO E' SITUATO NELLA CAVITA' TORACICA, FRA I DUE POLMONI. E' L' ORGANO CENTRALE MOTORE DELLA CIRCOLAZIONE SANGUINEA, E COME TALE PUO' ESSERE PARAGONATO A UNA POMPA CHE ESERCITA SUL SANGUE UNA SPINTA CIRCOLATORIA MEDIANTE IL TESSUTO MUSCOLARE CHE COSTITUISCE LA MASSIMA PARTE DELLE SUE PARETI. L' ATTIVITA' DEL CUORE E' AUTOMATICA: CIOE' LO STIMOLO CHE PROMUOVE LA CONTRAZIONE SORGE NELL' INTERNO DELL' ORGANO CHE E' SEDE DEL MOVIMENTO
UGUAGLIANZE TRA L’ESISTENZA N. 3 COMPOSTA (A PARTIRE DA SINISTRA) IL PROGETTISTA CAV. ALDO GARIGLIETTO BRACHET, IL MONTATORE SCALABRIN E IL COLLAUDATORE CARIGNANO E L’ESISTENZA 1 COMPOSTA DA POMPA CENTRIFUGA VERTICALE DA 28 POLLICI PER IRRIGAZIONE A SCORRIMENTO COME DA DIAGRAMMA DI FLUSSO SEGUENTE
50-DIO SI E FATTO UOMO CORRISPONDE ALL'INFINITO CHE SI E FATTO FINITO
GARIGLIETTO ITALIANO PARTE 2
32 - LE TRE LONGEVITA'
32 - LE TRE LONGEVITA'
Attenzione!
Nella tabella di sopra, "IL TEMPO MASSIMO CONCEPIBILE" sono confrontate le tre grandezze in anni relative all'uomo, all'universo e alla più piccola particella indistruttibile: il protone.
Oggi il tempo lo misuriamo con un'altissima precisione.
Il prof. Antonino Zichichi, nel 1965, è riuscito a misurare il tempo di volo delle particelle di antimateria con una precisione mai prima raggiunta: cento millesimi di miliardesimi di secondo.
Nella tabella sottostante sono invece raffigurate l'insieme delle dimensioni bosoniche e fermioniche che formano il SUPERSPAZIO: quella entità che nasce dalla struttura bosonica e fermionica del Creato.
Il che vuol dire: oltre alle dimensioni bosoniche del Tempo e dello Spazio a noi famigliari, è necessaria l'esistenza di un numero molto più grande di dimensioni fermioniche.
Non è un dettaglio di poco conto. Come sostiene il prof. Zichichi nel suo libro "L'irresistibile fascino del tempo", fintantochè siamo in una realtà con dimensioni bosoniche è possibile andare avanti e indietro.
Invece in una realtà con dimensioni fermioniche andare avanti e indietro non è così semplice.
Tant'è che volendo restare esattamente nelle condizioni identiche a quelle di partenza, tornare indietro è impossibile.
Il prof. Antonino Zichichi, nel 1965, è riuscito a misurare il tempo di volo delle particelle di antimateria con una precisione mai prima raggiunta: cento millesimi di miliardesimi di secondo.
Nella tabella sottostante sono invece raffigurate l'insieme delle dimensioni bosoniche e fermioniche che formano il SUPERSPAZIO: quella entità che nasce dalla struttura bosonica e fermionica del Creato.
Il che vuol dire: oltre alle dimensioni bosoniche del Tempo e dello Spazio a noi famigliari, è necessaria l'esistenza di un numero molto più grande di dimensioni fermioniche.
Non è un dettaglio di poco conto. Come sostiene il prof. Zichichi nel suo libro "L'irresistibile fascino del tempo", fintantochè siamo in una realtà con dimensioni bosoniche è possibile andare avanti e indietro.
Invece in una realtà con dimensioni fermioniche andare avanti e indietro non è così semplice.
Tant'è che volendo restare esattamente nelle condizioni identiche a quelle di partenza, tornare indietro è impossibile.
Queste caratteristiche complesse del Superspazio l'uomo non le ha scoperte lavorando di fantasia ma ponendo domande a Colui che ha fatto il mondo. L'idea che potessero esistere dimensioni tanto radicalmente diverse, come sono le dimensioni fermioniche e bosoniche, è venuto dallo studio delle moderne pietre galileiane: protoni(p), neutroni(n) ed elettroni (e).
La luce ha proprietà "bosoniche", le pietre invece hanno proprietà "fermioniche".
In un teatro con mille posti non possiamo fare entrare diecimila spettatori. Motivo: gli spettatori obbediscono alla legge statistica di "Fermi-Dirac".
La luce ha proprietà "bosoniche", le pietre invece hanno proprietà "fermioniche".
In un teatro con mille posti non possiamo fare entrare diecimila spettatori. Motivo: gli spettatori obbediscono alla legge statistica di "Fermi-Dirac".
Questa legge dice che "Per ciascun elemento un posto. Non possono stare più di due persone nello stesso posto".
Il principio di impenetrabilità dei corpi ha le sue radici nella struttura fermionica delle moderne pietre galileiane (p,n,e).
Se gli spettatori di quel teatro avessero le stesse proprietà statistiche della luce - che ha natura bosonica - allora in quel teatro con mille posti potremmo mettere non mille, ma diecimila, centomila, un milione di spettatori; insomma quanti se ne vuole.
Il principio di impenetrabilità dei corpi ha le sue radici nella struttura fermionica delle moderne pietre galileiane (p,n,e).
Se gli spettatori di quel teatro avessero le stesse proprietà statistiche della luce - che ha natura bosonica - allora in quel teatro con mille posti potremmo mettere non mille, ma diecimila, centomila, un milione di spettatori; insomma quanti se ne vuole.
RAPPRESENTAZIONE BIDIMENSIONALE DELLO SPAZIO-TEMPO QUADRIDIMENSIONALE
RAPPRESENTAZIONE BIDIMENSIONALE DELLO SPAZIO-TEMPO QUADRIDIMENSIONALE
Lo spazio-tempo è composto da quattro dimensioni, tre di spazio e una di tempo, cosa poco famigliare, ed è quindi più facile considerarlo in due sole dimensioni, come mostrato in questa figura.
Fortunatamente lo spazio bidimensionale illustra molte caratteristiche di quello quadridimensionale, costituendo una comoda semplificazione.
Il disegno (a) mostra che lo spazio (e lo spazio-tempo) assomiglia a un taglio di tessuto elastico; la griglia riportata serve a mostrare che, se non occupato da nulla, il “tessuto” dello spazio-tempo è piatto e imperturbato.
Il disegno (b) descrive il notevole cambiamento subito dal nostro spazio-tempo bidimensionale nel caso in cui vi venga posto sopra un corpo.
Questo secondo disegno potrebbe rappresentare la deformazione causata nello spazio-tempo dalla massa del Sole, un po’ come una pedana elastica che si incurva sotto il peso di una palla di bowling. In effetti, l’analogia con la pedana elastica può essere ampliata.
Se la palla da bowling rappresenta il Sole, è allora possibile lanciare nella sua orbita una pallina da tennis rappresentante la Terra, come nel disegno (c).
La pallina da tennis crea una piccola fossetta nella pedana, che si sposta insieme a essa.
Se volessimo creare un modello della Luna, potremmo tentare di lanciare una biglia nella fossetta generata dalla pallina da tennis e farla ruotare intorno a quest’ ultima, mentre la pallina da tennis e la sua fossetta ruoterebbero a loro volta nell’incavo creato dalla palla da bowling.
All’atto pratico, ogni tentativo di riprodurre un sistema complesso su una pedana elastica fallisce in fretta, in quanto l’attrito del tessuto della pedana turba il movimento naturale degli oggetti.Ciò nonostante, Einstein sosteneva che erano proprio fenomeni come quelli riscontrati sulla pedana ad avere realmente luogo nel tessuto dello spazio-tempo.
gli sentiva di avere capito che la mela di Newton cade verso la Terra poiché precipita nella cavità profonda creata nello spazio-tempo dalla massa del pianeta.
La presenza di corpi nello spaziotempo dà vita a una relazione a due sensi.
La forma dello spaziotempo influisce aul moto dei corpi e, allo stesso tempo, questi stessi corpi determinano la forma dello spaziotempo.
In altre parole, gli incavi dello dello spaziotempo che guidano il Sole e i pianeti sono generati dal Sole e dai pianeti stessi.
John Wheeler, tra i maggiori relativisti generali del XX secolo, riassunse la teoria nella massima:”La materia dice spazio come curvarsi; lo spazio dice materia come muoversi”.
Pur avendo sacrificato la precisione a favore dell’efficacia, la massima di Weeler rappresenta comunque un sunto conciso dell’affermazione di Einstein.La teoria della flessibilità dello spaziotempo poteva sembrarre folle, ma Einstein era convinto della sua esattezza.In base ai suoi criteri estetici personali, la relazione tra lo spaziotempo flessibile e la gravità doveva essere vera, o, come si espresse Einstein: “Giudicando una teoria, mi chiedo se, nei panni di Dio, avrei dato quest’ordine al mondo”.
Tuttavia, per convincere il resto del mondo della correttezza delle sue idee, Einstein doveva elaborare una formula che riassumesse la sua teoria.
La sfida più grande consisteva nel trasformare la nozione piuttosto vaga di spaziotempo e gravità sopra descritta in una teoria formale della relatività generale, calata all’interno di una rigorosa struttura matematica.
Ci sarebbero voluti otto anni di ardua ricerca teorica prima che Einstein riuscisse ad avvalorare la propria intuizione con un’a argomentazione matematica dettagliata e ragionata, anni nei quali lo scienziato subì pesanti battute d’arresto e dovette superare momenti in cui i calcoli sembravano non stare in piedi.
A volte lo sforzo intellettuale spingeva Einstein ai limiti dell’esaurimento nervoso.
Einstein perseverò, sopportò il proprio calvario e, nel 1915, portò infine a compimento la teoria della relatività generale.
Come Newton, Einstein aveva finalmente elaborato una formula matematica per spiegare e calcolare la forza di gravità in qualsiasi situazione concepibile, sebbene in materia molto diversa e basandosi su una premessa completamente differente: l’esistenza di uno spaziotempo flessibile.
(Ricavato da "BIG BANG"di Simon Singh)
Aldo
18/06/09
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Fortunatamente lo spazio bidimensionale illustra molte caratteristiche di quello quadridimensionale, costituendo una comoda semplificazione.
Il disegno (a) mostra che lo spazio (e lo spazio-tempo) assomiglia a un taglio di tessuto elastico; la griglia riportata serve a mostrare che, se non occupato da nulla, il “tessuto” dello spazio-tempo è piatto e imperturbato.
Il disegno (b) descrive il notevole cambiamento subito dal nostro spazio-tempo bidimensionale nel caso in cui vi venga posto sopra un corpo.
Questo secondo disegno potrebbe rappresentare la deformazione causata nello spazio-tempo dalla massa del Sole, un po’ come una pedana elastica che si incurva sotto il peso di una palla di bowling. In effetti, l’analogia con la pedana elastica può essere ampliata.
Se la palla da bowling rappresenta il Sole, è allora possibile lanciare nella sua orbita una pallina da tennis rappresentante la Terra, come nel disegno (c).
La pallina da tennis crea una piccola fossetta nella pedana, che si sposta insieme a essa.
Se volessimo creare un modello della Luna, potremmo tentare di lanciare una biglia nella fossetta generata dalla pallina da tennis e farla ruotare intorno a quest’ ultima, mentre la pallina da tennis e la sua fossetta ruoterebbero a loro volta nell’incavo creato dalla palla da bowling.
All’atto pratico, ogni tentativo di riprodurre un sistema complesso su una pedana elastica fallisce in fretta, in quanto l’attrito del tessuto della pedana turba il movimento naturale degli oggetti.Ciò nonostante, Einstein sosteneva che erano proprio fenomeni come quelli riscontrati sulla pedana ad avere realmente luogo nel tessuto dello spazio-tempo.
gli sentiva di avere capito che la mela di Newton cade verso la Terra poiché precipita nella cavità profonda creata nello spazio-tempo dalla massa del pianeta.
La presenza di corpi nello spaziotempo dà vita a una relazione a due sensi.
La forma dello spaziotempo influisce aul moto dei corpi e, allo stesso tempo, questi stessi corpi determinano la forma dello spaziotempo.
In altre parole, gli incavi dello dello spaziotempo che guidano il Sole e i pianeti sono generati dal Sole e dai pianeti stessi.
John Wheeler, tra i maggiori relativisti generali del XX secolo, riassunse la teoria nella massima:”La materia dice spazio come curvarsi; lo spazio dice materia come muoversi”.
Pur avendo sacrificato la precisione a favore dell’efficacia, la massima di Weeler rappresenta comunque un sunto conciso dell’affermazione di Einstein.La teoria della flessibilità dello spaziotempo poteva sembrarre folle, ma Einstein era convinto della sua esattezza.In base ai suoi criteri estetici personali, la relazione tra lo spaziotempo flessibile e la gravità doveva essere vera, o, come si espresse Einstein: “Giudicando una teoria, mi chiedo se, nei panni di Dio, avrei dato quest’ordine al mondo”.
Tuttavia, per convincere il resto del mondo della correttezza delle sue idee, Einstein doveva elaborare una formula che riassumesse la sua teoria.
La sfida più grande consisteva nel trasformare la nozione piuttosto vaga di spaziotempo e gravità sopra descritta in una teoria formale della relatività generale, calata all’interno di una rigorosa struttura matematica.
Ci sarebbero voluti otto anni di ardua ricerca teorica prima che Einstein riuscisse ad avvalorare la propria intuizione con un’a argomentazione matematica dettagliata e ragionata, anni nei quali lo scienziato subì pesanti battute d’arresto e dovette superare momenti in cui i calcoli sembravano non stare in piedi.
A volte lo sforzo intellettuale spingeva Einstein ai limiti dell’esaurimento nervoso.
Einstein perseverò, sopportò il proprio calvario e, nel 1915, portò infine a compimento la teoria della relatività generale.
Come Newton, Einstein aveva finalmente elaborato una formula matematica per spiegare e calcolare la forza di gravità in qualsiasi situazione concepibile, sebbene in materia molto diversa e basandosi su una premessa completamente differente: l’esistenza di uno spaziotempo flessibile.
(Ricavato da "BIG BANG"di Simon Singh)
Aldo
18/06/09
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33 - L'UNIVERSO SUBNUCLEARE DEL PROTONE /
33 - L'UNIVERSO SUBNUCLEARE DEL PROTONE
Dal punto di vista delle quantità misurate, riassumo, con la tabella sottostante, i tempi tipici che riguardano la nostra vita, quella del Cosmo e delle sue strutture, di cui siamo fatti e nelle quali viviamo.
Nell'ultima riga c'è il rapporto tra la longevità del protone e l'Unità di Tempo Fondamentale.
QUESTO RAPPORTO VALE OTTANTADUE POTENZE DI DIECI
Gesù di Nazaret, supposto che pesasse, ad esempio, settanta chili; di questi, trentacinque chili sono la somma della massa dei suoi protoni e trantacinque chili sono dovuti ai neutroni.
Di elettroni ne ha, come chiunque esssere umano del suo stesso peso, un numero esattamente eguale a quello dei protoni (come qualsiasi pezzo di materia, altrimenti ogni cosa risulterebbe elettricamente carica e il genere umano sarebbe sorgente di enormi scariche elettriche come potenti fulmini).
La massa totale degli elettroni è però quattromila volte meno pesante di tutti i protoni e neutroni del suo corpo.
La massa dei suoi elettroni è pertanto di appena diciotto grammi.; ecco perchè nel citare il peso di 70 chili li ho suddivisi in trentacinque chili di protoni e trantacinque chili di neutroni senza preoccuparmi di precisare il contributo dovuto alla massa degli elettroni: inferiore ai cento grammi ( le bilance elettriche di uso famigliare arrivano a una precisione di cento grammi).
L'elettrone è una particella elementare in quanto fatta nient'altro che di se stessa per cui nessuno è riuscito a penetravi, mentre, invece, si è riusciti a penetrare nel cuore dei neutroni e dei protoni.
Nell' interno di un protone c'è un universo totalmente diverso da quello a noi familiare: è l'Universo Subnucleare, con strutture e proprietà che gli scienziati non sono mai riusciti a immaginare e che studieranno nei prossimi decenni.Queste realtà sono dentro di noi: in ciascun protone e neutrone di cui sono fatte le cellule del nostro corpo, inclusi i nostri muscoli e il nostro cervello, che ci permette di studiare questi universi di cui è composta ogni parte di noi stessi.
Ora, come sostiene il Prof. Zichici nel suo libro "L'irresistibile fascino del tempo", nell'Universo Subnucleare gli intervalli di Tempo che sono necessari affinchè qualcosa avvenga sono centesimi di millesimi di miliardesimi di miliardesimi di secondo.
E' INCREDIBILE CHE, PARTENDO DA QUESTE STRAORDINARIE REALTA', NOI SI ARRIVI A DIBATTERE PROBLEMI DI TEMPO COSI' INCREDIBILMENTE LUNGHI QUALE LA DURATA DELLA NOSTRA VITA (cento anni), L'ETA' DELL' UNIVERSO (venti miliardi di anni) O LA LONGEVITA' DEL PROTONE (milioni di miliardi di miliardi di miliardi di anni).
Parlando però di Tempo è necessario fare i conti, come sostiene il Prof. Zichichi, con la Fisica Quantistica che ci insegna a riflettere su qual' è la minima quantità di Tempo che può teoricamente entrare in gioco nella descrizione dei fenomeni fisici.
Il fisico che si pose il problema di quale potesse essere la più piccola quantità di Tempo fu il grande MAX PLANCK. (1858-1947)
Quel gigante della fisica che scoprì la natura quantistica del Creato.
Un pezzo di legno a noi sembra continuo.
Se avessimo occhi per vedere atomi e molecole ci accorgeremmo che la realtà è ben diversa da ciò che i nostri occhi hanno l'illusione di vedere.
I nostri occhi sono sensibili alla luce.
Anche la luce è fatta di "QUANTI": possiamo immaginarli come palloncini.
Le dimensioni sono sui cinque centesimi di millesimi di centimetro.
In un palloncino del genere entrerebbero miliardi di atomi e molecole.
Il palloncino di luce ha dimensioni enormi rispetto a quelle che sono le strutture quantistiche della realtà.
Se i nostri occhi fossero sensibili a palloncini di luce più piccoli noi vedremmo le molecole e gli atomi e ce ne guarderemmo bene dal dire che la realtà in cui siamo immersi è continua.
Ora vi rappresento qua sotto lo schizzo che vuole illustrare quando detto: la luce fatta di trottoline dette "fotoni"
I quanti di luce, detti fotoni, possono essere immaginati come trottoline piccolissime per noi ma enormi se confrontate con le dimensioni di atomi e molecole.
ECCO ALLORA CHE DIVENTA CHIARO IL CONCETTO DELL' ETERNITA' DICHIARATO DA GESU' DI NAZARET: IL SUPERMONDO INCLUSO NEL PROTONE INDISTRUTTIBILE ED ETERNO NON E' VISIBILE AI NOSTRI OCCHI IN QUANTO LA LUCE QUANTIZZATA DEL SOLE E DELLE STELLE HA DIMENSIONI ENORMI RISPETTO A QUELLE DI ATOMI E MOLECOLE .
Infatti ingrandendo circa 250 volte un foglio di carta apparentemente liscio, come si vede nella seguente figura (a), è possibile osservare la struttura dettagliata e le variazioni. Un ingrandimento di 1000 volte circa, come mostra la figura seguente (b), rivela un numero ancora maggiore di dettagli
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Dal punto di vista delle quantità misurate, riassumo, con la tabella sottostante, i tempi tipici che riguardano la nostra vita, quella del Cosmo e delle sue strutture, di cui siamo fatti e nelle quali viviamo.
Nell'ultima riga c'è il rapporto tra la longevità del protone e l'Unità di Tempo Fondamentale.
QUESTO RAPPORTO VALE OTTANTADUE POTENZE DI DIECI
Gesù di Nazaret, supposto che pesasse, ad esempio, settanta chili; di questi, trentacinque chili sono la somma della massa dei suoi protoni e trantacinque chili sono dovuti ai neutroni.
Di elettroni ne ha, come chiunque esssere umano del suo stesso peso, un numero esattamente eguale a quello dei protoni (come qualsiasi pezzo di materia, altrimenti ogni cosa risulterebbe elettricamente carica e il genere umano sarebbe sorgente di enormi scariche elettriche come potenti fulmini).
La massa totale degli elettroni è però quattromila volte meno pesante di tutti i protoni e neutroni del suo corpo.
La massa dei suoi elettroni è pertanto di appena diciotto grammi.; ecco perchè nel citare il peso di 70 chili li ho suddivisi in trentacinque chili di protoni e trantacinque chili di neutroni senza preoccuparmi di precisare il contributo dovuto alla massa degli elettroni: inferiore ai cento grammi ( le bilance elettriche di uso famigliare arrivano a una precisione di cento grammi).
L'elettrone è una particella elementare in quanto fatta nient'altro che di se stessa per cui nessuno è riuscito a penetravi, mentre, invece, si è riusciti a penetrare nel cuore dei neutroni e dei protoni.
Nell' interno di un protone c'è un universo totalmente diverso da quello a noi familiare: è l'Universo Subnucleare, con strutture e proprietà che gli scienziati non sono mai riusciti a immaginare e che studieranno nei prossimi decenni.Queste realtà sono dentro di noi: in ciascun protone e neutrone di cui sono fatte le cellule del nostro corpo, inclusi i nostri muscoli e il nostro cervello, che ci permette di studiare questi universi di cui è composta ogni parte di noi stessi.
Ora, come sostiene il Prof. Zichici nel suo libro "L'irresistibile fascino del tempo", nell'Universo Subnucleare gli intervalli di Tempo che sono necessari affinchè qualcosa avvenga sono centesimi di millesimi di miliardesimi di miliardesimi di secondo.
E' INCREDIBILE CHE, PARTENDO DA QUESTE STRAORDINARIE REALTA', NOI SI ARRIVI A DIBATTERE PROBLEMI DI TEMPO COSI' INCREDIBILMENTE LUNGHI QUALE LA DURATA DELLA NOSTRA VITA (cento anni), L'ETA' DELL' UNIVERSO (venti miliardi di anni) O LA LONGEVITA' DEL PROTONE (milioni di miliardi di miliardi di miliardi di anni).
Parlando però di Tempo è necessario fare i conti, come sostiene il Prof. Zichichi, con la Fisica Quantistica che ci insegna a riflettere su qual' è la minima quantità di Tempo che può teoricamente entrare in gioco nella descrizione dei fenomeni fisici.
Il fisico che si pose il problema di quale potesse essere la più piccola quantità di Tempo fu il grande MAX PLANCK. (1858-1947)
Quel gigante della fisica che scoprì la natura quantistica del Creato.
Un pezzo di legno a noi sembra continuo.
Se avessimo occhi per vedere atomi e molecole ci accorgeremmo che la realtà è ben diversa da ciò che i nostri occhi hanno l'illusione di vedere.
I nostri occhi sono sensibili alla luce.
Anche la luce è fatta di "QUANTI": possiamo immaginarli come palloncini.
Le dimensioni sono sui cinque centesimi di millesimi di centimetro.
In un palloncino del genere entrerebbero miliardi di atomi e molecole.
Il palloncino di luce ha dimensioni enormi rispetto a quelle che sono le strutture quantistiche della realtà.
Se i nostri occhi fossero sensibili a palloncini di luce più piccoli noi vedremmo le molecole e gli atomi e ce ne guarderemmo bene dal dire che la realtà in cui siamo immersi è continua.
Ora vi rappresento qua sotto lo schizzo che vuole illustrare quando detto: la luce fatta di trottoline dette "fotoni"
I quanti di luce, detti fotoni, possono essere immaginati come trottoline piccolissime per noi ma enormi se confrontate con le dimensioni di atomi e molecole.
ECCO ALLORA CHE DIVENTA CHIARO IL CONCETTO DELL' ETERNITA' DICHIARATO DA GESU' DI NAZARET: IL SUPERMONDO INCLUSO NEL PROTONE INDISTRUTTIBILE ED ETERNO NON E' VISIBILE AI NOSTRI OCCHI IN QUANTO LA LUCE QUANTIZZATA DEL SOLE E DELLE STELLE HA DIMENSIONI ENORMI RISPETTO A QUELLE DI ATOMI E MOLECOLE .
Infatti ingrandendo circa 250 volte un foglio di carta apparentemente liscio, come si vede nella seguente figura (a), è possibile osservare la struttura dettagliata e le variazioni. Un ingrandimento di 1000 volte circa, come mostra la figura seguente (b), rivela un numero ancora maggiore di dettagli
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34 - LA MISURAZIONE DEL TEMPO
34 - LA MISURAZIONE DEL TEMPO
35 - L' IBERNAZIONE E LE LEGGI CHE LA GOVERNANO
35 - L' IBERNAZIONE E LE LEGGI CHE LA GOVERNANO
Il corpo umano, sede e supporto del SUPERMONDO INDISTRUTTIBILE INCLUSO NEL NUCLEONE, costituisce una notevole fonte di informazioni, che vengono distrutte dalle tradizionali pratiche dell'autopsia.
Basti pensare, infatti, a quante informazioni un medico legale può ricavare oggi dall'esame del cadavere di uno sconosciuto, anche in avanzato stato di decomposizione, dunque, anche dopo la morte biologica è un vero e proprio"data base", una fonte enorme di informazioni di carattere chimico, biochimico, medico, antropologico, ecc., che, unitamente ad altre potrebbero essere utilizzate dagli scienziati medici del futuro per riportarlo in vita con la nanotecnologia, ossia con quella tecnologia che consentirà, in un futuro più o meno lontano, la manipolazione volontaria dei singoli atomi e molecole e quindi la riparazione e la rianimazione del corpo in Ibernazione, qualora fosse conservata una sufficiente informazione della persona deceduta.
E' stata messa a punto persino una tecnica, molto complessa e molto delicata, per mezzo della quale, da pochi grammi di polvere d'osso, si può determinare quasi sempre il gruppo sanguigno del soggetto.
E' ovvio che, in un corpo conservato a bassissima temperatura, con la tecnologia attuale, per quanto imperfetta essa possa essere, gli scienziati del futuro, potranno reperirvi molte più informazioni di quante gli scienziati attuali possano attingerne da una mummia egizia conservata con una tecnologia primordiale, o da uno scheletro dell'età paleolitica, o dai resti dello stesso uomo del Similaun che, sebbene conservatosi naturalmente nel ghiaccio, presenta pur sempre uno stato di conservazione di gran lunga inferiore a quello che può offrire la tecnologia odierna.
Dato che l'ibernazione, allo stato attuale, non garantisce il ritorno in vita del paziente.
Una soluzione ragionevole per poterla eseguire in Italia, potrebbe essere l'approvazione, da parte del Parlamento, di una legge che la consenta espressamente ai malati terminali ed ai pazienti gravissimi, in fin di vita, prima che compaia lo stato di morte cerebrale, come alternativa all'eutanasia (che in Italia oggi è illegale).
Negli Stati Uniti l'ibernazione Umana è possibile perchè, per la legge di quel paese, un cittadino è legalmente morto subito dopo l'arresto cardiaco. In Italia, invece, questa pratica non può essere attuata in quanto il Regolamento Nazionale di Polizia Mortuaria impone un periodo di osservazione del paziente di 24 ore dopo l'arresto cardiaco, per poter disporre del cadavere che, in questo arco di tempo, ovviamente, và in decomposizione.
Per poter attuare tale procedura in Italia, non è possibile avvalersi neppure della legge sui trapianti, che prevede un periodo di osservazione del di gran lunga minore (6 ore a circolazione attiva), ma che pone, come condizione per intervenire sul paziente stesso, la comparsa della morte cerebrale, uno stato in cui il cervello, sede e supporto materiale della cosciente mente umana e della Persona, è ormai distrutto perchè in questo organo il sangue non circola più. Un aiuto all'ibernazione umana potrebbe derivare, indirettamente, dalle leggi presenti e future sull'eutanasia.
Vediamo come.Il 1° Aprile 2002, in Olanda è entrata in vigore la legge sull'eutanasia approvata dal parlamento il 10 Aprile 2001.
Questa legge consente il suicidio assistito di malati terminali ma con forti limitazioni: il paziente deve essere affetto da un male che causa sofferenze insopportabili ed interminabili; la sua richiesta di morire deve essere volontaria e ponderata; il medico ed il paziente debbono essere convinti che non vi sono terapie alternative.
E' necessario, inoltre, il parere di un altro medico e per i minori il consenso dei genitori.
In Spagna, il codice penale del 1995 non considera più l'eutanasia e il suicidio assistito come un omicidio.
In Belgio è stato approvato un progetto di legge che l'autorizza secondo precise condizioni e procedure.
In Danimarca, dal 1992 il malato incurabile può decidere di sospendere il trattamento medico.
In Francia l'eutanasia è illegale, ma il codice penale distingue tra eutanasia attiva (l'azione che provoca direttamente la morte e che viene assimilata all'omicidio) e l'eutanasia passiva (ovvero l'assenza dell'azione terapeutica
In Germania l'eutanasia è possibile per le persone in coma irreversibile.
In Italia l'eutanasia è illegale, ma il 24 Aprile 2002 un cittadino è stato assolto dall'accusa di omicidio per aver staccato il respiratore alla moglie in coma in ospedale.
L' IMMORTALITA', ALLORA?
Non esatteamente.
Questa prospettiva permetterebbe eventualmente di ringiovanire le cellule, ma non tutto il corpo: le cellule infatti sono solo una parte dell'organismo. Vi sono anche le strutture "materiali", cioè quelle parti del corpo che sono propriamente cellulari e che seguono le inevitabili leggi fisiche di invecchiamento, simili , per esempio, a quelle che fanno invecchiare la gomma.
In altre parole, queste strutture "materiali" del corpo, come il collageno, potrebbero paragonarsi alle mura di una casa.
Anche gli individui se si rinnovassero ALL'INTERNO, O RESTASSERO ETERNAMENTE GIOVANI, (COME IL SUPERMONDO INCLUSO NEL NUCLEONE), le mura invecchierebbero per conto loro come illustrato dalla figura più sotto dal titolo: INVECCHIAMENTO E MORTE DELL'INDIVIDUO DOVUTE ALLE MUTAZIONI SUCCESSIVE DEL DNA .
Naturalmente sarrebbe possibile proteggerle o restaurarle, ma non si vede bene oggi come bloccare del tutto un processo di invecchiamento che dipende da leggi non biologiche ma fisiche.
Aldo
05/05/08
Il corpo umano, sede e supporto del SUPERMONDO INDISTRUTTIBILE INCLUSO NEL NUCLEONE, costituisce una notevole fonte di informazioni, che vengono distrutte dalle tradizionali pratiche dell'autopsia.
Basti pensare, infatti, a quante informazioni un medico legale può ricavare oggi dall'esame del cadavere di uno sconosciuto, anche in avanzato stato di decomposizione, dunque, anche dopo la morte biologica è un vero e proprio"data base", una fonte enorme di informazioni di carattere chimico, biochimico, medico, antropologico, ecc., che, unitamente ad altre potrebbero essere utilizzate dagli scienziati medici del futuro per riportarlo in vita con la nanotecnologia, ossia con quella tecnologia che consentirà, in un futuro più o meno lontano, la manipolazione volontaria dei singoli atomi e molecole e quindi la riparazione e la rianimazione del corpo in Ibernazione, qualora fosse conservata una sufficiente informazione della persona deceduta.
E' stata messa a punto persino una tecnica, molto complessa e molto delicata, per mezzo della quale, da pochi grammi di polvere d'osso, si può determinare quasi sempre il gruppo sanguigno del soggetto.
E' ovvio che, in un corpo conservato a bassissima temperatura, con la tecnologia attuale, per quanto imperfetta essa possa essere, gli scienziati del futuro, potranno reperirvi molte più informazioni di quante gli scienziati attuali possano attingerne da una mummia egizia conservata con una tecnologia primordiale, o da uno scheletro dell'età paleolitica, o dai resti dello stesso uomo del Similaun che, sebbene conservatosi naturalmente nel ghiaccio, presenta pur sempre uno stato di conservazione di gran lunga inferiore a quello che può offrire la tecnologia odierna.
Dato che l'ibernazione, allo stato attuale, non garantisce il ritorno in vita del paziente.
Una soluzione ragionevole per poterla eseguire in Italia, potrebbe essere l'approvazione, da parte del Parlamento, di una legge che la consenta espressamente ai malati terminali ed ai pazienti gravissimi, in fin di vita, prima che compaia lo stato di morte cerebrale, come alternativa all'eutanasia (che in Italia oggi è illegale).
Negli Stati Uniti l'ibernazione Umana è possibile perchè, per la legge di quel paese, un cittadino è legalmente morto subito dopo l'arresto cardiaco. In Italia, invece, questa pratica non può essere attuata in quanto il Regolamento Nazionale di Polizia Mortuaria impone un periodo di osservazione del paziente di 24 ore dopo l'arresto cardiaco, per poter disporre del cadavere che, in questo arco di tempo, ovviamente, và in decomposizione.
Per poter attuare tale procedura in Italia, non è possibile avvalersi neppure della legge sui trapianti, che prevede un periodo di osservazione del di gran lunga minore (6 ore a circolazione attiva), ma che pone, come condizione per intervenire sul paziente stesso, la comparsa della morte cerebrale, uno stato in cui il cervello, sede e supporto materiale della cosciente mente umana e della Persona, è ormai distrutto perchè in questo organo il sangue non circola più. Un aiuto all'ibernazione umana potrebbe derivare, indirettamente, dalle leggi presenti e future sull'eutanasia.
Vediamo come.Il 1° Aprile 2002, in Olanda è entrata in vigore la legge sull'eutanasia approvata dal parlamento il 10 Aprile 2001.
Questa legge consente il suicidio assistito di malati terminali ma con forti limitazioni: il paziente deve essere affetto da un male che causa sofferenze insopportabili ed interminabili; la sua richiesta di morire deve essere volontaria e ponderata; il medico ed il paziente debbono essere convinti che non vi sono terapie alternative.
E' necessario, inoltre, il parere di un altro medico e per i minori il consenso dei genitori.
In Spagna, il codice penale del 1995 non considera più l'eutanasia e il suicidio assistito come un omicidio.
In Belgio è stato approvato un progetto di legge che l'autorizza secondo precise condizioni e procedure.
In Danimarca, dal 1992 il malato incurabile può decidere di sospendere il trattamento medico.
In Francia l'eutanasia è illegale, ma il codice penale distingue tra eutanasia attiva (l'azione che provoca direttamente la morte e che viene assimilata all'omicidio) e l'eutanasia passiva (ovvero l'assenza dell'azione terapeutica
In Germania l'eutanasia è possibile per le persone in coma irreversibile.
In Italia l'eutanasia è illegale, ma il 24 Aprile 2002 un cittadino è stato assolto dall'accusa di omicidio per aver staccato il respiratore alla moglie in coma in ospedale.
L' IMMORTALITA', ALLORA?
Non esatteamente.
Questa prospettiva permetterebbe eventualmente di ringiovanire le cellule, ma non tutto il corpo: le cellule infatti sono solo una parte dell'organismo. Vi sono anche le strutture "materiali", cioè quelle parti del corpo che sono propriamente cellulari e che seguono le inevitabili leggi fisiche di invecchiamento, simili , per esempio, a quelle che fanno invecchiare la gomma.
In altre parole, queste strutture "materiali" del corpo, come il collageno, potrebbero paragonarsi alle mura di una casa.
Anche gli individui se si rinnovassero ALL'INTERNO, O RESTASSERO ETERNAMENTE GIOVANI, (COME IL SUPERMONDO INCLUSO NEL NUCLEONE), le mura invecchierebbero per conto loro come illustrato dalla figura più sotto dal titolo: INVECCHIAMENTO E MORTE DELL'INDIVIDUO DOVUTE ALLE MUTAZIONI SUCCESSIVE DEL DNA .
Naturalmente sarrebbe possibile proteggerle o restaurarle, ma non si vede bene oggi come bloccare del tutto un processo di invecchiamento che dipende da leggi non biologiche ma fisiche.
Aldo
05/05/08
36 - La luce è fatta di trottoline "fotoni"
36 - La luce è fatta di trottoline "fotoni"
I quanti di luce, detti fotoni, possono essere immaginati come trottoline piccolissime per noi ma enormi se confrontate con le dimensioni di atomi e molecole.
Una trottolina "rossa" è grande ottocento miliardesimi di metro; una trottolina che porta il colore "violetto" è invece due volte più piccola
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Una trottolina "rossa" è grande ottocento miliardesimi di metro; una trottolina che porta il colore "violetto" è invece due volte più piccola
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l matematico tedesco HERMANN MINKOWSKI
ll matematico tedesco HERMANN MINKOWSKI - ll creatore del " CONO DI LUCE " uscente da un punto in una versione bidimensionale dello spaziotempo di Minkowski, con una sola variabile spaziale (Vedi concetti 37 - 38 subito qua sotto)
37 - TEMPO: Passato e Futuro
37 - TEMPO: Passato e Futuro
38 - L' ISTANTE ATTUALE
38 - L' ISTANTE ATTUALE
Il "cono di luce" si trova lungo le rette la cui equazione è S^2 = X^2 - t^2
L' istante attuale, tra il passato e il futuro, si trova nel punto che è con X= 0 e it = 0.
Questo punto è legato al passato che sta dentro il "cono di luce".
Il futuro che sta dentro il cono è legato allo stesso punto.
Tutto ciò che sta fuori dal "cono di luce" non può essere legato all' "istante attuale".
Il legame tra Spazio e Tempo ha conseguenze formidabili. Il famoso "CONO DI LUCE" illustrato nella figura sopra dal titolo "Tempo: passato e futur0" non potrebbe esistere.
Infatti il "cono di luce" si sviluppa lungo la retta S^2 = 0, il che corrisponde ai valori in cui l lunghezza "x" è esattamente eguale al Tempo "t" necessario per percorrela.
Nella figura ho dato al Tempo la proprietà "immaginaria".
Questa proprietà avrei potuto darla alla lunghezza. E' fondamentale che una delle due quantità sia reale, l'altra immgimaria.
Se tutte e due fossero "reali", l'equazione S^2=0 non avrebbe come soluzione le due rette del "cono di luce" ma il punto all'origine degli assi che ha x=0, it = 0.
Se la miscela di Spazio e di Tempo che permea tutta la realtà nell'immanente fosse reale - come l'avrebbe voluta Kant - non potrebbero esistere nè il "cono di luce" nè la luce.
La scoperta di LORENZ (Vedi foto sotto) sta nella natura "complessa" della miscela Spazio-Tempo la radice del perchè massa ed energia possono trasformarsi l'un l'altra.
La luce nasce quando una sparuta quantità di massa si trasforma in energia.
Questa trasformazione sarebbe impossibile se entrambe le quantità in cui siamo immersi e di cui siamo fatti, lo Spazio e il Tempo, fossero entrambi reali.
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Il "cono di luce" si trova lungo le rette la cui equazione è S^2 = X^2 - t^2
L' istante attuale, tra il passato e il futuro, si trova nel punto che è con X= 0 e it = 0.
Questo punto è legato al passato che sta dentro il "cono di luce".
Il futuro che sta dentro il cono è legato allo stesso punto.
Tutto ciò che sta fuori dal "cono di luce" non può essere legato all' "istante attuale".
Il legame tra Spazio e Tempo ha conseguenze formidabili. Il famoso "CONO DI LUCE" illustrato nella figura sopra dal titolo "Tempo: passato e futur0" non potrebbe esistere.
Infatti il "cono di luce" si sviluppa lungo la retta S^2 = 0, il che corrisponde ai valori in cui l lunghezza "x" è esattamente eguale al Tempo "t" necessario per percorrela.
Nella figura ho dato al Tempo la proprietà "immaginaria".
Questa proprietà avrei potuto darla alla lunghezza. E' fondamentale che una delle due quantità sia reale, l'altra immgimaria.
Se tutte e due fossero "reali", l'equazione S^2=0 non avrebbe come soluzione le due rette del "cono di luce" ma il punto all'origine degli assi che ha x=0, it = 0.
Se la miscela di Spazio e di Tempo che permea tutta la realtà nell'immanente fosse reale - come l'avrebbe voluta Kant - non potrebbero esistere nè il "cono di luce" nè la luce.
La scoperta di LORENZ (Vedi foto sotto) sta nella natura "complessa" della miscela Spazio-Tempo la radice del perchè massa ed energia possono trasformarsi l'un l'altra.
La luce nasce quando una sparuta quantità di massa si trasforma in energia.
Questa trasformazione sarebbe impossibile se entrambe le quantità in cui siamo immersi e di cui siamo fatti, lo Spazio e il Tempo, fossero entrambi reali.
La fusione di questi due elementi (spazio e tempo) caratterizza la nostra vita che non può prescindere da essi: lo spazio e il tempo sono un'unica cosa: sono l’orologio ed il luogo dove rivivono i corsi e ricorsi storici; è il luogo e l’istante dove l’umanità misura la sua trasformazione. È la miscela nella quale si genera la forza che ci avvicina o ci allontana dal Big-Bang.
In questo percorso (la nostra vita), contraddistinto da un inizio ed una fine, siamo alla continua ricerca di una verità immaginando che tutto ciò che ci accade sia reale.
Di ciò che ci accade cosa possiamo definire “reale”?
Forse ciò che riusciamo a misurare con il centimetro, il grammo e il secondo?
Queste misure convenzionali non potranno spiegarci mai quello che è nascosto in ognuno di noi, quello che la nostra intelligenza riesce ad intuire, ma non a spiegare: bisogna andare oltre la logica che caratterizza la nostra esistenza, bisogna andare oltre il muro.
Diceva il mio maestro: per guardare oltre il muro bisogna oltrepassarlo, ma una volta oltrepassato, bisogna avere la forza di guardare avanti ed osservare ciò che si mostra innanzi ai nostri occhi senza il filtro delle convinzioni maturate nel passato. Il passato ci impedisce di immaginare un futuro diverso dal presente e ci costringe a vedere come “reale” la miscela (spazio tempo) in evoluzione, anche se “reale” non è!
Da quella miscela non sta nascendo un qualcosa di concreto, ma solo una “possibilità”: una “probabilità” fra le innumerevoli che in quell’istante si mostra in primo piano. Essa non può limitare tutte le altre opportunità a meno che noi non ci leghiamo ad essa soffocando le alternative che già innumerevoli si manifestano quali evoluzione delle “probabilità scartate” o della stessa diventata in quell’istante “fatto”.
Con l’inizio della vita si incomincia a misurare il tempo e considerare passato tutto quello che è accaduto un istante prima di “adesso”, contestualmente incomincia anche il conto alla rovescia che ci separa dalla fine, ma l’ ”adesso” non riesci a collocarlo in nessuna posizione se non con una forma di approssimazione che dipende da fattori non reali, quali i tuoi sentimenti (paura, amore, odio, compassione …), sai solo che è un istante prima della fine e la fine non ha senso. Puoi viaggiare nel tempo, proiettarti oltre l’istante che stai vivendo osservando tutte le “probabilità” che “ora” non riesci ad immaginare.
Pur se consapevole che la dimensione del tempo si sviluppa in una sola direzione, puoi viaggiare anche nel passato, modificando il tuo futuro, solo se provochi una “dilatazione temporale” che mantenendo i due limiti fissati del frammento scelto, attimo passato ed attimo futuro, permetta nella “dimensione senza tempo” ai tuoi pensieri di riposizionarsi nel momento desiderato apportare le modifiche necessarie e riallinearti con la sequenza temporale.
È come se percorrendo un’autostrada all’improvviso ti accorgi di aver dimenticato qualcosa e senti la necessità di tornare a casa a prenderla, ma sai anche che non puoi mancare all’appuntamento fissato ed allora ti sdoppi e mentre una parte di te continua a viaggiare alla stessa velocità costante per essere all’ora x al posto y, l’altra parte esce al primo casello, torna a casa a prendere ciò che ha dimenticato e, a una velocità proporzionale alla dilatazione temporale creata, si ricongiunge con se stesso all’ora x nel posto y definito. La velocità di ricongiungimento sarà tanto più elevata quanto più sarà ampia la dilatazione temporale necessaria affinché l’azione avvenga correttamente.
Riporti in questo modo il tempo e lo spazio nella loro giusta collocazione di valori che sembrano tangibili (l’orario segnato dall’orologio, il luogo in cui avviene il “fatto”) ed intangibili (i sentimenti, i pensieri, le intenzioni, gli “osservatori”) uniti in una sintesi complessa. E mentre una parte di te viaggia nel modo reale, l’altra parte, parafrasando GreggBraden , viaggia nella “Matrix divina”, una dimensione nella quale è racchiusa tutta l’energia conosciuta e sconosciuta, una rete che tutto unisce ed attraversa, dove il tempo scandito dal rapporto spazio tempo si intreccia con la velocità dei nostri pensieri e con l’ “istante senza tempo” dell’illuminazione.
Il tempo del pensiero può essere misurato, quello dell’illuminazione nasce dal nulla e nemmeno nell’universo di Planck potrebbe essere misurato: nasce dal nulla ed esplode nella vita reale diffondendosi in tutte le direzioni (presente, passato e futuro), manifestandosi sotto forma di una miscela di luce e serenità, portandoti ad osservare in una dimensione senza tempo la “realtà” e l’ “irrealtà” astraendoti dalle leggi che governano il nostro universo, sei uno ed infinito nello stesso istante.
C’è sempre un orologio che misura il tempo, come diceva Einstein (citandolo testualmente “Il Tempo è quella cosa che si misura con l’orologio”), ed è uguale per tutti, ma sono convinto che ognuno di noi ha la possibilità di dilatarlo o restringerlo, perché il nostro tempo sia in sintonia con quello di “tutti”.
Il “mio maestro” è nei geni di ognuno di noi ed è sempre pronto ad offrire consigli, in noi è scritta la storia dell’umanità con quello che riteniamo i momenti migliori e quelli peggiori, c’è l’essenza sia del Big-Bang che di quello che esiste oltre il tempo. È il ricordo di una non dimensione nella quale ci rifugiamo e nella quale crediamo esista il nostro “spirito” è il nulla che contiene il tutto è il punto di incontro fra la materia e l’antimateria, è il luogo dove il fare è frutto del non fare.
Oggi viviamo in una realtà che si meraviglia dei “neutrini” che sono più veloci della “luce” dimenticando che viviamo in un mondo di suoni dei quali percepiamo solo una piccola parte e ciò che viene trasmesso su quelle frequenze, a noi negate, diventano parte integrante del nostro modo di vivere perché comunicatoci da “esseri” o “essenze” capaci di percepirle (es.: come i cani, le piante).
Se è vero che le “cose” non smettono di esistere solo perché non le vediamo, non le sentiamo o non le riusciamo a misurare, è anche vero che il solo semplice osservare ciò che vediamo può modificare ciò che non riusciamo nemmeno ad immaginare.
Oggi i “neutrini” ci ricordano che siamo parte integrante di un sistema che per comprenderlo bisogna andare oltre il muro della nostra dimensione e che, per poter vedere e vivere queste nuove dimensioni, dobbiamo riattivare quelle potenzialità che abbiamo inibito nel nostro cervello.
In questo percorso (la nostra vita), contraddistinto da un inizio ed una fine, siamo alla continua ricerca di una verità immaginando che tutto ciò che ci accade sia reale.
Di ciò che ci accade cosa possiamo definire “reale”?
Forse ciò che riusciamo a misurare con il centimetro, il grammo e il secondo?
Queste misure convenzionali non potranno spiegarci mai quello che è nascosto in ognuno di noi, quello che la nostra intelligenza riesce ad intuire, ma non a spiegare: bisogna andare oltre la logica che caratterizza la nostra esistenza, bisogna andare oltre il muro.
Diceva il mio maestro: per guardare oltre il muro bisogna oltrepassarlo, ma una volta oltrepassato, bisogna avere la forza di guardare avanti ed osservare ciò che si mostra innanzi ai nostri occhi senza il filtro delle convinzioni maturate nel passato. Il passato ci impedisce di immaginare un futuro diverso dal presente e ci costringe a vedere come “reale” la miscela (spazio tempo) in evoluzione, anche se “reale” non è!
Da quella miscela non sta nascendo un qualcosa di concreto, ma solo una “possibilità”: una “probabilità” fra le innumerevoli che in quell’istante si mostra in primo piano. Essa non può limitare tutte le altre opportunità a meno che noi non ci leghiamo ad essa soffocando le alternative che già innumerevoli si manifestano quali evoluzione delle “probabilità scartate” o della stessa diventata in quell’istante “fatto”.
Con l’inizio della vita si incomincia a misurare il tempo e considerare passato tutto quello che è accaduto un istante prima di “adesso”, contestualmente incomincia anche il conto alla rovescia che ci separa dalla fine, ma l’ ”adesso” non riesci a collocarlo in nessuna posizione se non con una forma di approssimazione che dipende da fattori non reali, quali i tuoi sentimenti (paura, amore, odio, compassione …), sai solo che è un istante prima della fine e la fine non ha senso. Puoi viaggiare nel tempo, proiettarti oltre l’istante che stai vivendo osservando tutte le “probabilità” che “ora” non riesci ad immaginare.
Pur se consapevole che la dimensione del tempo si sviluppa in una sola direzione, puoi viaggiare anche nel passato, modificando il tuo futuro, solo se provochi una “dilatazione temporale” che mantenendo i due limiti fissati del frammento scelto, attimo passato ed attimo futuro, permetta nella “dimensione senza tempo” ai tuoi pensieri di riposizionarsi nel momento desiderato apportare le modifiche necessarie e riallinearti con la sequenza temporale.
È come se percorrendo un’autostrada all’improvviso ti accorgi di aver dimenticato qualcosa e senti la necessità di tornare a casa a prenderla, ma sai anche che non puoi mancare all’appuntamento fissato ed allora ti sdoppi e mentre una parte di te continua a viaggiare alla stessa velocità costante per essere all’ora x al posto y, l’altra parte esce al primo casello, torna a casa a prendere ciò che ha dimenticato e, a una velocità proporzionale alla dilatazione temporale creata, si ricongiunge con se stesso all’ora x nel posto y definito. La velocità di ricongiungimento sarà tanto più elevata quanto più sarà ampia la dilatazione temporale necessaria affinché l’azione avvenga correttamente.
Riporti in questo modo il tempo e lo spazio nella loro giusta collocazione di valori che sembrano tangibili (l’orario segnato dall’orologio, il luogo in cui avviene il “fatto”) ed intangibili (i sentimenti, i pensieri, le intenzioni, gli “osservatori”) uniti in una sintesi complessa. E mentre una parte di te viaggia nel modo reale, l’altra parte, parafrasando GreggBraden , viaggia nella “Matrix divina”, una dimensione nella quale è racchiusa tutta l’energia conosciuta e sconosciuta, una rete che tutto unisce ed attraversa, dove il tempo scandito dal rapporto spazio tempo si intreccia con la velocità dei nostri pensieri e con l’ “istante senza tempo” dell’illuminazione.
Il tempo del pensiero può essere misurato, quello dell’illuminazione nasce dal nulla e nemmeno nell’universo di Planck potrebbe essere misurato: nasce dal nulla ed esplode nella vita reale diffondendosi in tutte le direzioni (presente, passato e futuro), manifestandosi sotto forma di una miscela di luce e serenità, portandoti ad osservare in una dimensione senza tempo la “realtà” e l’ “irrealtà” astraendoti dalle leggi che governano il nostro universo, sei uno ed infinito nello stesso istante.
C’è sempre un orologio che misura il tempo, come diceva Einstein (citandolo testualmente “Il Tempo è quella cosa che si misura con l’orologio”), ed è uguale per tutti, ma sono convinto che ognuno di noi ha la possibilità di dilatarlo o restringerlo, perché il nostro tempo sia in sintonia con quello di “tutti”.
Il “mio maestro” è nei geni di ognuno di noi ed è sempre pronto ad offrire consigli, in noi è scritta la storia dell’umanità con quello che riteniamo i momenti migliori e quelli peggiori, c’è l’essenza sia del Big-Bang che di quello che esiste oltre il tempo. È il ricordo di una non dimensione nella quale ci rifugiamo e nella quale crediamo esista il nostro “spirito” è il nulla che contiene il tutto è il punto di incontro fra la materia e l’antimateria, è il luogo dove il fare è frutto del non fare.
Oggi viviamo in una realtà che si meraviglia dei “neutrini” che sono più veloci della “luce” dimenticando che viviamo in un mondo di suoni dei quali percepiamo solo una piccola parte e ciò che viene trasmesso su quelle frequenze, a noi negate, diventano parte integrante del nostro modo di vivere perché comunicatoci da “esseri” o “essenze” capaci di percepirle (es.: come i cani, le piante).
Se è vero che le “cose” non smettono di esistere solo perché non le vediamo, non le sentiamo o non le riusciamo a misurare, è anche vero che il solo semplice osservare ciò che vediamo può modificare ciò che non riusciamo nemmeno ad immaginare.
Oggi i “neutrini” ci ricordano che siamo parte integrante di un sistema che per comprenderlo bisogna andare oltre il muro della nostra dimensione e che, per poter vedere e vivere queste nuove dimensioni, dobbiamo riattivare quelle potenzialità che abbiamo inibito nel nostro cervello.
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HENDRIK ANTOON LORENTZ
HENDRIK ANTOON LORENTZ - "Se lo spazio è reale il Tempo deve essere immaginario, e viceversa"
39 - IL REBUS DEI MIRACOLI
39 - IL REBUS DEI MIRACOLI
Gli occhi del nostro intelletto ci dicono che esiste una velocità massima, la più grande possibile; essa è la velocità della luce: un miliardo di chilometri l'ora. E che esiste una quantità minima di "azione" detta "Costante di Planck" sotto la quale non è possibile andare.
Infine c'è un'altra costante fondamentale: la "carica" gravitazionale detta "Costante di Newton".
Nel nostro mondo la velocità della luce ci sembra estremamente elevata, la "Costante di Planck" ci appare piccolissima e la "carica gravitazionale" infinitamente debole.
Immaginiamo un mondo - l'Univedi Planckrso " - in cui queste tre quantità siano "di casa".
Nulla di eccezionale. Come lo sono per noi il centimetro, il grammo e il secondo.Facendo una analogia con il nostro Universo, nell'Universo di Planck il nostro secondo sarebbe miliardi e miliardi di volte più lungo di quello che è per noi la vita del cosmo
IL MODELLO DEL BIG BANG ERA ESATTO
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E' la fine?
Se alcuni valori del big bang citati in precedenza in questo blog differiscono dalle ultime scoperte del satellite COBE, è causa dei progressi compiuti nella teoria e nelle osservazioni dopo il 1992 che sintetizzano con efficacia tutto quello che oggi abbiamo compreso, e cioè, che IL BIG BAND NON FU UN'ESPLOSIONE NELLO SPAZIO MA UN'ESPLOSIONE DELLO SPAZIO. SPAZIO E TEMPO FURONO CREATI NEL MOMENTO DEL BIG BANG.
Nei minuti immediatamente successivi all'esplosione i nucleoni, (particelle indistruttibili contenente un intero Universo Subnucleare che incorpora tutti i futuri fenomeni che si formeranno, inclusa la nostra stessa origine), equivalenti a nuclei d'idrogeno, reagiscono con le altre particelle per formare nuclei leggeri come l'elio ed in seguito tutti gli altri elementi che compongono oggi la materia.
E così eccoci qua, come ho illustrato in precedenza con lo schema "UNICA LOGICA FRA TANTE" , l'Esistenza n.2, e cioè, l'universo con vita ma senza coscienza, esiste da alcuni miliardi di anni, mentre, l'Esistenza n. 3, in cui l'uomo ha fatto la sua comparsa, esiste soltanto da un centinaio di migliaia di anni fa.
Per inquadrare meglio la questione, immaginiamo di rappresentare la storia dell'universo con una linea del tempo lunga quanto la distanza fra le punte delle dita di due braccia distese.
Ebbene, la nostra esistenza verrebbe cancellata da una limetta per unghie.
Se sono vere le teorie cosmiche che prevedono, dopo l'espansione, il collasso gravitazionale totale, la vita dell'Universo potrebbe essere di cento miliardi di anni.
E come sancito dalla teoria generale della relatività, per un uomo che vivesse cento dei nostri anni, il tempo cosmico batterebbe il secondo cosmico un miliardo di volte più lentamente dei nostri orologi. I quattrrocento anni in cui, grazie a Galileo, siamo arrivati a conoscere tutti questi dettagli, corrisponderebbero ad appena dodici secondi e mezzo di tempo cosmico.
Attenzione, c'è un dettaglio ancora più importante indicato dalla Fisica Subnucleare.
Gesù di Nazaret era fatto come noi e così ogni cosa di questo mondo: il mare, l'aria, un fiore, una rondine, insomma tutto, da tre trottoline: protone, neutrone ed elettrone.
Le misure sperimentali, come sostiene il prof. Zichichi, sono quelle con i protoni.
Esse ci permettono di concludere che la longevità di questa trottolina, tanto fondamentale per la nostra esisstenza, è di almeno centomila miliardi di miliardi di miliardi di anni.
La vita dell'universo, rispetto a quella potenziale del protone, è come un battito delle nostre ciglia.
Duemila anni fa, Gesù di Nazaret, con la frase citata dall'evalgelista Giovanni: IO SONO LA RESURREZIONE E LA VITA...non ha fatto altro che rivelare quanto poi intuito, duemila anni dopo, da Albert Einstein: LA TEORIA DELLA RELATIVITA' GENERALE.ATTENZIONE! GESU DI NAZARET NON HA DETTO "IO SONO LA VITA E LA RESURREZIONE", COME POTREBBE ESSERE LOGICO PENSARE ALLA VITA UMANA CON LA RESURREZIONE DOPO LA MORTE , MA, HA DETTO: "IO SONO LA RESURREZIONE E LA VITA" - LA DIFFERENZA E' ENORNE - E STA AD INDICARE APPUNTO QUANTO DETTO SUL RAPPORTO TRA LA VITA UMANA E L'ESISTENZA DEL PROTONE.
Per chiarire meglio questo concetto voglio ricordare cosa disse Einstein alla segretaria Helen Dukas, per dare una spiegazione semplice della teoria della relatività per i media: "Un'ora seduto su una panca in un parco insieme a una bella ragazza passa come se fosse un minuto, mentre un minuto seduto su una stufa bollente sembra un'ora"
La stufa bollente corrispondeva naturalmente per Gesù di Nazaret alla vita terrena con le sofferenze fisiche e la morte biologica, mentre l'ora trascorsa con la bella ragazza riguarda la vita eterna.A questo punto vorrei aggiungere: quando dormiamo ignoriamo completamente la nostra reale esistenza e viviamo la realtà virtuale del sogno, brutto o bello che sia.Ed ecco, quindi l'equazione: L' ETERNITA STA ALLA VITA COME IL SONNO STA AL SOGNO.
LA TEORIA DELLA RELATIVITA' RISTRETTA DI ALBERT EINTSEIN NELLA VERSIONE PIU TRASPARENTE - Di Elisabeth Biro
E crescendo impari che la felicità non e' quella delle grandi cose.
Non e' quella che si insegue a vent'anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi...
La felicità non e' quella che affannosamente si insegue credendo che l'amore sia tutto o niente,...non e' quella delle emozioni forti che fanno il "botto" e che esplodono fuori con tuoni spettacolari...,la felicità non e' quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.
Crescendo impari che la felicità e' fatta di cose piccole ma preziose e impari che il profumo del caffè al mattino e' un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina,la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve.
E impari che la felicità e' fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi, e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall'inverno, e che sederti a leggere
all'ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.
E impari che l'amore e' fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei 5 minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore,e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami.
E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccoli attimi felici.
E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi.
E impari che tenere in braccio un bimbo e' una deliziosa felicità.
E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami...
E impari che c'e' felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c'e' qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.
E impari che nonostante le tue difese, nonostante il tuo volere o il tuo destino,in ogni gabbiano che vola c'e' nel cuore un piccolo-grande Jonathan Livingston.
E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità.
Voglio segnalare all’affezionato lettore, a tal proposito, il filmato in due puntate trasmesso da Rai uno il 26 e il 27 Ottobre 2008 su Albert Eistein, meravigliosamente diretto e interpretato, in cui la regia, come finale del filmato, ha inserito la scena dove Ensten e sua moglie, entrambi deceduti, si ritrovano insieme seduti su di una panca mentre lo sfondo musicale fa da cornice alla frase che sottolinea il significato vero e proprio della Teoria della Relatività : LA VITA E’UN SOGNO, ORA SIAMO SVEGLI, che è la conferma di quanto ho appena annunciato con la suddetta equazione.
La seguente figura mostra il Ciclo del sonno la cui fase REM (Rapid Eye Movements, movimento rapidi degli occhi ) è quella in cui si sogna.
Dopo che la fase REM è passata, l'individuo riemerge di nuovo nella fase di sonno leggero, poi medio, pesante ecc.
I Cicli si ripetono regolarmente durante tutto il periodo di sonno la cui durata varia da persona a persona, ma anche a seconda dell'età: in un feto si può avere il 90-95% del sonno di tipo Rem, mentre già allla nascita questo tempo e quasi dimezzato.
Con l'età diminuiscono sia la durata del sonno sia la quantità di fase REM; IN ALTRE PAROLE LE PERSONE ANZIANE DORMONO E SOGNANO MENO DI QUELLE GIOVANI.
Gli occhi del nostro intelletto ci dicono che esiste una velocità massima, la più grande possibile; essa è la velocità della luce: un miliardo di chilometri l'ora. E che esiste una quantità minima di "azione" detta "Costante di Planck" sotto la quale non è possibile andare.
Infine c'è un'altra costante fondamentale: la "carica" gravitazionale detta "Costante di Newton".
Nel nostro mondo la velocità della luce ci sembra estremamente elevata, la "Costante di Planck" ci appare piccolissima e la "carica gravitazionale" infinitamente debole.
Immaginiamo un mondo - l'Univedi Planckrso " - in cui queste tre quantità siano "di casa".
Nulla di eccezionale. Come lo sono per noi il centimetro, il grammo e il secondo.Facendo una analogia con il nostro Universo, nell'Universo di Planck il nostro secondo sarebbe miliardi e miliardi di volte più lungo di quello che è per noi la vita del cosmo
IL MODELLO DEL BIG BANG ERA ESATTO
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E' la fine?
Se alcuni valori del big bang citati in precedenza in questo blog differiscono dalle ultime scoperte del satellite COBE, è causa dei progressi compiuti nella teoria e nelle osservazioni dopo il 1992 che sintetizzano con efficacia tutto quello che oggi abbiamo compreso, e cioè, che IL BIG BAND NON FU UN'ESPLOSIONE NELLO SPAZIO MA UN'ESPLOSIONE DELLO SPAZIO. SPAZIO E TEMPO FURONO CREATI NEL MOMENTO DEL BIG BANG.
Nei minuti immediatamente successivi all'esplosione i nucleoni, (particelle indistruttibili contenente un intero Universo Subnucleare che incorpora tutti i futuri fenomeni che si formeranno, inclusa la nostra stessa origine), equivalenti a nuclei d'idrogeno, reagiscono con le altre particelle per formare nuclei leggeri come l'elio ed in seguito tutti gli altri elementi che compongono oggi la materia.
E così eccoci qua, come ho illustrato in precedenza con lo schema "UNICA LOGICA FRA TANTE" , l'Esistenza n.2, e cioè, l'universo con vita ma senza coscienza, esiste da alcuni miliardi di anni, mentre, l'Esistenza n. 3, in cui l'uomo ha fatto la sua comparsa, esiste soltanto da un centinaio di migliaia di anni fa.
Per inquadrare meglio la questione, immaginiamo di rappresentare la storia dell'universo con una linea del tempo lunga quanto la distanza fra le punte delle dita di due braccia distese.
Ebbene, la nostra esistenza verrebbe cancellata da una limetta per unghie.
Se sono vere le teorie cosmiche che prevedono, dopo l'espansione, il collasso gravitazionale totale, la vita dell'Universo potrebbe essere di cento miliardi di anni.
E come sancito dalla teoria generale della relatività, per un uomo che vivesse cento dei nostri anni, il tempo cosmico batterebbe il secondo cosmico un miliardo di volte più lentamente dei nostri orologi. I quattrrocento anni in cui, grazie a Galileo, siamo arrivati a conoscere tutti questi dettagli, corrisponderebbero ad appena dodici secondi e mezzo di tempo cosmico.
Attenzione, c'è un dettaglio ancora più importante indicato dalla Fisica Subnucleare.
Gesù di Nazaret era fatto come noi e così ogni cosa di questo mondo: il mare, l'aria, un fiore, una rondine, insomma tutto, da tre trottoline: protone, neutrone ed elettrone.
Le misure sperimentali, come sostiene il prof. Zichichi, sono quelle con i protoni.
Esse ci permettono di concludere che la longevità di questa trottolina, tanto fondamentale per la nostra esisstenza, è di almeno centomila miliardi di miliardi di miliardi di anni.
La vita dell'universo, rispetto a quella potenziale del protone, è come un battito delle nostre ciglia.
Duemila anni fa, Gesù di Nazaret, con la frase citata dall'evalgelista Giovanni: IO SONO LA RESURREZIONE E LA VITA...non ha fatto altro che rivelare quanto poi intuito, duemila anni dopo, da Albert Einstein: LA TEORIA DELLA RELATIVITA' GENERALE.ATTENZIONE! GESU DI NAZARET NON HA DETTO "IO SONO LA VITA E LA RESURREZIONE", COME POTREBBE ESSERE LOGICO PENSARE ALLA VITA UMANA CON LA RESURREZIONE DOPO LA MORTE , MA, HA DETTO: "IO SONO LA RESURREZIONE E LA VITA" - LA DIFFERENZA E' ENORNE - E STA AD INDICARE APPUNTO QUANTO DETTO SUL RAPPORTO TRA LA VITA UMANA E L'ESISTENZA DEL PROTONE.
Per chiarire meglio questo concetto voglio ricordare cosa disse Einstein alla segretaria Helen Dukas, per dare una spiegazione semplice della teoria della relatività per i media: "Un'ora seduto su una panca in un parco insieme a una bella ragazza passa come se fosse un minuto, mentre un minuto seduto su una stufa bollente sembra un'ora"
La stufa bollente corrispondeva naturalmente per Gesù di Nazaret alla vita terrena con le sofferenze fisiche e la morte biologica, mentre l'ora trascorsa con la bella ragazza riguarda la vita eterna.A questo punto vorrei aggiungere: quando dormiamo ignoriamo completamente la nostra reale esistenza e viviamo la realtà virtuale del sogno, brutto o bello che sia.Ed ecco, quindi l'equazione: L' ETERNITA STA ALLA VITA COME IL SONNO STA AL SOGNO.
LA TEORIA DELLA RELATIVITA' RISTRETTA DI ALBERT EINTSEIN NELLA VERSIONE PIU TRASPARENTE - Di Elisabeth Biro
E crescendo impari che la felicità non e' quella delle grandi cose.
Non e' quella che si insegue a vent'anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi...
La felicità non e' quella che affannosamente si insegue credendo che l'amore sia tutto o niente,...non e' quella delle emozioni forti che fanno il "botto" e che esplodono fuori con tuoni spettacolari...,la felicità non e' quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.
Crescendo impari che la felicità e' fatta di cose piccole ma preziose e impari che il profumo del caffè al mattino e' un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina,la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve.
E impari che la felicità e' fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi, e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall'inverno, e che sederti a leggere
all'ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.
E impari che l'amore e' fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei 5 minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore,e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami.
E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccoli attimi felici.
E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi.
E impari che tenere in braccio un bimbo e' una deliziosa felicità.
E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami...
E impari che c'e' felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c'e' qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.
E impari che nonostante le tue difese, nonostante il tuo volere o il tuo destino,in ogni gabbiano che vola c'e' nel cuore un piccolo-grande Jonathan Livingston.
E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità.
Voglio segnalare all’affezionato lettore, a tal proposito, il filmato in due puntate trasmesso da Rai uno il 26 e il 27 Ottobre 2008 su Albert Eistein, meravigliosamente diretto e interpretato, in cui la regia, come finale del filmato, ha inserito la scena dove Ensten e sua moglie, entrambi deceduti, si ritrovano insieme seduti su di una panca mentre lo sfondo musicale fa da cornice alla frase che sottolinea il significato vero e proprio della Teoria della Relatività : LA VITA E’UN SOGNO, ORA SIAMO SVEGLI, che è la conferma di quanto ho appena annunciato con la suddetta equazione.
La seguente figura mostra il Ciclo del sonno la cui fase REM (Rapid Eye Movements, movimento rapidi degli occhi ) è quella in cui si sogna.
Dopo che la fase REM è passata, l'individuo riemerge di nuovo nella fase di sonno leggero, poi medio, pesante ecc.
I Cicli si ripetono regolarmente durante tutto il periodo di sonno la cui durata varia da persona a persona, ma anche a seconda dell'età: in un feto si può avere il 90-95% del sonno di tipo Rem, mentre già allla nascita questo tempo e quasi dimezzato.
Con l'età diminuiscono sia la durata del sonno sia la quantità di fase REM; IN ALTRE PAROLE LE PERSONE ANZIANE DORMONO E SOGNANO MENO DI QUELLE GIOVANI.
Attenzione!
In base ai suddetti concetti 37 e 38, il sonno e il sogno che ho appena paragonato all’eternità e alla vita biologica dell’Esistenza 2 e 3, ottengono la più ampia dimostrazione dal CONO DI LUCE di Minkowski in quanto riproduce esattamente, con le dimensioni Fermioniche del passato e con quelle Bosoniche del futuro, l’identica situazione evolutiva venutasi a creare nel corso di 15 miliardi di anni a partire dal Big Bang, ed anche qui il filmato di Rai uno, nella scena in cui Einstein detta all’infermiera sul punto di morte l’equazione a lei incomprensibile sulla velocità della luce, lo scienziato annunciava la sua morte con l’uscita dal CONO DI LUCE.
Ma non soltanto la frase di Gesù di Nazaret è stata duemila anni dopo intuita e confermata, come appena detto, con la Teoria della Relatività di Einstein, ma anche un'altro grande scienziato quale fu Hendrik Anton Lorenz (1853-1928) vedi foto in alto, contribuì a chiarire ancora di più il significato di quelle parole formulando in modo matematicamente rigoroso che se lo Spazio è reale il Tempo deve essere immaginario, e viceversa; la miscela di Spazio e di Tempo non era come sosteneneva kant, entrambi assoluti e reali, ma nella realtà in cui viviamo e di cui siamo fatti, è necessario avere una delle due componenti di natura "immaginaria".
Ci sono voluti duecento anni di esperimenti galileiani per arrivare a capire la natura "complessa" della miscela di Spazio - Tempo.
Quindi se analiziamo la nostra esistenza biologica nello spazio reale, il Tempo non è quello assoluto che l'orologio ha conteggiato dal giorno della nascita fino all'ultimo giorno di vita, ma quello relaltivo alla longevità del protone il cui rapporto con l'unità di Tempo Fondamentale vale, come raffigurato dalla tabella di cui sopra, ottandadue potenze di dieci.
Una quantità di tempo - com'è l'anno a noi familiare - non è fatto di numeri privi di dimensione ma di istanti di Tempo, per ciascuno dei quali noi facciamo l'approssimazione di ignorare il legame con lo Spazio.
Un'approssimazione giustificata dal fatto che le misure degli istanti di Tempo, necessari per scandire il ritmo della nostra esistenza, sono terribilmente grossolane rispetto agli effetti dovuti alla inscindibilità della miscela "complessa" di Spazìo e di Tempo,
E' questa miscela che ci dà il sapore della realtà, senza che sia mai possibile separare le due componenti.
Teniamo presente, che la curvatura dello spazio tempo dovuta alla forza gravitazionale intuita da Einstein e confermata nel 1919 con il famoso esperimento dell'eclissi di sole, è perfettamente allineata alla struttura subnucleare del nucleone (protone, neutrone ed elettrone) che contiene le altre 43 dimenzioni, di cui una sola del tempo, che sono rimaste arrottolate nello spazio estremamente piccolo del nucleone, (dell'ordine di un pentilione di centimetro), mentre l'attuale quadridimenzionale spazio tempo si è dispiegato nel momento del Big Bang dando origine all'universo a noi famigliare.
Appurato scientificamente che il nucleone è indistruttibile e che continuerà a "dirigere" gli avvenimenti visibili e invisibili sulla nostra esistenza, è chiaro, a questo punto, che gli eventi miracolosi ancora irrisolti dalla Scienza, continueranno a verificarsi, non solo durante la vita biologica dell'uomo, ma anche quando la struttura biologica umana terminerà il suo ciclo vitale con la morte.
Il fatto che i "cosidetti miracoli"di Gesù di Nazaret e di tutti gli altri esseri umani post mortem, continuino a verificarsi, è la prova che il nucleone è vivo ed eterno, o se si vuole è la conferma della vericità degli effetti ancora sconosciuti scientificamente, prodotti dal nucleone durante il corso della vita biologica.
Ma il nucleone vivo ed eterno esercitava i suoi effetti visibili anche attraverso i miracoli che si trovano già nella Bibbia ebraica proprio nell'ambito della liberazione di Israele dall'Egitto: le dieci piaghe d'Egitto, il roveto che arde ma non si consuma, il fumo, il tremore e il suono sul monte Sinai, il piovere dal cielo della manna e delle quaglie, più avanti il crollo delle mura di Gerico, tutte le guarigioni dei malati e le resurrezione dei morti e l'ascesa al cielo di Elia sul carro infuocato?
Miracoli che continuano nel Nuovo Testamento.
Cosa va attribuito agli effetti subnucleari del nucleone tutto ciò.
Senza voler ferire i sentimenti religiosi di nessuno, se si vuole rendere giustizia ai racconti miracolosi della Bibbia, occorre soprattutto rendersi conto delle fondamentali differenze tra la comprensione biblica della realtà e quella moderna.
Gli uomini dei tempi della Bibbia non erano affatto interessati a quello che preme così tanto agli scienziati dell'epoca tecnologica di oggi: le leggi naturali.
Non si pensava scientificamente, perciò non si intendevano i miracoli come violazione delle leggi naturali .
La critica biblica storica ha mostrato che molti avvenimenti straordinari, che non creavano alcun problema alla fede dell'uomo di allora, potevono essere ricondotti a eventi naturali usuali in Palestina o nei Paesi vicini.
La critica letteraria ha però dimostrato che nei racconti dei miracoli non abbiamo a che fare con protocolli di avvenimenti storici.
Spesso si sono riunite diverse tradizioni dello stesso avvenimento per cui in quella più tarda aumentava ancora di volta in volta l'elemento prodigioso.
Infine, i racconti come quello del miracolo del sole, della moltiplicazione miracolosa del cibo e della resurrezione dei morti da parte dei profeti Elia ed Eliseo, o del profeta Giona nel ventre della balena, hanno evidentemente il carattere di leggende.
Tutto ciò rende chiaro che i miracoli come violazione delle leggi naturali non si possono documentare storicamente nella Bibbia e chi tenta di farlo ha l'onere della prova di livello di credibilità galileiana. In concreto: non è importante il tremore del monte Sinai, bensì il messaggio che Mosè apprende in quest'occasione. Non sono essenziali le piaghe d'Egitto, ma la testimonianza di Dio che dimostra il suo potere salvifico.
Non è importante il miracoloso attraversamento del mare, ma il messaggio di Dio della liberazione.
I miracoli hanno dunque nella Bibbia il valore di metafore e, proprio come le metafore nella poesia, non vogliono eliminare le leggi di Colui che ha fatto il mondo.
Con ciò si spiega che tale esperienza miracolosa non è in concorrenza con una comprensione del mondo razionale, scientifico-tecnologica.
I racconti dei miracoli non vogliono essere prove dell'esistenza di Dio, ma indicazioni sul suo agire nel mondo: indicazioni che, però, ottengono la loro chiarezza solo attraverso la fede in Colui che ha fatto il mondo.
Le diverse immagini bibbliche e i diversi miracoli possono così essere interpretati correttamente anche in una comprensione evoluzionistica del mondo. Questo porta però a una questione teologica fondamentale, che vorrei trattare in seguito più da vicino.
Ora è importante esaminare con attenzione lo stato evolutivo dell'universo a noi famigliare ponendoci le seguenti domande;
Ma perchè mai, in un determinato limite estremo del tempo (quello che indichiamo come passato, all'inizio del tempo stesso), l'universo dovrebbe trovarsi in uno stato altamente ordinato?
Perchè non si è sempre trovato in uno stato di completo disordine?
E perchè, poi, la direzione del tempo nella quale il disordine aumenta è la stessa in cui l'universo si espande?
La risposta la troviamo nel nucleone dove sono racchiuse le leggi stabilite da Colui che ha fatto il mondo e che gli scienziati sono in grado di scoprirle e di comprenderle senza metterle in discussione, poichè, l'intera storia dell'universo può essere considerata come una Sua Opera.
E' quindi, così irragionevole sperare che queste leggi, o leggi simili, possono valere anche in corrispondenza dell'inizio dell'universo?
Nella teoria classica della relatività generale, l'universo ha avuto inizio con una singolarità la cui densità e curvatura dello spazio -tempo avevono un valore infinito.
In queste condizioni, tutte le leggi della fisica che conosciamo perderebbero la loro validità, come non potrebbero predire come l'universo sarebbe iniziato.
L'universo potrebbe aver avuto un inizio omogeono e ordinato.
Tuttavia, sarebbe stata ugualmente possibile anche una condizione iniziale disordinata, nel tal caso l'universo si troverebbe già in una condizione di completo disordine in modo che con il passare del tempo potrebbe solo rimanere costante o diminuire, ma nè l'una nè l'altra di queste due possibilità corrispode a ciò che di fatto gli scienziati osservono.
La teoria classica della relatività generale predice che l'universo deve avere avuto un inizio con un punto in cui la curvatura dello spazio-tempo è infinità.
Ciò significa che quando questa condizione diventa molto accentuata, gli effetti gravitazionali quantistici acquistano un'importanza rilevante e la teoria classica cessa di essere una buona descrizione dell'universo.
Ecco che allora ci viene in aiuto la teoria quantistica della gravità che considera tutte le possibili condizioni dell'universo.
A ogni singola condizione è associata una coppia di numeri, uno dei quali rappresenta le dimensioni di un'onda e l'altro il suo aspetto.
Sommando tutte le onde di uguale storia si ottiene la proprietà dell'universo composto da spazi curvi che, con il passare del tempo, ne rappresentano l'evoluzione.
La Scienza non conosce quali siano state le condizioni all'inizio dell'universo.
Tuttavia questa difficoltà è superabile qualora la condizione dell'universo fosse quella di non avere un confine.
Ciò significa che l'universo avrebbe iniziato la sua espansione in uno stato molto omogeono e ordinato. Ma non avrebbe potuto essere totalmente uniforme altrimenti avrebbe violato il principio di indeterminazione della meccanica quantistica; dovettero esserci quindi delle piccole fluttuazioni nella densità e nelle velocità delle particelle ridotte al minimo indispensabile richiesto dal principio di indeterminazione.
All'inizio avrebbe avuto un periodo di espanzione "inflazionario", nel quale le sue dimensioni sarebbero cresciute di molto, mentre le fluttuazioni di densità sarebbero dapprima rimaste piccole e poi, successivamente, avrebbero cominciato a crescere.
L'universo, quindi, avrebbe avuto origine in uno stato omogeneo e ordinato, e sarebbe diventato eterogeneo e disordinato con il passare del tempo, la cui freccia psicologica punterebbe nella stessa direzione della freccia termodinamica.
Chiedo venia a chi mi legge se mi sono lasciato andare con osservazioni che potrebbero essere viziate da giudizi personali e che, quindi, potrebbero essere smentite dalle future teorie e osservazioni scientifiche.
Cosa dovrei fare se mi accorgessi di avere fatto un errore di questa portata?
Potrei citare un gran numero di esempi, ma mi guarederò bene dal farlo, visto che ciò mi renderebbe troppo esposto nel post a dure critiche.
Un buon esempio in proposito ci è stato dato da Einstein, che definì la costante cosmologica, da lui introdotta mentre cercava di costruire un modello statico dell'universo, come il più grande sbaglio della sua vita.
Io sono convinto che gli uomini e le donne di grande potenza intellettuale non si accontentano di consolarsi con miti di dèi e di giganti o di restringere il loro pensiero alle faccende della vita quotidiana; costruiscono anche telescopi, satelliti e acceleratori, e siedono alla scrivania per ore interminabili nel tentativo di decifrare il senso dei dati raccolti.
Lo sforso di capire l'universo, come sostiene Hans Kung nel suo libro "L'inizio di tutte le cose", è tra le pochissime cose che innalzano la vita umana al di sopra del livello di una farsa, conferendole un pò di dignità della tragedia.
Prosegue Hans Kung nel suo libro (...) La ricerca e la tecnologia, quindi, per aiutare a superare l'insensatezza dell'universo e la tragicità della vita umana?
n questo caso si è tentato di sottoporre a questi fisici la tanto discussa "" (le pari)scommessa del geniale fisico, matematico e filosofo Blaise Pascal
(Vedi foto in basso), che non tratta di buchi neri o di nani bianchi, nè di dèi e di giganti, ma mette al voto la seguente alternativa "Dio è o non è".
Entrambe le possibilità sono naturalmente dubbie: "La ragione qui non può decidere niente.(...) Su cosa scommetterete?
Con la ragione, voi non potete sostenere nessuna delle due.
Non accusate dunque di errore quelli che hanno fatto una scelta, perchè non ne sapete nulla ".
Questo è il punto decisivo: bisogna scegliere!
Non scegliere è comunque una scelta; " Il faut parier - bisogna scommettere; cela n'est pas volontaire - questo non è lasciato al libero volere; vous etes embarquè - ormai siete sulla barca!".
E quali sono le possibilità?
In base alla natura dell'alternativa (vita eterna e felice o il nulla) e secondo la grandezza dell'uso (uso finito per l'infinito) - si rifletta bene su questo - le possibilità dell'irreligiosità stanno a quelle della fede come lo "zero all'infinito": se si crede in Dio non si perde in ogni caso nulla, ma si può guadagnare tutto. L'argomento della scommessa, continua ancora Hans Kung, sarebbe fraìnteso se vi si vedesse una nuova prova, di tipo matematico, dell'esistenza di Dio. Pascal, stimolato dal gioco dei dadi che praticava, ha certamente contribuito a fondare il calcolo delle probabilità, ma la sua scommessa voleva rendere chiaro che nella questione dell'esistenza o della non esistenza di Dio non è richiesto un giudizio della pura ragione, bensì una decisione dell'uomo nella sua interezza, la quale non può essere provata dalla ragione, ma può ben essere giustificata di fronte a essa.
Un rischio calcolabile, quindi, e una faccenda seria: l'uomo adopera per questa decisione fondamentale perlomeno tanta cura, intende Pascal, quanta per una decisione al tavolo da gioco o nella vita in genere.(...)
tratto da ""L'INIZIO DI TUTTE LE COSE" Di Hans Kuns
Aldo
19/07/08
Spesso si sono riunite diverse tradizioni dello stesso avvenimento per cui in quella più tarda aumentava ancora di volta in volta l'elemento prodigioso.
Infine, i racconti come quello del miracolo del sole, della moltiplicazione miracolosa del cibo e della resurrezione dei morti da parte dei profeti Elia ed Eliseo, o del profeta Giona nel ventre della balena, hanno evidentemente il carattere di leggende.
Tutto ciò rende chiaro che i miracoli come violazione delle leggi naturali non si possono documentare storicamente nella Bibbia e chi tenta di farlo ha l'onere della prova di livello di credibilità galileiana. In concreto: non è importante il tremore del monte Sinai, bensì il messaggio che Mosè apprende in quest'occasione. Non sono essenziali le piaghe d'Egitto, ma la testimonianza di Dio che dimostra il suo potere salvifico.
Non è importante il miracoloso attraversamento del mare, ma il messaggio di Dio della liberazione.
I miracoli hanno dunque nella Bibbia il valore di metafore e, proprio come le metafore nella poesia, non vogliono eliminare le leggi di Colui che ha fatto il mondo.
Con ciò si spiega che tale esperienza miracolosa non è in concorrenza con una comprensione del mondo razionale, scientifico-tecnologica.
I racconti dei miracoli non vogliono essere prove dell'esistenza di Dio, ma indicazioni sul suo agire nel mondo: indicazioni che, però, ottengono la loro chiarezza solo attraverso la fede in Colui che ha fatto il mondo.
Le diverse immagini bibbliche e i diversi miracoli possono così essere interpretati correttamente anche in una comprensione evoluzionistica del mondo. Questo porta però a una questione teologica fondamentale, che vorrei trattare in seguito più da vicino.
Ora è importante esaminare con attenzione lo stato evolutivo dell'universo a noi famigliare ponendoci le seguenti domande;
Ma perchè mai, in un determinato limite estremo del tempo (quello che indichiamo come passato, all'inizio del tempo stesso), l'universo dovrebbe trovarsi in uno stato altamente ordinato?
Perchè non si è sempre trovato in uno stato di completo disordine?
E perchè, poi, la direzione del tempo nella quale il disordine aumenta è la stessa in cui l'universo si espande?
La risposta la troviamo nel nucleone dove sono racchiuse le leggi stabilite da Colui che ha fatto il mondo e che gli scienziati sono in grado di scoprirle e di comprenderle senza metterle in discussione, poichè, l'intera storia dell'universo può essere considerata come una Sua Opera.
E' quindi, così irragionevole sperare che queste leggi, o leggi simili, possono valere anche in corrispondenza dell'inizio dell'universo?
Nella teoria classica della relatività generale, l'universo ha avuto inizio con una singolarità la cui densità e curvatura dello spazio -tempo avevono un valore infinito.
In queste condizioni, tutte le leggi della fisica che conosciamo perderebbero la loro validità, come non potrebbero predire come l'universo sarebbe iniziato.
L'universo potrebbe aver avuto un inizio omogeono e ordinato.
Tuttavia, sarebbe stata ugualmente possibile anche una condizione iniziale disordinata, nel tal caso l'universo si troverebbe già in una condizione di completo disordine in modo che con il passare del tempo potrebbe solo rimanere costante o diminuire, ma nè l'una nè l'altra di queste due possibilità corrispode a ciò che di fatto gli scienziati osservono.
La teoria classica della relatività generale predice che l'universo deve avere avuto un inizio con un punto in cui la curvatura dello spazio-tempo è infinità.
Ciò significa che quando questa condizione diventa molto accentuata, gli effetti gravitazionali quantistici acquistano un'importanza rilevante e la teoria classica cessa di essere una buona descrizione dell'universo.
Ecco che allora ci viene in aiuto la teoria quantistica della gravità che considera tutte le possibili condizioni dell'universo.
A ogni singola condizione è associata una coppia di numeri, uno dei quali rappresenta le dimensioni di un'onda e l'altro il suo aspetto.
Sommando tutte le onde di uguale storia si ottiene la proprietà dell'universo composto da spazi curvi che, con il passare del tempo, ne rappresentano l'evoluzione.
La Scienza non conosce quali siano state le condizioni all'inizio dell'universo.
Tuttavia questa difficoltà è superabile qualora la condizione dell'universo fosse quella di non avere un confine.
Ciò significa che l'universo avrebbe iniziato la sua espansione in uno stato molto omogeono e ordinato. Ma non avrebbe potuto essere totalmente uniforme altrimenti avrebbe violato il principio di indeterminazione della meccanica quantistica; dovettero esserci quindi delle piccole fluttuazioni nella densità e nelle velocità delle particelle ridotte al minimo indispensabile richiesto dal principio di indeterminazione.
All'inizio avrebbe avuto un periodo di espanzione "inflazionario", nel quale le sue dimensioni sarebbero cresciute di molto, mentre le fluttuazioni di densità sarebbero dapprima rimaste piccole e poi, successivamente, avrebbero cominciato a crescere.
L'universo, quindi, avrebbe avuto origine in uno stato omogeneo e ordinato, e sarebbe diventato eterogeneo e disordinato con il passare del tempo, la cui freccia psicologica punterebbe nella stessa direzione della freccia termodinamica.
Chiedo venia a chi mi legge se mi sono lasciato andare con osservazioni che potrebbero essere viziate da giudizi personali e che, quindi, potrebbero essere smentite dalle future teorie e osservazioni scientifiche.
Cosa dovrei fare se mi accorgessi di avere fatto un errore di questa portata?
Potrei citare un gran numero di esempi, ma mi guarederò bene dal farlo, visto che ciò mi renderebbe troppo esposto nel post a dure critiche.
Un buon esempio in proposito ci è stato dato da Einstein, che definì la costante cosmologica, da lui introdotta mentre cercava di costruire un modello statico dell'universo, come il più grande sbaglio della sua vita.
Io sono convinto che gli uomini e le donne di grande potenza intellettuale non si accontentano di consolarsi con miti di dèi e di giganti o di restringere il loro pensiero alle faccende della vita quotidiana; costruiscono anche telescopi, satelliti e acceleratori, e siedono alla scrivania per ore interminabili nel tentativo di decifrare il senso dei dati raccolti.
Lo sforso di capire l'universo, come sostiene Hans Kung nel suo libro "L'inizio di tutte le cose", è tra le pochissime cose che innalzano la vita umana al di sopra del livello di una farsa, conferendole un pò di dignità della tragedia.
Prosegue Hans Kung nel suo libro (...) La ricerca e la tecnologia, quindi, per aiutare a superare l'insensatezza dell'universo e la tragicità della vita umana?
n questo caso si è tentato di sottoporre a questi fisici la tanto discussa "" (le pari)scommessa del geniale fisico, matematico e filosofo Blaise Pascal
(Vedi foto in basso), che non tratta di buchi neri o di nani bianchi, nè di dèi e di giganti, ma mette al voto la seguente alternativa "Dio è o non è".
Entrambe le possibilità sono naturalmente dubbie: "La ragione qui non può decidere niente.(...) Su cosa scommetterete?
Con la ragione, voi non potete sostenere nessuna delle due.
Non accusate dunque di errore quelli che hanno fatto una scelta, perchè non ne sapete nulla ".
Questo è il punto decisivo: bisogna scegliere!
Non scegliere è comunque una scelta; " Il faut parier - bisogna scommettere; cela n'est pas volontaire - questo non è lasciato al libero volere; vous etes embarquè - ormai siete sulla barca!".
E quali sono le possibilità?
In base alla natura dell'alternativa (vita eterna e felice o il nulla) e secondo la grandezza dell'uso (uso finito per l'infinito) - si rifletta bene su questo - le possibilità dell'irreligiosità stanno a quelle della fede come lo "zero all'infinito": se si crede in Dio non si perde in ogni caso nulla, ma si può guadagnare tutto. L'argomento della scommessa, continua ancora Hans Kung, sarebbe fraìnteso se vi si vedesse una nuova prova, di tipo matematico, dell'esistenza di Dio. Pascal, stimolato dal gioco dei dadi che praticava, ha certamente contribuito a fondare il calcolo delle probabilità, ma la sua scommessa voleva rendere chiaro che nella questione dell'esistenza o della non esistenza di Dio non è richiesto un giudizio della pura ragione, bensì una decisione dell'uomo nella sua interezza, la quale non può essere provata dalla ragione, ma può ben essere giustificata di fronte a essa.
Un rischio calcolabile, quindi, e una faccenda seria: l'uomo adopera per questa decisione fondamentale perlomeno tanta cura, intende Pascal, quanta per una decisione al tavolo da gioco o nella vita in genere.(...)
tratto da ""L'INIZIO DI TUTTE LE COSE" Di Hans Kuns
Aldo
19/07/08
BLAISE PASCAL
BLAISE PASCAL Ha certamente contribuito a fondare il calcolo delle probabilità
40-L'ESISTENZA ANTISCIENTIFICA DELLE RELIGIONI
40-L'ESISTENZA ANTISCIENTIFICA DELLE RELIGIONI
SE SEI INTERESSATO AL CONCETTO RIGUARDANTE IL DIAGRAMMA DI FLUSSO QUI SOTTO RIPORTATO "ANATOMIA DELL' ATEISMO", TI CONSIGLIO DI STAMPARLO, INGRANDIRLO E CONSERVARLO, TI SERVIRA' PER SEGUIRE I RAGIONAMENTI INERENTI AL TEMA RELIGIOSO CHE STO TRATTANDO.
TIENI PRESENTE, SOPRATTUTTO, QUESTO CONCETTO: LA BIBBIA DICE: "IO SONO IL SIGNORE DIO TUO, NON AVRAI ALTRO DIO ALL'INFUORI DI ME" - E DATO CHE LA SCIENZA GALILEIANA E LA MATEMATICA NON SONO OPINIONI; NON POSSONO, QUINDI, ESISTERE DIVERSE RELIGIONI, MA UN' UNICA E UNIVERSALE RELIGIONE COME ESISTE UN' UNICA SCIENZA GALILEIANA E UN' UNICA LOGICA MATEMATICA
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SE SEI INTERESSATO AL CONCETTO RIGUARDANTE IL DIAGRAMMA DI FLUSSO QUI SOTTO RIPORTATO "ANATOMIA DELL' ATEISMO", TI CONSIGLIO DI STAMPARLO, INGRANDIRLO E CONSERVARLO, TI SERVIRA' PER SEGUIRE I RAGIONAMENTI INERENTI AL TEMA RELIGIOSO CHE STO TRATTANDO.
TIENI PRESENTE, SOPRATTUTTO, QUESTO CONCETTO: LA BIBBIA DICE: "IO SONO IL SIGNORE DIO TUO, NON AVRAI ALTRO DIO ALL'INFUORI DI ME" - E DATO CHE LA SCIENZA GALILEIANA E LA MATEMATICA NON SONO OPINIONI; NON POSSONO, QUINDI, ESISTERE DIVERSE RELIGIONI, MA UN' UNICA E UNIVERSALE RELIGIONE COME ESISTE UN' UNICA SCIENZA GALILEIANA E UN' UNICA LOGICA MATEMATICA
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41 - ANATOMIA DELL'ATEISMO
ED E' APPUNTO CON LA LINGUA MATEMATICA, COME HA SCOPERTO PER PRIMO GALILEO GALILEI QUATTROCENTO ANNI FA, CHE COLUI CHE HA FATTO IL MONDO HA DESCRITTO QUELLO CHE HA CREATO.
TOCCA ALL' UOMO, CON UMILTA' E IMPEGNO, IMPARARE IL LINGUAGGIO MATEMATICO PER CONOSCERE SCIENTIFICAMENTE COLUI CHE HA FATTO IL MONDO.
LA FEDE IN COLUI CHE HA FATTO IL MONDO PRATICATA DALLE RELIGIONI ESISTENTI SI TRADUCE IN "IGNORANZA SCIENTIFICA" FINO A QUANDO NON SI RIUSCIRA' A LEGGERE SCIENTIFICAMENTE TUTTE LE PAGINE DEL LIBRO DELL'UNIVERSO CHE COLUI CHE HA FATTO IL MONDO HA MESSO DAVANTI AI NOSTRI OCCHI.
IL LETTORE CHE HA AVUTO LA PAZIENZA DI SEGUIRMI FIN QUI SAPPIA CHE SE LA SCIENZA OGGI E' ARRIVATA A FORMULARE LA POSSIBILE ESISTENZA DEL SUPERMONDO, QUESTO LO DOBBIAMO ALLA VALIDITA DELLA SINTESI DI TUTTI I FENOMENI GALILEIANAMENTE NOTI E ALL'APPARATO MATEMATICO CHE CI PERMETTE DI CALCOLARE IN MODO RIGOROSO QUALI NUOVI ORIZZONTI APRE LA LOGICA DEL SUPERMONDO.
MA GIA DUEMILA ANNI FA, QUANDO PILATO CHIESE A GESU DI NAZARET SE ERA VERO CHE FOSSE RE, LA RISPOSTA FU: "SI, SONO RE, MA IL MIO REGNO NON E' DI QUESTO MONDO".
ORA SIAMO IN GRADO DI CONOSCERE L'ESATTO SIGNIFICATO SCIENTIFICO DI QUELLA RISPOSTA. A QUEI TEMPI L'UOMO PENSAVA, SEGUENDO LA LEGGE DI DEMOCRITO, CHE SPEZZANDO UNA PIETRA IN PEZZI SEMPRE PIU PICCOLI SI DEVE ARRIVARE A UN PEZZETTINO - PICCOLO QUANTO SI VOGLIA - MA CHE NON SI ROMPERA PIU IN ALTRI PEZZETTINI PER VIA DEL FATTO CHE QUEST'ULTIMO PEZZETTINO NON E' PIU COMPOSTO DI ALTRE COSE ECCETTO CHE DI SE STESSO.
CHI HA FATTO IL MONDO HA DECISO INVECE CHE LE COSE DOVEVANO ANDARE BEN DIVERSAMENTE: IL PROTONE, NONOSTANTE L'ESTREMA VIOLENZA DEGLI URTI STUDIATI OGGI GIORNO DAGLI SCIENZIATI, NON SI ROMPE AFFATTO.
RESTA PERFETTAMENTE COMPATTO COME SE GLI URTI FOSSERO TOTALMENTE INESISTENTI.
ECCO DOVE INTERVIENE COLUI CHE HA FATTO IL MONDO.
UN PROTONE CONSTA DI TRE QUARK INCOLLATI DA UN TIPO DI FORZA CHE E' RADICALMENTE DIVERSA DA QUELLA ELETTROMAGNETICA.
LA FORZA TRA PARTICELLE ELETTRICAMENTE CARICHE DIMINUISCE ALL'AUMENTARE DEL QUADRATO DELLA DISTANZA TRA LE CARICHE ELETRICHE.
LA FORZA CHE AGISCE TRA QUARK NON DIMINUISCE, AUMENTA ALL'AUMENTARE DELLA DISTANZA TRA I QUARK.
QUANDO I QUARK SI TROVANO A UNA DISTANZA PARI A UN DECIMO DI MILLESIMO DI MILIARDESIMO DI CENTIMETRO LA FORZA DI ATTRAZIONE TRA I QUARK DIVENTA ENORME (QUASI INFINITA).
IL REGNO DEL SUPERMONDO A CUI SI RIFERIVA GESU DI NAZARET E' RACCHIUSO NEL PROTONE INDISTRUTTIBILE E CON UNA LONGEVITA, IL CUI VALORE, IN RAPPORTO ALL'UNITA DI TEMPO FONDAMENTALE, E' DI OTTANTADUE POTENZE DI DIECI.
MA NON SOLO GESU DI NAZARET ERA FATTO DI PROTONI, NEUTRONI ED ELETRONI MA ANCHE
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TOCCA ALL' UOMO, CON UMILTA' E IMPEGNO, IMPARARE IL LINGUAGGIO MATEMATICO PER CONOSCERE SCIENTIFICAMENTE COLUI CHE HA FATTO IL MONDO.
LA FEDE IN COLUI CHE HA FATTO IL MONDO PRATICATA DALLE RELIGIONI ESISTENTI SI TRADUCE IN "IGNORANZA SCIENTIFICA" FINO A QUANDO NON SI RIUSCIRA' A LEGGERE SCIENTIFICAMENTE TUTTE LE PAGINE DEL LIBRO DELL'UNIVERSO CHE COLUI CHE HA FATTO IL MONDO HA MESSO DAVANTI AI NOSTRI OCCHI.
IL LETTORE CHE HA AVUTO LA PAZIENZA DI SEGUIRMI FIN QUI SAPPIA CHE SE LA SCIENZA OGGI E' ARRIVATA A FORMULARE LA POSSIBILE ESISTENZA DEL SUPERMONDO, QUESTO LO DOBBIAMO ALLA VALIDITA DELLA SINTESI DI TUTTI I FENOMENI GALILEIANAMENTE NOTI E ALL'APPARATO MATEMATICO CHE CI PERMETTE DI CALCOLARE IN MODO RIGOROSO QUALI NUOVI ORIZZONTI APRE LA LOGICA DEL SUPERMONDO.
MA GIA DUEMILA ANNI FA, QUANDO PILATO CHIESE A GESU DI NAZARET SE ERA VERO CHE FOSSE RE, LA RISPOSTA FU: "SI, SONO RE, MA IL MIO REGNO NON E' DI QUESTO MONDO".
ORA SIAMO IN GRADO DI CONOSCERE L'ESATTO SIGNIFICATO SCIENTIFICO DI QUELLA RISPOSTA. A QUEI TEMPI L'UOMO PENSAVA, SEGUENDO LA LEGGE DI DEMOCRITO, CHE SPEZZANDO UNA PIETRA IN PEZZI SEMPRE PIU PICCOLI SI DEVE ARRIVARE A UN PEZZETTINO - PICCOLO QUANTO SI VOGLIA - MA CHE NON SI ROMPERA PIU IN ALTRI PEZZETTINI PER VIA DEL FATTO CHE QUEST'ULTIMO PEZZETTINO NON E' PIU COMPOSTO DI ALTRE COSE ECCETTO CHE DI SE STESSO.
CHI HA FATTO IL MONDO HA DECISO INVECE CHE LE COSE DOVEVANO ANDARE BEN DIVERSAMENTE: IL PROTONE, NONOSTANTE L'ESTREMA VIOLENZA DEGLI URTI STUDIATI OGGI GIORNO DAGLI SCIENZIATI, NON SI ROMPE AFFATTO.
RESTA PERFETTAMENTE COMPATTO COME SE GLI URTI FOSSERO TOTALMENTE INESISTENTI.
ECCO DOVE INTERVIENE COLUI CHE HA FATTO IL MONDO.
UN PROTONE CONSTA DI TRE QUARK INCOLLATI DA UN TIPO DI FORZA CHE E' RADICALMENTE DIVERSA DA QUELLA ELETTROMAGNETICA.
LA FORZA TRA PARTICELLE ELETTRICAMENTE CARICHE DIMINUISCE ALL'AUMENTARE DEL QUADRATO DELLA DISTANZA TRA LE CARICHE ELETRICHE.
LA FORZA CHE AGISCE TRA QUARK NON DIMINUISCE, AUMENTA ALL'AUMENTARE DELLA DISTANZA TRA I QUARK.
QUANDO I QUARK SI TROVANO A UNA DISTANZA PARI A UN DECIMO DI MILLESIMO DI MILIARDESIMO DI CENTIMETRO LA FORZA DI ATTRAZIONE TRA I QUARK DIVENTA ENORME (QUASI INFINITA).
IL REGNO DEL SUPERMONDO A CUI SI RIFERIVA GESU DI NAZARET E' RACCHIUSO NEL PROTONE INDISTRUTTIBILE E CON UNA LONGEVITA, IL CUI VALORE, IN RAPPORTO ALL'UNITA DI TEMPO FONDAMENTALE, E' DI OTTANTADUE POTENZE DI DIECI.
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MOSE'
MOSE'
Profeta del popolo ebraico vissuto nel corso del XIII secolo a.C., la sua fama è legata al suo ruolo di condottiero nell'Esodo degli Ebrei dall'Egitto alla Terra promessa attraverso il Mar Rosso e il deserto, e alla funzione di legislatore a seguito delle rivelazioni divine sul Monte Sinai, dove, secondo la tradizione, gli è stato consegnato da Dio stesso il Decalogo con i comandamenti e gli sono state insegnate le Leggi che formeranno la Tōrāh.
La sua storia è narrata, oltre che nelle Sacre Scritture, anche nel Midrash, nel "De Vita Mosis" di Filone di Alessandria, nei testi di Giuseppe Flavio.L'Esodo racconta:La datazione degli avvenimenti biblici di Mosè e degli ebrei sono tuttora motivo di dibattito fra gli studiosi. Questi pochi passi sono gli unici riferimenti storici.
La costruzione delle città di Pitom e Ramses fa ritenere ad alcuni che il faraone oppressore sia Seti I e il faraone della liberazione Ramesse II.
Altri invece pongono Ramesse come oppressore e Merenptah come liberatore, ritenendo come prova d'eccezione la famosa "stele di Merenptah" che elenca, fra i popoli conquistati, anche gli israeliti.
C'è chi invece preferisce datare l'Esodo con la cacciata degli hyksos, i faraoni semiti.
Non abbiamo ancora una risposta a questo quesito, alcuni persino, stanchi da tanta discussione, preferiscono credere che il racconto dell'Esodo sia solo un'antica leggenda e che gli avvenimenti di Mosè e del suo popolo non siano mai accaduti.
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La sua storia è narrata, oltre che nelle Sacre Scritture, anche nel Midrash, nel "De Vita Mosis" di Filone di Alessandria, nei testi di Giuseppe Flavio.L'Esodo racconta:La datazione degli avvenimenti biblici di Mosè e degli ebrei sono tuttora motivo di dibattito fra gli studiosi. Questi pochi passi sono gli unici riferimenti storici.
La costruzione delle città di Pitom e Ramses fa ritenere ad alcuni che il faraone oppressore sia Seti I e il faraone della liberazione Ramesse II.
Altri invece pongono Ramesse come oppressore e Merenptah come liberatore, ritenendo come prova d'eccezione la famosa "stele di Merenptah" che elenca, fra i popoli conquistati, anche gli israeliti.
C'è chi invece preferisce datare l'Esodo con la cacciata degli hyksos, i faraoni semiti.
Non abbiamo ancora una risposta a questo quesito, alcuni persino, stanchi da tanta discussione, preferiscono credere che il racconto dell'Esodo sia solo un'antica leggenda e che gli avvenimenti di Mosè e del suo popolo non siano mai accaduti.
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MAOMETTO
MAOMETTO
Maometto (arabo:محمد بن عبد الله بن عبد ﺍﻟﻤﻄﻠﺐ ﺍﻟﻬﺎﺷﻤﻲ, Muḥammad ibn ˁAbd Allāh ibn ˁAbd al-Muţţalib al-Hāshimī); Mecca, 20 aprile 570 – Medina, 8 giugno 632) fu mercante di Mecca e il profeta dell'Islam, considerato dai musulmani l'ultimo e più grande "messaggero" di Dio (Allah), incaricato da Dio stesso - attraverso l'arcangelo Gabriele - di divulgare il Suo verbo [1].
Maometto[2] nacque, secondo alcune fonti tradizionali, il 20 aprile 570 a Mecca, nella regione peninsulare araba del Hijaz, e morì il lunedì 13 rabīʿ I dell'anno 11 dell'Egira (equivalente all'8 giugno del 632) a Medina e ivi fu sepolto, all'interno della casa in cui viveva
In questa miniatura dell'XI secolo, tratta dall'Athār al-baqiya (Tracce dei [secoli] passati) di al-Bīrūnī (manoscritto della Bibliothèque nationale de France, Arabe 1489 fol. 5v), Maometto è invece, senza alcun problema, raffigurato senza velo sul volto. Appartenente a un importante clan di mercanti, quello dei Banu Hashim, componente della più vasta tribù dei Banu Quraysh di Mecca, Maometto era l'unico figlio di ʿAbd Allāh b.
ʿAbd al-Muṭṭalib ibn Hāshim e di Āmina bint Wahb, figlia del sayyid del clan dei Banu Zuhra, anch'esso appartenente ai B.
Quraysh.Orfano fin dalla nascita del padre (morto a Yathrib al termine d'un viaggio di commercio che l'aveva portato nella palestinese Gaza), Maometto rimase precocemente orfano anche di sua madre che, nei suoi primissimi anni, l'aveva dato a balia a Ḥalīma bint ʿAbd Allāh, della tribù dei Banu Saʿd, che effettuava piccolo nomadismo intorno a Yathrib.
A Mecca - dove, alla morte della madre, fu portato dal suo primo tutore, il nonno paterno ‘Abd al-Muttalib ibn Hāshim, e dove poi rimase anche col secondo suo tutore, lo zio paterno Abu Tàlib - Maometto ebbe occasione di entrare in contatto sin dalla più tenera età con i ḥanīf, monoteisti che non si riferivano ad alcuna religione rivelata.
Nei suoi viaggi fatti in Siria e Yemen con suo zio, Maometto conobbe poi le comunità ebraiche e quelle cristiane, e dell'incontro col monaco cristiano siriano Bahira, che avrebbe riconosciuto in un neo fra le sue scapole il segno del futuro carisma profetico, si parla già nella prima biografia (Sira) di Maometto, curata vario tempo dopo la morte da Ibn Ishāq e poi ripresa in forma più "pia" da Ibn Hishām.
Oltre alla madre e alla nutrice, due altre donne si presero cura di lui da bambino: Umm Ayman e Fatima bint ‘Abd al-Muttalib, sua zia paterna.
La prima era la schiava nera della madre e che lo aveva allevato dopo il periodo in cui era stato con Halima, rimanendo con lui fino a che Maometto ne propiziò il matrimonio con il figlio adottivo del Profeta, Zayd ibn Haritha.
Nella tradizione islamica Umm Ayman, che generò Usama ibn Zayd, fa parte della Gente della Casa (Ahl al-Bayt) e il Profeta nutrì sempre per lei un vivo affetto, anche per essere stata una delle prime donne a credere al messaggio coranico da lui rivelato. Altrettanto pronta a credergli fu la sua affettuosa e presente zia Fatima bint ‘Abd al-Mùttalib, che Maometto amava per il suo carattere dolce, tanto da mettere il suo nome a una delle proprie figlie e per la quale il futuro profeta pregò spesso dopo la sua morte.
I numerosi viaggi intrapresi per via dell'attività mercantile familiare - dapprima con lo zio e poi come agente della ricca e colta vedova Khadīja bt. Khuwaylid - dettero a Maometto occasione di ampliare in maniera significativa le sue conoscenze in campo religioso e sociale.
Sposata nel 595 Khadìja bint Khuwàylid (che restò finché visse la sua unica moglie), egli poté dedicarsi alle sue riflessioni spirituali in modo più assiduo e, anzi, pressoché esclusivo.
Khadìja fu il primo essere umano a credere nella Rivelazione di cui Maometto era portatore e lo sostenne con forte convinzione fino alla sua morte avvenuta nel 619.
A lui, in una felice vita di coppia, dette quattro figlie, Ruqayya, Umm Khulthūm, Zaynab e Fatima, oltre a due figli maschi (Qàsim e ‘Abd Allah) che morirono tuttavia in tenera età.
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Maometto[2] nacque, secondo alcune fonti tradizionali, il 20 aprile 570 a Mecca, nella regione peninsulare araba del Hijaz, e morì il lunedì 13 rabīʿ I dell'anno 11 dell'Egira (equivalente all'8 giugno del 632) a Medina e ivi fu sepolto, all'interno della casa in cui viveva
In questa miniatura dell'XI secolo, tratta dall'Athār al-baqiya (Tracce dei [secoli] passati) di al-Bīrūnī (manoscritto della Bibliothèque nationale de France, Arabe 1489 fol. 5v), Maometto è invece, senza alcun problema, raffigurato senza velo sul volto. Appartenente a un importante clan di mercanti, quello dei Banu Hashim, componente della più vasta tribù dei Banu Quraysh di Mecca, Maometto era l'unico figlio di ʿAbd Allāh b.
ʿAbd al-Muṭṭalib ibn Hāshim e di Āmina bint Wahb, figlia del sayyid del clan dei Banu Zuhra, anch'esso appartenente ai B.
Quraysh.Orfano fin dalla nascita del padre (morto a Yathrib al termine d'un viaggio di commercio che l'aveva portato nella palestinese Gaza), Maometto rimase precocemente orfano anche di sua madre che, nei suoi primissimi anni, l'aveva dato a balia a Ḥalīma bint ʿAbd Allāh, della tribù dei Banu Saʿd, che effettuava piccolo nomadismo intorno a Yathrib.
A Mecca - dove, alla morte della madre, fu portato dal suo primo tutore, il nonno paterno ‘Abd al-Muttalib ibn Hāshim, e dove poi rimase anche col secondo suo tutore, lo zio paterno Abu Tàlib - Maometto ebbe occasione di entrare in contatto sin dalla più tenera età con i ḥanīf, monoteisti che non si riferivano ad alcuna religione rivelata.
Nei suoi viaggi fatti in Siria e Yemen con suo zio, Maometto conobbe poi le comunità ebraiche e quelle cristiane, e dell'incontro col monaco cristiano siriano Bahira, che avrebbe riconosciuto in un neo fra le sue scapole il segno del futuro carisma profetico, si parla già nella prima biografia (Sira) di Maometto, curata vario tempo dopo la morte da Ibn Ishāq e poi ripresa in forma più "pia" da Ibn Hishām.
Oltre alla madre e alla nutrice, due altre donne si presero cura di lui da bambino: Umm Ayman e Fatima bint ‘Abd al-Muttalib, sua zia paterna.
La prima era la schiava nera della madre e che lo aveva allevato dopo il periodo in cui era stato con Halima, rimanendo con lui fino a che Maometto ne propiziò il matrimonio con il figlio adottivo del Profeta, Zayd ibn Haritha.
Nella tradizione islamica Umm Ayman, che generò Usama ibn Zayd, fa parte della Gente della Casa (Ahl al-Bayt) e il Profeta nutrì sempre per lei un vivo affetto, anche per essere stata una delle prime donne a credere al messaggio coranico da lui rivelato. Altrettanto pronta a credergli fu la sua affettuosa e presente zia Fatima bint ‘Abd al-Mùttalib, che Maometto amava per il suo carattere dolce, tanto da mettere il suo nome a una delle proprie figlie e per la quale il futuro profeta pregò spesso dopo la sua morte.
I numerosi viaggi intrapresi per via dell'attività mercantile familiare - dapprima con lo zio e poi come agente della ricca e colta vedova Khadīja bt. Khuwaylid - dettero a Maometto occasione di ampliare in maniera significativa le sue conoscenze in campo religioso e sociale.
Sposata nel 595 Khadìja bint Khuwàylid (che restò finché visse la sua unica moglie), egli poté dedicarsi alle sue riflessioni spirituali in modo più assiduo e, anzi, pressoché esclusivo.
Khadìja fu il primo essere umano a credere nella Rivelazione di cui Maometto era portatore e lo sostenne con forte convinzione fino alla sua morte avvenuta nel 619.
A lui, in una felice vita di coppia, dette quattro figlie, Ruqayya, Umm Khulthūm, Zaynab e Fatima, oltre a due figli maschi (Qàsim e ‘Abd Allah) che morirono tuttavia in tenera età.
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CONFUCIO
CONFUCIO
Maestro Kong) (551 a.C. – 479 a.C.) è stato un filosofo cinese.
La sua speculazione filosofica ha dato origine ad una intera tradizione culturale, il Confucianesimo (Rújiā 儒家): i suoi insegnamenti hanno influenzato profondamente il pensiero e lo stile di vita cinese, coreano, giapponese e vietnamita.
Confucio visse in Cina nel Periodo delle primavere e degli autunni, un'epoca di anarchia e di diffusa corruzione, dominato dalle guerre tra stati feudali.
La sua filosofia si basava sull'etica personale e politica, sulla correttezza delle relazioni sociali, sulla giustizia, sul rispetto dell'autorità familiare e gerarchica, sull'onestà e la sincerità.
La difesa di questi valori gli assicurò sotto la dinastia Han (206 a.C.–220 d.C.) un ruolo preminente rispetto ad altre dottrine come il legalismo (Fǎjiā 法家) e il taoismo (Dàojiā 道家).
Il pensiero confuciano fu introdotto in Europa dal gesuita Matteo Ricci, che fu il primo a latinizzare il nome di Kǒngfūzǐ in Confucio.
I suoi insegnamenti sono raccolti negli Analecta (Lùnyǔ 論語), una raccolta di aforismi e frammenti di discorsi compilata molti anni dopo la sua morte dai suoi discepoli.
Sebbene, infatti, per più di duemila anni la tradizione lo abbia ritenuto autore o curatore di tutti i Cinque Classici, gli storici moderni non ritengono di poter attribuire con certezza a Confucio nessuno scritto fra quelli che la tradizione lega al suo nomeSecondo la tradizione, Confucio nacque nella città di Qufu nello Stato di Lu (ora parte dell'odierna provincia di Shandong) nel 551 a.C., durante il Periodo delle primavere e degli autunni.
In quest'epoca si situa anche l'inizio del movimento filosofico delle Cento scuole di pensiero.
Sempre secondo la biografia tradizionale, riportata da Sima Qian nelle sue Memorie di uno storico, il padre di Confucio, che apparteneva ad una famiglia nobile impoverita discendente dalla dinastia Shang, aveva sposato a sessantacinque anni, in seconde nozze, una fanciulla di quindici anni.
Un matrimonio del genere, secondo le consuetudini dell'epoca, era da considerarsi un'unione illecita (yěhé 野合).
Confucio perse il padre all'età di tre anni, e fu allevato dalla madre, che riuscì ad assicurargli un'istruzione anche se la famiglia viveva in povertà.Non ci sono notizie certe sulla vita di Confucio.
La sua ascesa sociale lo pone nell'ambito della classe emergente Shì (士), a metà tra la vecchia nobiltà e la gente comune, alla quale, come Confucio, appartenevano uomini di talento ma di origini modeste che cercavano di raggiungere una posizione elevata grazie alle proprie doti intellettuali. Egli stesso, riferiscono gli Analecta, vantava le sue umili origini che lo avrebbero spinto a sviluppare le sue capacità.[1].
Secondo Mencio (370 a.C. - 289 a.C.), Confucio si sarebbe occupato dell'amministrazione di negozi e di pascoli e bestiame [2].
Probabilmente, svolse compiti amministrativi per il governatore della provincia.
Sima Qian, riferisce che dopo i cinquant'anni Confucio divenne ministro della giustizia del duca di Lu, ma fu in seguito costretto a dimettersi e ad andare in esilio.
Iniziò quindi un lungo viaggio attraverso gli stati di Wei, Song, Chen, Cai, e Chu, cercando impiego presso i governanti come consigliere.[3].
Tornato nello stato di Lu, trascorse gli ultimi anni dedicandosi agli studi e all'insegnamento, circondato da un numero crescente di discepoli.
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La sua speculazione filosofica ha dato origine ad una intera tradizione culturale, il Confucianesimo (Rújiā 儒家): i suoi insegnamenti hanno influenzato profondamente il pensiero e lo stile di vita cinese, coreano, giapponese e vietnamita.
Confucio visse in Cina nel Periodo delle primavere e degli autunni, un'epoca di anarchia e di diffusa corruzione, dominato dalle guerre tra stati feudali.
La sua filosofia si basava sull'etica personale e politica, sulla correttezza delle relazioni sociali, sulla giustizia, sul rispetto dell'autorità familiare e gerarchica, sull'onestà e la sincerità.
La difesa di questi valori gli assicurò sotto la dinastia Han (206 a.C.–220 d.C.) un ruolo preminente rispetto ad altre dottrine come il legalismo (Fǎjiā 法家) e il taoismo (Dàojiā 道家).
Il pensiero confuciano fu introdotto in Europa dal gesuita Matteo Ricci, che fu il primo a latinizzare il nome di Kǒngfūzǐ in Confucio.
I suoi insegnamenti sono raccolti negli Analecta (Lùnyǔ 論語), una raccolta di aforismi e frammenti di discorsi compilata molti anni dopo la sua morte dai suoi discepoli.
Sebbene, infatti, per più di duemila anni la tradizione lo abbia ritenuto autore o curatore di tutti i Cinque Classici, gli storici moderni non ritengono di poter attribuire con certezza a Confucio nessuno scritto fra quelli che la tradizione lega al suo nomeSecondo la tradizione, Confucio nacque nella città di Qufu nello Stato di Lu (ora parte dell'odierna provincia di Shandong) nel 551 a.C., durante il Periodo delle primavere e degli autunni.
In quest'epoca si situa anche l'inizio del movimento filosofico delle Cento scuole di pensiero.
Sempre secondo la biografia tradizionale, riportata da Sima Qian nelle sue Memorie di uno storico, il padre di Confucio, che apparteneva ad una famiglia nobile impoverita discendente dalla dinastia Shang, aveva sposato a sessantacinque anni, in seconde nozze, una fanciulla di quindici anni.
Un matrimonio del genere, secondo le consuetudini dell'epoca, era da considerarsi un'unione illecita (yěhé 野合).
Confucio perse il padre all'età di tre anni, e fu allevato dalla madre, che riuscì ad assicurargli un'istruzione anche se la famiglia viveva in povertà.Non ci sono notizie certe sulla vita di Confucio.
La sua ascesa sociale lo pone nell'ambito della classe emergente Shì (士), a metà tra la vecchia nobiltà e la gente comune, alla quale, come Confucio, appartenevano uomini di talento ma di origini modeste che cercavano di raggiungere una posizione elevata grazie alle proprie doti intellettuali. Egli stesso, riferiscono gli Analecta, vantava le sue umili origini che lo avrebbero spinto a sviluppare le sue capacità.[1].
Secondo Mencio (370 a.C. - 289 a.C.), Confucio si sarebbe occupato dell'amministrazione di negozi e di pascoli e bestiame [2].
Probabilmente, svolse compiti amministrativi per il governatore della provincia.
Sima Qian, riferisce che dopo i cinquant'anni Confucio divenne ministro della giustizia del duca di Lu, ma fu in seguito costretto a dimettersi e ad andare in esilio.
Iniziò quindi un lungo viaggio attraverso gli stati di Wei, Song, Chen, Cai, e Chu, cercando impiego presso i governanti come consigliere.[3].
Tornato nello stato di Lu, trascorse gli ultimi anni dedicandosi agli studi e all'insegnamento, circondato da un numero crescente di discepoli.
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BUDDHA
BUDDHA
Scarse sono le testimonianze storiche circa la vita del fondatore del buddismo e controverse sono le stesse date.
Risulta pertanto arduo separare leggenda e realtà, e collocare storicamente le vicende della vita del Buddha, poiché i riscontri a noi pervenuti non sono attendibili.
Gran parte delle fonti storiche, infatti, sono posteriori di almeno duecento anni rispetto agli eventi della vita di Siddartha.
In più, le cronache storiche indiane non sono rigorose nel separare eventi reali da miti e leggende. In base ai riferimenti cronologici della dinastia indiana dei Maurya, fondata da Chandragupta nel 321 a.C., la sua data di nascita più probabile per Siddartha sembrerebbe essere quella del 565 a.C.
Taluni individuano il giorno della sua nascita nell'8 maggio o nell'8 aprile.
Sulla sua nascita (secondo recenti scoperte avvenuta in Nepal meridionale a Lumbini) esistono centinaia di racconti e leggende che hanno l'obiettivo di evidenziare la straordinarietà dell'avvenimento: miracoli che ne annunciano il concepimento, chiari segnali che il bimbo che stava per venire al mondo sarebbe stato un Buddha.
Assolutamente non corrispondente al vero è l'identificazione dei resti archeologici di un palazzo della città natale del Budda con la reggia di Siddartha.
Si tratta ovviamente di storie non verificabili, analoghe a quelle che, in tutte le religioni, annunciano eventi catartici; alcune di queste rivestono tuttavia un interesse storico e filosofico. Siddartha nacque a Kapilavastu, nell'attuale Nepal meridionale, non lontano dal confine con l'India da una ricca famiglia degli Shakya, una stirpe guerriera che dominava il paese e che aveva come capostipite leggendario il re Okkava.
Il padre di Siddartha regnava su uno di questi stati. Infatti, l'India, prima dell'avvento della dinastia Maurya era divisa in innumerevoli staterelli, spesso in lotta fra di loro, tanto che è nota l'intenzione di Alessandro Magno di procedere all'annessione del territorio tra l'Indo (raggiunto nel 326 a.C.) ed il Gange, sfumato solo a causa del celebre ammutinamento dell'esercito macedone non lontano dall'attuale città di Amristar.
Noto è anche il contatto tra i macedoni e la filosofia buddista, mentre non documentato è l'incontro tra Chandragupta Maurya (in greco, Xandrakoptos) e lo stesso Alessandro.
Nei due secoli che separano l'inizio della predicazione del Budda dall'invasione di Alessandro Magno, il buddismo si era infatti diffuso negli attuali India, Nepal, Afghanistan, Pakistan, Cina, Bhutan, Sikkim, Tibet, Uzbekistan, Turkmenistan, Mongolia, Bangladesh, Sri Lanka, Myanmar, Kirghizistan, Tagikistan, Malesia, Viet Nam, Cambogia, Laos.
In molti di questi paesi, in seguito all'invasione araba, tra il 700 d. C. ed il 900 d. C., il buddismo scomparve o divenne minoritario.In Giappone, invece arrivò solo nel 673 d. C..
Stando alle fonti, prima della nascita di Siddartha, la madre ebbe un sogno premonitore, ovvero che, se il figlio fosse uscito dal cancello del palazzo reale, non vi sarebbe più tornato, cosa che puntualmente riferì al marito, il quale rimase assai turbato ed organizzò tutto quanto potesse impedire l'evento premonitore. Essa dopo il parto morì, ed il bimbo venne allevato dalle balie e dal padre nel più grande sfarzo.
Figlio, quindi, di un raja, cioè di un capo eletto dai maggiorenti cui è affidato il potere di governare, gli viene imposto il nome di Siddharta ("quegli che ha raggiunto l'illuminazione") e di Gautama ("l'appartenente al ramo Gotra degli Shakya"), ma in seguito sarà indicato con altri appellativi sui quali emerge quello di Buddha che significa "l'Illuminato", "il Risvegliato".
Siddharta sembrava mostrare una precoce tendenza contemplativa, mentre il padre l'avrebbe
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Risulta pertanto arduo separare leggenda e realtà, e collocare storicamente le vicende della vita del Buddha, poiché i riscontri a noi pervenuti non sono attendibili.
Gran parte delle fonti storiche, infatti, sono posteriori di almeno duecento anni rispetto agli eventi della vita di Siddartha.
In più, le cronache storiche indiane non sono rigorose nel separare eventi reali da miti e leggende. In base ai riferimenti cronologici della dinastia indiana dei Maurya, fondata da Chandragupta nel 321 a.C., la sua data di nascita più probabile per Siddartha sembrerebbe essere quella del 565 a.C.
Taluni individuano il giorno della sua nascita nell'8 maggio o nell'8 aprile.
Sulla sua nascita (secondo recenti scoperte avvenuta in Nepal meridionale a Lumbini) esistono centinaia di racconti e leggende che hanno l'obiettivo di evidenziare la straordinarietà dell'avvenimento: miracoli che ne annunciano il concepimento, chiari segnali che il bimbo che stava per venire al mondo sarebbe stato un Buddha.
Assolutamente non corrispondente al vero è l'identificazione dei resti archeologici di un palazzo della città natale del Budda con la reggia di Siddartha.
Si tratta ovviamente di storie non verificabili, analoghe a quelle che, in tutte le religioni, annunciano eventi catartici; alcune di queste rivestono tuttavia un interesse storico e filosofico. Siddartha nacque a Kapilavastu, nell'attuale Nepal meridionale, non lontano dal confine con l'India da una ricca famiglia degli Shakya, una stirpe guerriera che dominava il paese e che aveva come capostipite leggendario il re Okkava.
Il padre di Siddartha regnava su uno di questi stati. Infatti, l'India, prima dell'avvento della dinastia Maurya era divisa in innumerevoli staterelli, spesso in lotta fra di loro, tanto che è nota l'intenzione di Alessandro Magno di procedere all'annessione del territorio tra l'Indo (raggiunto nel 326 a.C.) ed il Gange, sfumato solo a causa del celebre ammutinamento dell'esercito macedone non lontano dall'attuale città di Amristar.
Noto è anche il contatto tra i macedoni e la filosofia buddista, mentre non documentato è l'incontro tra Chandragupta Maurya (in greco, Xandrakoptos) e lo stesso Alessandro.
Nei due secoli che separano l'inizio della predicazione del Budda dall'invasione di Alessandro Magno, il buddismo si era infatti diffuso negli attuali India, Nepal, Afghanistan, Pakistan, Cina, Bhutan, Sikkim, Tibet, Uzbekistan, Turkmenistan, Mongolia, Bangladesh, Sri Lanka, Myanmar, Kirghizistan, Tagikistan, Malesia, Viet Nam, Cambogia, Laos.
In molti di questi paesi, in seguito all'invasione araba, tra il 700 d. C. ed il 900 d. C., il buddismo scomparve o divenne minoritario.In Giappone, invece arrivò solo nel 673 d. C..
Stando alle fonti, prima della nascita di Siddartha, la madre ebbe un sogno premonitore, ovvero che, se il figlio fosse uscito dal cancello del palazzo reale, non vi sarebbe più tornato, cosa che puntualmente riferì al marito, il quale rimase assai turbato ed organizzò tutto quanto potesse impedire l'evento premonitore. Essa dopo il parto morì, ed il bimbo venne allevato dalle balie e dal padre nel più grande sfarzo.
Figlio, quindi, di un raja, cioè di un capo eletto dai maggiorenti cui è affidato il potere di governare, gli viene imposto il nome di Siddharta ("quegli che ha raggiunto l'illuminazione") e di Gautama ("l'appartenente al ramo Gotra degli Shakya"), ma in seguito sarà indicato con altri appellativi sui quali emerge quello di Buddha che significa "l'Illuminato", "il Risvegliato".
Siddharta sembrava mostrare una precoce tendenza contemplativa, mentre il padre l'avrebbe
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GANDHI
GANDHI
Mohandas Karamchand Gandhi, in devanagari मोहनदास करमचन्द गांधी, (Porbandar, 2 ottobre 1869 – Nuova Delhi, 30 gennaio 1948) è stato un politico indiano.
Importante guida spirituale per il suo paese, lo si conosce soprattutto col nome di Mahatma ("grande anima" in sanscrito), nMohandas Karamchand Gandhi, in devanagari मोहनदास करमचन्द गांधी, (Porbandar, 2 ottobre 1869 – Nuova Delhi, 30 gennaio 1948) è stato un politico indiano. Importante guida spirituale per il suo paese, lo si conosce soprattutto col nome di Mahatma ("grande anima" in sanscrito), nome che gli fu conferito per la prima volta dal poeta Rabindranath Tagore.
Gandhi è stato uno dei pionieri e dei teorici della satyagraha, la resistenza all'oppressione tramite la disobbedienza civile di massa che ha portato l'India all'indipendenza.
La satyagraha è fondata sulla satya (verità) e sull'ahimsa (non-violenza).
Con le sue azioni Gandhi ha ispirato molti movimenti di liberazione e dei diritti civili e ha ispirato anche molte personalità come Martin Luther King, Nelson Mandela, Albert Schweitzer e Aung San Suu Kyi.In India Gandhi è stato riconosciuto come Padre della nazione e il giorno della sua nascita (2 ottobre) è un giorno festivo.
Questa data è stata anche dichiarata Giornata internazionale della non-violenza dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite Gandhi nasce il 2 ottobre 1869 a Porbandar, una città di pescatori nell'attuale Stato di Gujarat, in India.
La sua famiglia appartiene alla comunità modh, gruppo dedito tradizionalmente al commercio (il nome Gandhi significa "droghiere").
La famiglia è di religione jainista, ma attraverso il padre è anche induista: nato indù in terra giainista (e consigliato da un guru giainista), Gandhi non farà mai la differenza tra le due religioni.
Dopo aver frequentato le scuole elementari con risultati mediocri, compie gli studi superiori presso la Alfred High School a Rajkot, dove il padre si era trasferito per ricoprire l'incarico di Primo ministro del locale principato.
Nel 1881, all'età di 13 anni Gandhi sposa, con un matrimonio combinato (secondo la tradizione indù), Kasturba Gandhi, sua coetanea: Gandhi in seguito condannerà più volte "la crudele usanza dei matrimoni infantili".
La coppia avrà 4 figli, tutti maschi.
Su consiglio di un vecchio amico di famiglia Ghandi, all'età di 17 anni e tre anni dopo la morte del padre, parte per studiare da avvocato presso la University College di Londra.
Considerando l'impossibilità di rispettare i precetti induisti in Inghilterra, la sua casta si oppone alla partenza. Gandhi parte nonostante tutto e viene condannato a essere un fuori casta dal capo della sua comunità.
A Londra Gandhi si adatta in una certa misura alle abitudini inglesi, vestendosi come un gentleman.
Ritorna in India il 12 giugno 1891, due giorni dopo aver passato con facilità gli esami di giurisprudenza: una volta sbarcato a Bombay apprende che la madre è morta.
Con l'aiuto del fratello viene riammesso nella sua casta e inizia a praticare l'avvocatura; avrà però difficoltà ad esercitare la sua professione: le sue conoscenze sono sopratutto teoriche e non conosce ancora bene il diritto indiano.
Inoltre è imbarazzato nel parlare in pubblico.
Tenta di sistemarsi a Bombay, ma rinuncia dopo sei mesi per entrate insufficientiome che gli fu conferito per la prima volta dal poeta Rabindranath Tagore.
Gandhi è stato uno dei pionieri e dei teorici della satyagraha, la resistenza all'oppressione tramite la disobbedienza civile di massa che ha portato l'India all'indipendenza.
La satyagraha è fondata sulla satya (verità) e sull'ahimsa (non-violenza).
Con le sue azioni Gandhi ha ispirato molti movimenti di liberazione e dei diritti civili e ha ispirato anche molte personalità come Martin Luther King, Nelson Mandela, Albert Schweitzer e Aung San Suu Kyi.In India Gandhi è stato riconosciuto come Padre della nazione e il giorno della sua nascita (2 ottobre) è un giorno festivo.
Questa data è stata anche dichiarata Giornata internazionale della non-violenza dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite Gandhi nasce il 2 ottobre 1869 a Porbandar, una città di pescatori nell'attuale Stato di Gujarat, in India.
La sua famiglia appartiene alla comunità modh, gruppo dedito tradizionalmente al commercio (il nome Gandhi significa "droghiere").
La famiglia è di religione jainista, ma attraverso il padre è anche induista: nato indù in terra giainista (e consigliato da un guru giainista),
Gandhi non farà mai la differenza tra le due religioni.
Dopo aver frequentato le scuole elementari con risultati mediocri, compie gli studi superiori presso la Alfred High School a Rajkot, dove il padre si era trasferito per ricoprire l'incarico di Primo ministro del locale principato.
Nel 1881, all'età di 13 anni Gandhi sposa, con un matrimonio combinato (secondo la tradizione indù), Kasturba Gandhi, sua coetanea: Gandhi in seguito condannerà più volte "la crudele usanza dei matrimoni infantili".
La coppia avrà 4 figli, tutti maschi.
Su consiglio di un vecchio amico di famiglia Ghandi, all'età di 17 anni e tre anni dopo la morte del padre, parte per studiare da avvocato presso la University College di Londra.
Considerando l'impossibilità di rispettare i precetti induisti in Inghilterra, la sua casta si oppone alla partenza. Gandhi parte nonostante tutto e viene condannato a essere un fuori casta dal capo della sua comunità.
A Londra Gandhi si adatta in una certa misura alle abitudini inglesi, vestendosi come un gentleman.
Ritorna in India il 12 giugno 1891, due giorni dopo aver passato con facilità gli esami di giurisprudenza: una volta sbarcato a Bombay apprende che la madre è morta.
Con l'aiuto del fratello viene riammesso nella sua casta e inizia a praticare l'avvocatura; avrà però difficoltà ad esercitare la sua professione: le sue conoscenze sono sopratutto teoriche e non conosce ancora bene il diritto indiano.
Inoltre è imbarazzato nel parlare in pubblico.
Tenta di sistemarsi a Bombay, ma rinuncia dopo sei mesi per entrate insufficienti
L'assassinio [« Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre. »
Il 30 gennaio 1948, presso la Birla House, a New Delhi, mentre si recava nel giardino per la consueta preghiera ecumenica delle ore 17, accompagnato dalle sue due pronipoti Abha e Manu, Gandhi viene assassinato con tre colpi di pistola [20] da Nathuram Godse, un fanatico indù radicale che ha legami anche con il gruppo estremista indù Mahasabha. Godse riteneva Gandhi responsabile dei presunti cedimenti al nuovo governo del Pakistan e alle fazioni musulmane, non da ultimo il pagamento del debito dovuto al Pakistan.
Prima di sparare, Godse si piega in segno di reverenza di fronte a Gandhi e, dopo l'uccisione, cerca di confondersi tra la folla e di fuggire; quando si accorge di essere braccato e di rischiare il linciaggio, però, rallenta il passo permettendo alle forze dell'ordine di catturarlo.
Nel gennaio del 1949 comincia il processo nei suoi confronti che si conclude l'8 novembre dello stesso anno con una condanna a morte. La sentenza viene eseguita una settimana dopo, malgrado l'opposizione dei sostenitori di Gandhi.
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Importante guida spirituale per il suo paese, lo si conosce soprattutto col nome di Mahatma ("grande anima" in sanscrito), nMohandas Karamchand Gandhi, in devanagari मोहनदास करमचन्द गांधी, (Porbandar, 2 ottobre 1869 – Nuova Delhi, 30 gennaio 1948) è stato un politico indiano. Importante guida spirituale per il suo paese, lo si conosce soprattutto col nome di Mahatma ("grande anima" in sanscrito), nome che gli fu conferito per la prima volta dal poeta Rabindranath Tagore.
Gandhi è stato uno dei pionieri e dei teorici della satyagraha, la resistenza all'oppressione tramite la disobbedienza civile di massa che ha portato l'India all'indipendenza.
La satyagraha è fondata sulla satya (verità) e sull'ahimsa (non-violenza).
Con le sue azioni Gandhi ha ispirato molti movimenti di liberazione e dei diritti civili e ha ispirato anche molte personalità come Martin Luther King, Nelson Mandela, Albert Schweitzer e Aung San Suu Kyi.In India Gandhi è stato riconosciuto come Padre della nazione e il giorno della sua nascita (2 ottobre) è un giorno festivo.
Questa data è stata anche dichiarata Giornata internazionale della non-violenza dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite Gandhi nasce il 2 ottobre 1869 a Porbandar, una città di pescatori nell'attuale Stato di Gujarat, in India.
La sua famiglia appartiene alla comunità modh, gruppo dedito tradizionalmente al commercio (il nome Gandhi significa "droghiere").
La famiglia è di religione jainista, ma attraverso il padre è anche induista: nato indù in terra giainista (e consigliato da un guru giainista), Gandhi non farà mai la differenza tra le due religioni.
Dopo aver frequentato le scuole elementari con risultati mediocri, compie gli studi superiori presso la Alfred High School a Rajkot, dove il padre si era trasferito per ricoprire l'incarico di Primo ministro del locale principato.
Nel 1881, all'età di 13 anni Gandhi sposa, con un matrimonio combinato (secondo la tradizione indù), Kasturba Gandhi, sua coetanea: Gandhi in seguito condannerà più volte "la crudele usanza dei matrimoni infantili".
La coppia avrà 4 figli, tutti maschi.
Su consiglio di un vecchio amico di famiglia Ghandi, all'età di 17 anni e tre anni dopo la morte del padre, parte per studiare da avvocato presso la University College di Londra.
Considerando l'impossibilità di rispettare i precetti induisti in Inghilterra, la sua casta si oppone alla partenza. Gandhi parte nonostante tutto e viene condannato a essere un fuori casta dal capo della sua comunità.
A Londra Gandhi si adatta in una certa misura alle abitudini inglesi, vestendosi come un gentleman.
Ritorna in India il 12 giugno 1891, due giorni dopo aver passato con facilità gli esami di giurisprudenza: una volta sbarcato a Bombay apprende che la madre è morta.
Con l'aiuto del fratello viene riammesso nella sua casta e inizia a praticare l'avvocatura; avrà però difficoltà ad esercitare la sua professione: le sue conoscenze sono sopratutto teoriche e non conosce ancora bene il diritto indiano.
Inoltre è imbarazzato nel parlare in pubblico.
Tenta di sistemarsi a Bombay, ma rinuncia dopo sei mesi per entrate insufficientiome che gli fu conferito per la prima volta dal poeta Rabindranath Tagore.
Gandhi è stato uno dei pionieri e dei teorici della satyagraha, la resistenza all'oppressione tramite la disobbedienza civile di massa che ha portato l'India all'indipendenza.
La satyagraha è fondata sulla satya (verità) e sull'ahimsa (non-violenza).
Con le sue azioni Gandhi ha ispirato molti movimenti di liberazione e dei diritti civili e ha ispirato anche molte personalità come Martin Luther King, Nelson Mandela, Albert Schweitzer e Aung San Suu Kyi.In India Gandhi è stato riconosciuto come Padre della nazione e il giorno della sua nascita (2 ottobre) è un giorno festivo.
Questa data è stata anche dichiarata Giornata internazionale della non-violenza dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite Gandhi nasce il 2 ottobre 1869 a Porbandar, una città di pescatori nell'attuale Stato di Gujarat, in India.
La sua famiglia appartiene alla comunità modh, gruppo dedito tradizionalmente al commercio (il nome Gandhi significa "droghiere").
La famiglia è di religione jainista, ma attraverso il padre è anche induista: nato indù in terra giainista (e consigliato da un guru giainista),
Gandhi non farà mai la differenza tra le due religioni.
Dopo aver frequentato le scuole elementari con risultati mediocri, compie gli studi superiori presso la Alfred High School a Rajkot, dove il padre si era trasferito per ricoprire l'incarico di Primo ministro del locale principato.
Nel 1881, all'età di 13 anni Gandhi sposa, con un matrimonio combinato (secondo la tradizione indù), Kasturba Gandhi, sua coetanea: Gandhi in seguito condannerà più volte "la crudele usanza dei matrimoni infantili".
La coppia avrà 4 figli, tutti maschi.
Su consiglio di un vecchio amico di famiglia Ghandi, all'età di 17 anni e tre anni dopo la morte del padre, parte per studiare da avvocato presso la University College di Londra.
Considerando l'impossibilità di rispettare i precetti induisti in Inghilterra, la sua casta si oppone alla partenza. Gandhi parte nonostante tutto e viene condannato a essere un fuori casta dal capo della sua comunità.
A Londra Gandhi si adatta in una certa misura alle abitudini inglesi, vestendosi come un gentleman.
Ritorna in India il 12 giugno 1891, due giorni dopo aver passato con facilità gli esami di giurisprudenza: una volta sbarcato a Bombay apprende che la madre è morta.
Con l'aiuto del fratello viene riammesso nella sua casta e inizia a praticare l'avvocatura; avrà però difficoltà ad esercitare la sua professione: le sue conoscenze sono sopratutto teoriche e non conosce ancora bene il diritto indiano.
Inoltre è imbarazzato nel parlare in pubblico.
Tenta di sistemarsi a Bombay, ma rinuncia dopo sei mesi per entrate insufficienti
L'assassinio [« Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre. »
Il 30 gennaio 1948, presso la Birla House, a New Delhi, mentre si recava nel giardino per la consueta preghiera ecumenica delle ore 17, accompagnato dalle sue due pronipoti Abha e Manu, Gandhi viene assassinato con tre colpi di pistola [20] da Nathuram Godse, un fanatico indù radicale che ha legami anche con il gruppo estremista indù Mahasabha. Godse riteneva Gandhi responsabile dei presunti cedimenti al nuovo governo del Pakistan e alle fazioni musulmane, non da ultimo il pagamento del debito dovuto al Pakistan.
Prima di sparare, Godse si piega in segno di reverenza di fronte a Gandhi e, dopo l'uccisione, cerca di confondersi tra la folla e di fuggire; quando si accorge di essere braccato e di rischiare il linciaggio, però, rallenta il passo permettendo alle forze dell'ordine di catturarlo.
Nel gennaio del 1949 comincia il processo nei suoi confronti che si conclude l'8 novembre dello stesso anno con una condanna a morte. La sentenza viene eseguita una settimana dopo, malgrado l'opposizione dei sostenitori di Gandhi.
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DALAI LAMA
DALAI LAMA
La parola "lama" è l'equivalente tibetano della parola sanscrita "guru" (maestro spirituale).Il titolo onorifico di Dalai è parola mongola (pronunciabile in tibetano come "tale'i"), attribuita nel 1578 a Sonam Gyatso, supremo capo religioso della corrente tibetana buddista Gelugpa, da Altan Khan, sovrano mongolo del protettorato del Tibet.
La parola tibetana per designare il pontefice supremo è invece rgya-mtsho.
Tanto dalai che rgya-mtsho significano "oceano".
"Dalai Lama" sarebbe dunque traducibile come "Maestro-oceano", ma si preferisce utilizzare la più elegante espressione Oceano di saggezza (alcuni usano invece le parole "Maestro oceanico").
Fin dal quinto Dalai Lama, e fino al 14° (prima che fosse stato costretto all'esilio in India nel 1959) la residenza dei Dalai Lama durante i mesi invernali è stata il palazzo del Potala, mentre in estate si recavano nel palazzo Norbulingka.
Entrambe le residenze sono a Lhasa.
Dal 1959, l'attuale Dalai Lama, Tenzin Gyatso risiede in India, dove l'allora primo ministro Jawaharlal Nehru si prodigò per garantire la sicurezza del religioso buddhista e dei suoi seguaci.
In India, il Dalai Lama risiede a Dharamsala, nello stato di Himachal Pradesh, nel nord del paese. Nella stessa zona si è stabilito anche l'amministrazione del Centro Tibetano che altro non è che il governo tibetano in esilio. In India i rifugiati tibetani hanno costruito molti templi, e s'impegnano per salvaguardare la loro cultura, minacciata, in patria, dall'invasione cinese.
Il Dalai Lama è venerato come manifestazione del bodhisattva della compassione Avalokitesvara (Chenresig in tibetano).
Generalmente la reincarnazione di un Dalai Lama era trovata grazie alle premonizioni, ai responsi degli oracoli ed ai segni divini.
Il potenziale candidato era sottoposto ad una serie di prove atte a ricordare la vita precedente.Se l'esito risultava positivo egli era riconosciuto come reincarnazione del suo predecessore, e durante la sua vita seguivano prima la cerimonia d'intronizzazione quale Dalai Lama ed in seguito, raggiunta la maggiore età, la cerimonia di insediamento quale sovrano del Tibet.
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La parola tibetana per designare il pontefice supremo è invece rgya-mtsho.
Tanto dalai che rgya-mtsho significano "oceano".
"Dalai Lama" sarebbe dunque traducibile come "Maestro-oceano", ma si preferisce utilizzare la più elegante espressione Oceano di saggezza (alcuni usano invece le parole "Maestro oceanico").
Fin dal quinto Dalai Lama, e fino al 14° (prima che fosse stato costretto all'esilio in India nel 1959) la residenza dei Dalai Lama durante i mesi invernali è stata il palazzo del Potala, mentre in estate si recavano nel palazzo Norbulingka.
Entrambe le residenze sono a Lhasa.
Dal 1959, l'attuale Dalai Lama, Tenzin Gyatso risiede in India, dove l'allora primo ministro Jawaharlal Nehru si prodigò per garantire la sicurezza del religioso buddhista e dei suoi seguaci.
In India, il Dalai Lama risiede a Dharamsala, nello stato di Himachal Pradesh, nel nord del paese. Nella stessa zona si è stabilito anche l'amministrazione del Centro Tibetano che altro non è che il governo tibetano in esilio. In India i rifugiati tibetani hanno costruito molti templi, e s'impegnano per salvaguardare la loro cultura, minacciata, in patria, dall'invasione cinese.
Il Dalai Lama è venerato come manifestazione del bodhisattva della compassione Avalokitesvara (Chenresig in tibetano).
Generalmente la reincarnazione di un Dalai Lama era trovata grazie alle premonizioni, ai responsi degli oracoli ed ai segni divini.
Il potenziale candidato era sottoposto ad una serie di prove atte a ricordare la vita precedente.Se l'esito risultava positivo egli era riconosciuto come reincarnazione del suo predecessore, e durante la sua vita seguivano prima la cerimonia d'intronizzazione quale Dalai Lama ed in seguito, raggiunta la maggiore età, la cerimonia di insediamento quale sovrano del Tibet.
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E TUTTI I PROFETI CHE PREDICAVANO L'ESISTENZA DI DIO NELLE VARIE RELIGIONI ERANO FATTI CON GLI STESSI PROTONI, NEUTRONI ED ELETTRONI CHE SONO I MATTONI DI CUI E' FATTA OGNI COSA LEGATA ALLA CROMODINAMICA QUANTISTICA DEL SUPERMONDO CHE NON DISTINGUE TRA PASSATO E FUTURO.
MA QUI " L'IGNORANZA SCIENTIFA" E' ANCORA PURTROPPO RADICATA NEL FATTO CHE NON ESISTE UNA FORMULAZIONE TEORICA DELLE FORZE NUCLEARI CHE SIA ALLO STESSO LIVELLO DI RIGORE DELL'APPARATO MATEMATICO QCD GIA' IN PRECEDENZA ESPOSTO.
IN SOSTANZA, POICHE LE FORZE CHE AGISCONO TRA QUARK E GLUONI NON DISTINGUONO TRA PASSATO E FUTURO, ANCHE LE ENTITA' COMPOSTE (PROTONI E NEUTRONI), ESSENDO FATTE DI QUARK E GLUONI, DEBBONO ANCH'ESSE UBBIDIRE ALLO STESSO TEOREMA.
IN EFFETTI LA TRANSIZIONE DALLA FISICA SUBNUCLEARE DEL SUPERMONDO ALLA FISICA NUCLEARE SARA POSSIBILE TRAMITE L'IMPIEGO DI STRUMENTI EFFICACI CHE PERMETTERANNO DI ESPLORARE ANCOR DI PIU QUESTO DOMINIO DELL' "INFINITAMENTE" PICCOLO.
QUESTI STRUMENTI SONO DI DUE ORDINI. INNANZI TUTTO SPERIMENTALI, GRAZIE A GIGANTESCHI ACCELLERATORI DI PARTICELLE LE CUI DIMENZIONI SI MISURANO OGGI IN CHILOMETRI, COME HO DESCRITTO AL N.30 DEI CONCETTI RICORRENTI, NEI QUALI SI LANCIANO ALCUNE PARTICELLE CONTRO DELLE ALTRE A VELOCITA STRAORDINARIE: IL RISULTATO DELLO SCONTRO, L'ANALISI DEI PEZZI PERMETTONO DI SPECULARE SULLA NATURA DEI COSTITUENTI. L'ALTRO STRUMENTO E' TEORICO, ED E' DESTINATO AD ANALIZZARE I RISULTATI DEGLI ESPERIMENTI.
SI E' NEL DOMINIO DELLA RELATIVITA DI EINSTEIN: MASSA ED ENERGIA SI TRASFORMANO L'UNA NELL'ALTRA.
SI DEVE ANCHE OPERARE LA SINTESI TRA LA MECCANICA QUANTISTICA E LA TEORIA ELETTROMAGNETICA DI MAXWELL.
IN BREVE, BISOGNA PROCEDERE ALLA NUOVA SINTESI CHE SI CHIAMERA L'ELETTRODINAMICA QUANTISTICA RELATIVISTA.
MA QUAL'E', ALLORA, NEL FRATTEMPO, LA FUNZIONE DELLE VARIE RELIGIONI ESPRESSE DALLA SOCIETA' UMANA SULL' ETICA COMPORTAMENTALE DELL'UOMO DURANTE IL PERCORSO DELL' "IGNORANZA SCIENTIFICA" ?PRENDIAMO COME ESEMPIO LA RELIGIONE CATTOLICA, RELIGIONE CHE CONOSCO PIU' DI OGNI ALTRA.
NEL 1955, ALL'ACCADEMIA PONTIFICIA, PAPA PIO XII UFFICIALIZZA L'ACCETTAZIONE DELLA NUOVA FISICA:"TEORIE E GENIALI RAPPRESENTAZIONI DEL MONDO HANNO VISTO LA LUCE.
NON POSSIAMO NON CITARE LA RELATIVITA RISTRETTA E LA RELATIVITA GENERALE, I QUANTI, LA MECCANICA ONDULATORIA, LA MECCANICA QUANTISTICA [...].
TUTTO CIO PERMETTE DI INTRAVEDERE A QUALE PROFONDITA LA SCIENZA SI PONE E SI INDOVINANO FACILMENTE I PROBLEMI DI ORDINE INTELLETTUALE CHE SORGERANNO".
Ma attenzione, quanto sostenuto da Pio XII a proposito dell’evoluzione Scientifica può davvero far felice l’ Homo Sapiens?
La risposta probabilmente è “NO”.L’uomo, come sostiene Piero Angela nel suo libro del 1984 dal titolo ”L’uomo e la marionetta” è più felice quando è integrato in un sistema che gli impedisce di conoscere liberamente.
In definitiva i regimi autoritari e le ideologie rendono assai più felice l’uomo, esaltando certe motivazioni e riuscendo spesso a dare un senso nuovo al lavoro e all’impegno personale, a rendere meno pesanti i sacrifici in vista della realizzazione di una grande opera.
Infatti nelle Religioni antiscientifiche, dove la mancanza di libertà non è assolutamente una privazione, più limitative sono le regole, come nei conventi, più la dedizione è completa.
Naturalmente queste verità debbono essere protette da infiltrazioni che possono metterle in discussione. Il dissenso deve quindi essere colpito con durezza. La cultura religiosa deve essere improntata a questo rigore dottrinario.
La necessità di autoconservazione finisce col fare rizzare intorno alla dottrina una muraglia per impedire, come ai tempi di Galileo, che venga turbato l’equilibrio spirituale.
Vengono distrutti sistematicamente tutti i libri: infatti, anche la lettura più innocente, può inserire qualche granello di sabbia che può inceppare questo modello che è e deve restare il migliore per il benessere della mente: l’individuo viene infatti ipnotizzato ideologicamente grazie a una informazione a senso unico che gli permette di ignorare le cose spiacevoli.
Non è detto che un tale tipo di religione impedisca all’intelligenza di svilupparsi. Solo che questa potrà esercitarsi solo in un certo modo ma non in altri.
E’ come un computer nel quale vengono inserite solo certe schede e non altre: esso sarà in grado di compiere operazioni anche molto elaborate, ma sempre a senso unico come avviene per l’Esistenza 2 in cui ogni essere vivente esegue felicemente quanto gli è stato ordinato di fare senza sentire il bisogno di autogestirsi.
La scienza, infatti, con le sue scoperte tende sempre più a privare l’uomo di quelle “spiegazioni” religiose che lenivano la sua infermità conoscitiva su ciò che avviene dopo la morte placando il suo istinto di sopravvivenza con l’assicurazione di una nuova vita. Probabilmente tutto questo è vero.
La conoscenza è infatti un fattore di squilibrio, poiché modifica continuamente una situazione precedente.
Ma questo sistema antiscientifico dogmatico, può essere in grado di dare all’uomo una maggiore felicità?
Certamente NO!
Innanzi tutto l’uomo appartiene all’Esistenza 3 e non all’Esistenza 2, e se vuole vivere come vivono gli esseri dell’Esistenza 2 è libero di comportarsi come si comportano loro, rinunciando al libero arbitrio, alla coscienza e alla ragione ricevuti in dono da Colui che ha fatto il mondo.
Ma oggi se si vuole appartenere all’Esistenza 3 è necessario aprire in ogni direzione, immaginare nuove soluzioni, tastare continuamente il terreno, e eseguire nuovi percorsi, anche se contraddicono le credenze di ieri (abbandonando anche il DNA, appena verrà superato da altre scoperte).
La natura, nel corso dell’evoluzione ha sempre eliminato i meno adatti all’ambiente: noi oggi dobbiamo sostituire la selezione fisica con quella mentale.
L’umanità sta attraversando una crisi di crescita: sta uscendo dal mondo magico dell’infanzia e dei racconti da favola per diventare adulta.
E’ un passaggio difficile, ma non può smettere di crescere.
L’abbandono delle “spiegazioni” non significa evidentemente la rinuncia a certi ideali di cui l’uomo ha bisogno per vivere e agire: significa, anzi, la ricerca di un modo nuovo per avvicinarsi a essi.
Parlare di “crisi di valori” non ha più senso, proprio perché i valori debbono essere messi costantemente in crisi, non potendo più rimanere fermi in una società in movimento sempre più rapido.
Dobbiamo, insomma, essere degni di appartenere all’ Esistenza 3 e non lasciarci abbindolare da falsi profeti.
LEGGIAMO ORA ATTENTAMENTE, ( Qua sotto dopo L'ESISTENZA DI DIO), L'ARTICOLO DAL TITOLO "L'UNICA LUCE, TANTE LUCI" DI HANS KUNG E RIFLETTIAMO SERIAMENTE SUL CANTICO DELLE CREATURE DI SAN FRANCESCO E SUBITO DOPO AVER LETTO E RIFLETTUTO SU QUANTO SCRITTTO DA HANS KUNG, IL LETTORE CHE HA AVUTO LA PAZIENZA DI SEGUIRMI FIN QUI SAPPIA CHE SE LA SCIENZA OGGI E' ARRIVATA A FORMULARE LA POSSIBILE ESISTENZA DEL SUPERMONDO, QUESTO LO DOBBIAMO ALLA VALIDITA DELLA SINTESI DI TUTTI I FENOMENI GALILEIANAMENTE NOTI E ALL'APPARATO MATEMATICO CHE CI PERMETTE DI CALCOLARE IN MODO RIGOROSO QUALI NUOVI ORIZZONTI APRE LA LOGICA DEL SUPERMONDO.
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MA QUI " L'IGNORANZA SCIENTIFA" E' ANCORA PURTROPPO RADICATA NEL FATTO CHE NON ESISTE UNA FORMULAZIONE TEORICA DELLE FORZE NUCLEARI CHE SIA ALLO STESSO LIVELLO DI RIGORE DELL'APPARATO MATEMATICO QCD GIA' IN PRECEDENZA ESPOSTO.
IN SOSTANZA, POICHE LE FORZE CHE AGISCONO TRA QUARK E GLUONI NON DISTINGUONO TRA PASSATO E FUTURO, ANCHE LE ENTITA' COMPOSTE (PROTONI E NEUTRONI), ESSENDO FATTE DI QUARK E GLUONI, DEBBONO ANCH'ESSE UBBIDIRE ALLO STESSO TEOREMA.
IN EFFETTI LA TRANSIZIONE DALLA FISICA SUBNUCLEARE DEL SUPERMONDO ALLA FISICA NUCLEARE SARA POSSIBILE TRAMITE L'IMPIEGO DI STRUMENTI EFFICACI CHE PERMETTERANNO DI ESPLORARE ANCOR DI PIU QUESTO DOMINIO DELL' "INFINITAMENTE" PICCOLO.
QUESTI STRUMENTI SONO DI DUE ORDINI. INNANZI TUTTO SPERIMENTALI, GRAZIE A GIGANTESCHI ACCELLERATORI DI PARTICELLE LE CUI DIMENZIONI SI MISURANO OGGI IN CHILOMETRI, COME HO DESCRITTO AL N.30 DEI CONCETTI RICORRENTI, NEI QUALI SI LANCIANO ALCUNE PARTICELLE CONTRO DELLE ALTRE A VELOCITA STRAORDINARIE: IL RISULTATO DELLO SCONTRO, L'ANALISI DEI PEZZI PERMETTONO DI SPECULARE SULLA NATURA DEI COSTITUENTI. L'ALTRO STRUMENTO E' TEORICO, ED E' DESTINATO AD ANALIZZARE I RISULTATI DEGLI ESPERIMENTI.
SI E' NEL DOMINIO DELLA RELATIVITA DI EINSTEIN: MASSA ED ENERGIA SI TRASFORMANO L'UNA NELL'ALTRA.
SI DEVE ANCHE OPERARE LA SINTESI TRA LA MECCANICA QUANTISTICA E LA TEORIA ELETTROMAGNETICA DI MAXWELL.
IN BREVE, BISOGNA PROCEDERE ALLA NUOVA SINTESI CHE SI CHIAMERA L'ELETTRODINAMICA QUANTISTICA RELATIVISTA.
MA QUAL'E', ALLORA, NEL FRATTEMPO, LA FUNZIONE DELLE VARIE RELIGIONI ESPRESSE DALLA SOCIETA' UMANA SULL' ETICA COMPORTAMENTALE DELL'UOMO DURANTE IL PERCORSO DELL' "IGNORANZA SCIENTIFICA" ?PRENDIAMO COME ESEMPIO LA RELIGIONE CATTOLICA, RELIGIONE CHE CONOSCO PIU' DI OGNI ALTRA.
NEL 1955, ALL'ACCADEMIA PONTIFICIA, PAPA PIO XII UFFICIALIZZA L'ACCETTAZIONE DELLA NUOVA FISICA:"TEORIE E GENIALI RAPPRESENTAZIONI DEL MONDO HANNO VISTO LA LUCE.
NON POSSIAMO NON CITARE LA RELATIVITA RISTRETTA E LA RELATIVITA GENERALE, I QUANTI, LA MECCANICA ONDULATORIA, LA MECCANICA QUANTISTICA [...].
TUTTO CIO PERMETTE DI INTRAVEDERE A QUALE PROFONDITA LA SCIENZA SI PONE E SI INDOVINANO FACILMENTE I PROBLEMI DI ORDINE INTELLETTUALE CHE SORGERANNO".
Ma attenzione, quanto sostenuto da Pio XII a proposito dell’evoluzione Scientifica può davvero far felice l’ Homo Sapiens?
La risposta probabilmente è “NO”.L’uomo, come sostiene Piero Angela nel suo libro del 1984 dal titolo ”L’uomo e la marionetta” è più felice quando è integrato in un sistema che gli impedisce di conoscere liberamente.
In definitiva i regimi autoritari e le ideologie rendono assai più felice l’uomo, esaltando certe motivazioni e riuscendo spesso a dare un senso nuovo al lavoro e all’impegno personale, a rendere meno pesanti i sacrifici in vista della realizzazione di una grande opera.
Infatti nelle Religioni antiscientifiche, dove la mancanza di libertà non è assolutamente una privazione, più limitative sono le regole, come nei conventi, più la dedizione è completa.
Naturalmente queste verità debbono essere protette da infiltrazioni che possono metterle in discussione. Il dissenso deve quindi essere colpito con durezza. La cultura religiosa deve essere improntata a questo rigore dottrinario.
La necessità di autoconservazione finisce col fare rizzare intorno alla dottrina una muraglia per impedire, come ai tempi di Galileo, che venga turbato l’equilibrio spirituale.
Vengono distrutti sistematicamente tutti i libri: infatti, anche la lettura più innocente, può inserire qualche granello di sabbia che può inceppare questo modello che è e deve restare il migliore per il benessere della mente: l’individuo viene infatti ipnotizzato ideologicamente grazie a una informazione a senso unico che gli permette di ignorare le cose spiacevoli.
Non è detto che un tale tipo di religione impedisca all’intelligenza di svilupparsi. Solo che questa potrà esercitarsi solo in un certo modo ma non in altri.
E’ come un computer nel quale vengono inserite solo certe schede e non altre: esso sarà in grado di compiere operazioni anche molto elaborate, ma sempre a senso unico come avviene per l’Esistenza 2 in cui ogni essere vivente esegue felicemente quanto gli è stato ordinato di fare senza sentire il bisogno di autogestirsi.
La scienza, infatti, con le sue scoperte tende sempre più a privare l’uomo di quelle “spiegazioni” religiose che lenivano la sua infermità conoscitiva su ciò che avviene dopo la morte placando il suo istinto di sopravvivenza con l’assicurazione di una nuova vita. Probabilmente tutto questo è vero.
La conoscenza è infatti un fattore di squilibrio, poiché modifica continuamente una situazione precedente.
Ma questo sistema antiscientifico dogmatico, può essere in grado di dare all’uomo una maggiore felicità?
Certamente NO!
Innanzi tutto l’uomo appartiene all’Esistenza 3 e non all’Esistenza 2, e se vuole vivere come vivono gli esseri dell’Esistenza 2 è libero di comportarsi come si comportano loro, rinunciando al libero arbitrio, alla coscienza e alla ragione ricevuti in dono da Colui che ha fatto il mondo.
Ma oggi se si vuole appartenere all’Esistenza 3 è necessario aprire in ogni direzione, immaginare nuove soluzioni, tastare continuamente il terreno, e eseguire nuovi percorsi, anche se contraddicono le credenze di ieri (abbandonando anche il DNA, appena verrà superato da altre scoperte).
La natura, nel corso dell’evoluzione ha sempre eliminato i meno adatti all’ambiente: noi oggi dobbiamo sostituire la selezione fisica con quella mentale.
L’umanità sta attraversando una crisi di crescita: sta uscendo dal mondo magico dell’infanzia e dei racconti da favola per diventare adulta.
E’ un passaggio difficile, ma non può smettere di crescere.
L’abbandono delle “spiegazioni” non significa evidentemente la rinuncia a certi ideali di cui l’uomo ha bisogno per vivere e agire: significa, anzi, la ricerca di un modo nuovo per avvicinarsi a essi.
Parlare di “crisi di valori” non ha più senso, proprio perché i valori debbono essere messi costantemente in crisi, non potendo più rimanere fermi in una società in movimento sempre più rapido.
Dobbiamo, insomma, essere degni di appartenere all’ Esistenza 3 e non lasciarci abbindolare da falsi profeti.
LEGGIAMO ORA ATTENTAMENTE, ( Qua sotto dopo L'ESISTENZA DI DIO), L'ARTICOLO DAL TITOLO "L'UNICA LUCE, TANTE LUCI" DI HANS KUNG E RIFLETTIAMO SERIAMENTE SUL CANTICO DELLE CREATURE DI SAN FRANCESCO E SUBITO DOPO AVER LETTO E RIFLETTUTO SU QUANTO SCRITTTO DA HANS KUNG, IL LETTORE CHE HA AVUTO LA PAZIENZA DI SEGUIRMI FIN QUI SAPPIA CHE SE LA SCIENZA OGGI E' ARRIVATA A FORMULARE LA POSSIBILE ESISTENZA DEL SUPERMONDO, QUESTO LO DOBBIAMO ALLA VALIDITA DELLA SINTESI DI TUTTI I FENOMENI GALILEIANAMENTE NOTI E ALL'APPARATO MATEMATICO CHE CI PERMETTE DI CALCOLARE IN MODO RIGOROSO QUALI NUOVI ORIZZONTI APRE LA LOGICA DEL SUPERMONDO.
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42 - L' ESISTENZA DI DIO
42 - L' ESISTENZA DI DIO
LA DIMOSTRAZIONE DEL TEOREMA CHE NEGA DIO NON ESISTE.
NE ESISTE LA SCOPERTA SCENTIFICA CHE NEGA L'ESISTENZA DI DIO.
L'ATEO POTREBBE DIRE CHE GIORNO VERRA' IN CUI LA LOGICA MATEMATICA E LA SCIENZA DIMOSTRERANNO CHE DIO NON ESISTE.
QUESTA FUGA IN AVANTI NULLA TOGLIE ALLA CONCLUSIONE CHE OGGI L'ATEISMO E' UNA COSTRUZIONE LOGICA CONTRADDITTORIA.
ESSA INFATTI PARTE DALLA NEGAZIONE DI DIO E AFFIDA TUTTA LA SUA CREDIBILITA' AL RIGORE LOGICO, OVVIAMENTE NELL'IMMANENTE.
QUESTO RIGORE LOGICO NON PORTA ALLA NEGAZIONE DI DIO, QUINDI LA STRUTTURA LOGICA DELL'ATEISMO E' CONTRADDITTORIA.
L'ATEO DICE INFATTI: PER AMOR DI LOGICA NON POSSO ACCETTARE L'ESISTENZA DI DIO.
ECCO IN SINTESI, QUANTO ILLUSTRATO NELLO SCHEMA SUDDETTO "ANATOMIA DELL'ATEISMO".
ASSUMERE CHE OLTRE ALL'IMMANENTE ESISTE ANCHE IL TRASCENDENTE APRE GLI ORIZZONTI E NON PORTA A FLAGRANTI CONTRADDIZIONI, COME L'ANTINOMIA DELL'ATEISMO.
Aldo
09/03/2008
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LA DIMOSTRAZIONE DEL TEOREMA CHE NEGA DIO NON ESISTE.
NE ESISTE LA SCOPERTA SCENTIFICA CHE NEGA L'ESISTENZA DI DIO.
L'ATEO POTREBBE DIRE CHE GIORNO VERRA' IN CUI LA LOGICA MATEMATICA E LA SCIENZA DIMOSTRERANNO CHE DIO NON ESISTE.
QUESTA FUGA IN AVANTI NULLA TOGLIE ALLA CONCLUSIONE CHE OGGI L'ATEISMO E' UNA COSTRUZIONE LOGICA CONTRADDITTORIA.
ESSA INFATTI PARTE DALLA NEGAZIONE DI DIO E AFFIDA TUTTA LA SUA CREDIBILITA' AL RIGORE LOGICO, OVVIAMENTE NELL'IMMANENTE.
QUESTO RIGORE LOGICO NON PORTA ALLA NEGAZIONE DI DIO, QUINDI LA STRUTTURA LOGICA DELL'ATEISMO E' CONTRADDITTORIA.
L'ATEO DICE INFATTI: PER AMOR DI LOGICA NON POSSO ACCETTARE L'ESISTENZA DI DIO.
ECCO IN SINTESI, QUANTO ILLUSTRATO NELLO SCHEMA SUDDETTO "ANATOMIA DELL'ATEISMO".
ASSUMERE CHE OLTRE ALL'IMMANENTE ESISTE ANCHE IL TRASCENDENTE APRE GLI ORIZZONTI E NON PORTA A FLAGRANTI CONTRADDIZIONI, COME L'ANTINOMIA DELL'ATEISMO.
Aldo
09/03/2008
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43 - L'UNICA LUCE E LE TANTE LUCI
43 - L'UNICA LUCE E LE TANTE LUCI
Vi è qualcosa di specificamente cristiano nell'etica? Lo si cerca inutilmente, se lo si cerca in modo estratto in un'idea o in un principio qualsiasi, in un qualsiasi modo di pensare, in un orizzonte di senso o in una nuova disposizione o motivazione. "Perdono", "amore", "libertà"?
Per quanto siano irrinunciabili per il cristiano, non sono specifici della sua identità.
Conformemente a essi vivono e agiscono anche molti altri.
Agire nell'orizzonte di un "creazione" o di un compimento"?
Anche gli altri lo fanno: gli ebrei, i musulmani, gli umanisti delle più diverse specie.
Ma qual'è allora il criterio del cristiano, il caratteristico cristiano?
Non è un qualcosa di astratto, nemmeno un'idea di Cristo, una cristologia o una sistema di pensiero cristocentrico, ma il determinante è semmai il concreto Gesù crocefisso come Cristo vivente.
Gesù come persona storica concreta possiede un'evidenza, una percettibilità e un'attualità che si allontanano da un'idea eterna, da un principio astratto, da una norma generale, da un sistema di pensiero.
Egli può rappresentare anche per gli uomini credenti un modello fondamentale, realizzabile in molti modi, di una visione della vita e di una prassi di vita. Egli rende possibile in concreto ciò che oggi, di fronte alla mancanza di orientamento, di norme, di senso, di fronte alla tossicodipendenza e alla violenza, si invoca da tutte le parti: un nuovo orientamento e atteggiamento di fondo, ma anche nuove motivazioni, predisposizione, azioni, infine un nuovo orizzonte di senso e una nuova definizione dello scopo.
Perciò Gesù, già nel Nuovo Testamento, viene definto la luce: "la luce degli uomini" (Gv 1,4), "la luce del mondo" (Gv 8,12).
Da lui si può imparare quello che manca a una società di egoisti che sgomitano: avere rispetto e condividerlo, saper perdonare e pentirsi, esercitare la clemenza e la rinucia e dare assistenza.
Dipende certamente dai credenti se il cristianesimo, attenendosi veramente al suo Cristo e facendosi dare da lui la luce, la forza illuminante, lo spirito, riesce a offrire una casa della fede, della speranza e dell'amore.
Secondo il Nuovo Testamento anche i non cristiani possono riconoscre il vero Dio, Dio è vicino anche a loro.
E se anche Gesù Cristo è per i cristiani, in quanto luce, il criterio decisivo per l'agire cristiano, così i cristiani non possono certo evitare di vedere che ci sono anche altre luci:- per milioni di uomini, gran parte dei qualisparsi in tutto ilmondo, è Mosè la figura guida e il grandeliberatore, ed essi trovano la loroindicazione del cammino per la via Torahdella Bibbiaebraica;- per centinaia di milioni di musulmani nel passatoe nel presenteè il Corano la "Luce" che illumina il loro cammino; è stato ilprofeta Muhammad,inviato da Dio, che ha incarnato personalmente il messaggiodel Corano in unmodo convincente;- per centinaia dimilioni di persone su questa terra, nel passatoe nel presente, è il Gautama,il "Buddha", il "risvegliato".l' "illuminato" e quindi lagrande"luce";- per milioni di cinesi è Confucio, nellasua dotrina e nel suoatteggiamentop fondamentale ancora e sempre la luce di orientamento perl'umanità;- per centinaia di milioni di indiani è l'induismo, con le suedifferenti correnti e con le moltepliciforme, con la sua fede in un ordinecosmico (dharma) che comprende tutto il contesto divita che dàl'orientamento.- per milioni di Buddisti del Tibet è il Dalai Lama ad aver sviluppatola propria filosofia di pace a partire da un reverente rispetto per tutto ciòche è vivo, basandosi sul concetto della responsabilità universale che unisce tutta l'umanità al pari della natura.
Se più di sei miliardi di persone abitano questo pianeta, non spetta a nessuna religione rivendicare, rispetto alle altre, il proprio cammino verso la salvezza.
Piuttosto, è necessario, riconoscendo la libertà degli uomini, ìn particolare la vera libertà religiosa, rispettare ciascuno per il proprio cammino di fede e incontrarsi nel dialogo gli uni con gli altri, per capirsi meglio.
Nell'unica società mondiale il destino della terra riguarda tutti gliuomini, qualsiasi religione, filosofia, o Weltanschauung essi seguano.
Le indicazioni dell'etica mondiale possono rappresentare un orientamento di fondo per questa responsabilità universale, il che non esclude affatto lo speciale orientamento della propria religione o filosofia.
Al contrario, ognuno può contribuire a proprio modo a un'etica mondiale.
Tratto da "L'INIZIO DI TUTTE LE COSE- Creazione o evoluzione?
Scienza ereligione a confronto" di HANS KUNG
Aldo
27/03/08
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Vi è qualcosa di specificamente cristiano nell'etica? Lo si cerca inutilmente, se lo si cerca in modo estratto in un'idea o in un principio qualsiasi, in un qualsiasi modo di pensare, in un orizzonte di senso o in una nuova disposizione o motivazione. "Perdono", "amore", "libertà"?
Per quanto siano irrinunciabili per il cristiano, non sono specifici della sua identità.
Conformemente a essi vivono e agiscono anche molti altri.
Agire nell'orizzonte di un "creazione" o di un compimento"?
Anche gli altri lo fanno: gli ebrei, i musulmani, gli umanisti delle più diverse specie.
Ma qual'è allora il criterio del cristiano, il caratteristico cristiano?
Non è un qualcosa di astratto, nemmeno un'idea di Cristo, una cristologia o una sistema di pensiero cristocentrico, ma il determinante è semmai il concreto Gesù crocefisso come Cristo vivente.
Gesù come persona storica concreta possiede un'evidenza, una percettibilità e un'attualità che si allontanano da un'idea eterna, da un principio astratto, da una norma generale, da un sistema di pensiero.
Egli può rappresentare anche per gli uomini credenti un modello fondamentale, realizzabile in molti modi, di una visione della vita e di una prassi di vita. Egli rende possibile in concreto ciò che oggi, di fronte alla mancanza di orientamento, di norme, di senso, di fronte alla tossicodipendenza e alla violenza, si invoca da tutte le parti: un nuovo orientamento e atteggiamento di fondo, ma anche nuove motivazioni, predisposizione, azioni, infine un nuovo orizzonte di senso e una nuova definizione dello scopo.
Perciò Gesù, già nel Nuovo Testamento, viene definto la luce: "la luce degli uomini" (Gv 1,4), "la luce del mondo" (Gv 8,12).
Da lui si può imparare quello che manca a una società di egoisti che sgomitano: avere rispetto e condividerlo, saper perdonare e pentirsi, esercitare la clemenza e la rinucia e dare assistenza.
Dipende certamente dai credenti se il cristianesimo, attenendosi veramente al suo Cristo e facendosi dare da lui la luce, la forza illuminante, lo spirito, riesce a offrire una casa della fede, della speranza e dell'amore.
Secondo il Nuovo Testamento anche i non cristiani possono riconoscre il vero Dio, Dio è vicino anche a loro.
E se anche Gesù Cristo è per i cristiani, in quanto luce, il criterio decisivo per l'agire cristiano, così i cristiani non possono certo evitare di vedere che ci sono anche altre luci:- per milioni di uomini, gran parte dei qualisparsi in tutto ilmondo, è Mosè la figura guida e il grandeliberatore, ed essi trovano la loroindicazione del cammino per la via Torahdella Bibbiaebraica;- per centinaia di milioni di musulmani nel passatoe nel presenteè il Corano la "Luce" che illumina il loro cammino; è stato ilprofeta Muhammad,inviato da Dio, che ha incarnato personalmente il messaggiodel Corano in unmodo convincente;- per centinaia dimilioni di persone su questa terra, nel passatoe nel presente, è il Gautama,il "Buddha", il "risvegliato".l' "illuminato" e quindi lagrande"luce";- per milioni di cinesi è Confucio, nellasua dotrina e nel suoatteggiamentop fondamentale ancora e sempre la luce di orientamento perl'umanità;- per centinaia di milioni di indiani è l'induismo, con le suedifferenti correnti e con le moltepliciforme, con la sua fede in un ordinecosmico (dharma) che comprende tutto il contesto divita che dàl'orientamento.- per milioni di Buddisti del Tibet è il Dalai Lama ad aver sviluppatola propria filosofia di pace a partire da un reverente rispetto per tutto ciòche è vivo, basandosi sul concetto della responsabilità universale che unisce tutta l'umanità al pari della natura.
Se più di sei miliardi di persone abitano questo pianeta, non spetta a nessuna religione rivendicare, rispetto alle altre, il proprio cammino verso la salvezza.
Piuttosto, è necessario, riconoscendo la libertà degli uomini, ìn particolare la vera libertà religiosa, rispettare ciascuno per il proprio cammino di fede e incontrarsi nel dialogo gli uni con gli altri, per capirsi meglio.
Nell'unica società mondiale il destino della terra riguarda tutti gliuomini, qualsiasi religione, filosofia, o Weltanschauung essi seguano.
Le indicazioni dell'etica mondiale possono rappresentare un orientamento di fondo per questa responsabilità universale, il che non esclude affatto lo speciale orientamento della propria religione o filosofia.
Al contrario, ognuno può contribuire a proprio modo a un'etica mondiale.
Tratto da "L'INIZIO DI TUTTE LE COSE- Creazione o evoluzione?
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Aldo
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44 - IL CANTICO DELLE CREATURE
44 - IL CANTICO DELLE CREATURE
Altissimu, onnipotente bon Signore,Tue so' le laude, la gloria et l'honore et onne benedictione.
Ad Te solo, Altissimo, se confano,et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature,spetialmente messer lo frate Sole,lo qual è iorna, et allumeni noi per lui.
Et ellu è bellu et radiante cum grande splendore:de Te, Altissimo, porta significatione.Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle:in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si', mi' Signore, per frate Ventoet per aere et nubilo et sereno et onne tempo,per lo quale, a le Tue creature dài sostentamento.
Laudato si', mi' Signore, per sor Aqua,la quale è molto utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si', mi Signore, per frate Focu,per lo quale ennallumini la nocte:et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra,la quale ne sustenta et governa,et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amoreet sostengono infirmitate et tribulatione.Beati quelli che 'l sosterranno in pace,ca da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si' mi Signore, per sora nostra Morte corporale,da la quale nullu homo vivente po' scampare:guai a quelli che morrano ne le peccata mortali;beati quelli che trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,ca la morte secunda no 'l farrà male.
Laudate et benedicete mi Signore et rengratiateet serviateli cum grande humilitateIl Cantico delle Creature (Canticus o Laudes Creaturarum), anche noto come Cantico di Frate Sole, è il testo più antico della letteratura italiana.
È scritto da Francesco d'Assisi: secondo la leggenda, la sua stesura risalirebbe a due anni prima della morte di Francesco 1226.
È peraltro più probabile ciò che riportano le biografie di Francesco, secondo le quali sarebbe stato stilato in tre momenti diversi.
Il Cantico è una lode a Dio che si snoda con intensità e vigore attraverso le sue opere, divenendo così anche un inno alla vita; è una preghiera permeata da una visione positiva della natura, poiché nel creato è riflessa l'immagine del Creatore: da ciò deriva il senso di fratellanza fra l'uomo e tutto il creato, che molto si distanzia dal contemptus mundi, dal distacco e disprezzo per il mondo terreno, segnato dal peccato e dalla sofferenza, tipico di altre tendenze religiose medioevali (p.es. Jacopone da Todi).
La creazione diventa così un grandioso mezzo di lode al Creatore.
ALDO
17/06/08
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Altissimu, onnipotente bon Signore,Tue so' le laude, la gloria et l'honore et onne benedictione.
Ad Te solo, Altissimo, se confano,et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature,spetialmente messer lo frate Sole,lo qual è iorna, et allumeni noi per lui.
Et ellu è bellu et radiante cum grande splendore:de Te, Altissimo, porta significatione.Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle:in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si', mi' Signore, per frate Ventoet per aere et nubilo et sereno et onne tempo,per lo quale, a le Tue creature dài sostentamento.
Laudato si', mi' Signore, per sor Aqua,la quale è molto utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si', mi Signore, per frate Focu,per lo quale ennallumini la nocte:et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra,la quale ne sustenta et governa,et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amoreet sostengono infirmitate et tribulatione.Beati quelli che 'l sosterranno in pace,ca da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si' mi Signore, per sora nostra Morte corporale,da la quale nullu homo vivente po' scampare:guai a quelli che morrano ne le peccata mortali;beati quelli che trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,ca la morte secunda no 'l farrà male.
Laudate et benedicete mi Signore et rengratiateet serviateli cum grande humilitateIl Cantico delle Creature (Canticus o Laudes Creaturarum), anche noto come Cantico di Frate Sole, è il testo più antico della letteratura italiana.
È scritto da Francesco d'Assisi: secondo la leggenda, la sua stesura risalirebbe a due anni prima della morte di Francesco 1226.
È peraltro più probabile ciò che riportano le biografie di Francesco, secondo le quali sarebbe stato stilato in tre momenti diversi.
Il Cantico è una lode a Dio che si snoda con intensità e vigore attraverso le sue opere, divenendo così anche un inno alla vita; è una preghiera permeata da una visione positiva della natura, poiché nel creato è riflessa l'immagine del Creatore: da ciò deriva il senso di fratellanza fra l'uomo e tutto il creato, che molto si distanzia dal contemptus mundi, dal distacco e disprezzo per il mondo terreno, segnato dal peccato e dalla sofferenza, tipico di altre tendenze religiose medioevali (p.es. Jacopone da Todi).
La creazione diventa così un grandioso mezzo di lode al Creatore.
ALDO
17/06/08
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45 - IL DONO DELLA COSCIENZA
45 - IL DONO DELLA COSCIENZA
Come precedentemente illustrato con il diagramma di flusso "ESISTERE" (n.11 dei concetti ricorrenti) l' Esistenza n. 3 conprende l'Universo con Vita e con Coscenza e Noi siamo l'unica materia vivente ad avere avuto da Colui che ha fatto il mondo il dono della Coscienza inserita nel Supermondo racchiuso nel protone.
L'ignoranza Scientifica facente parte di tutte le Religioni non può ignorare la funzione primaria della coscienza insita nell'uomo e predicata da Gesù di Nzaret e da tutti i profeti delle religioni in vigore sulla terra.
Nell'intimo della coscienza l'uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire e la cui voce, che lo chiama sempre ad amare e a fare il bene e a fuggire il male, quando occorre, chiaramente parla alle orecchie del cuore. L'uomo ha in realtà una legge scritta da Colui che ha fatto i mondo dentro al suo cuore. La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell'uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell'intimità propria.
Presente nel Supermondo, la coscienza morale ingiunge all’uomo, al momento opportuno, di compiere il bene e di evitare il male.
Essa giudica anche le scelte concrete, approvando quelle che sono buone, denunciando quelle cattive. Attesta l'autorità della verità in riferimento al Bene supremo, di cui la persona umana avverte l'attrattiva ed accoglie i comandi.
Quando ascolta la coscienza morale, l'uomo prudente può sentire Dio che parla.
La coscienza è un giudizio della ragione mediante il quale la persona umana riconosce la qualità morale di un atto concreto che sta per porre, sta compiendo o ha compiuto. In tutto quello che dice e fa, l'uomo ha il dovere di seguire fedelmente ciò che sa essere giusto e retto.
È attraverso il giudizio della propria coscienza che l'uomo percepisce e riconosce i precetti della Legge di Colui che ha fatto il mondo:La coscienza « è una legge del nostro spirito, ma che lo supera, che ci dà degli ordini, che indica responsabilità e dovere, timore e speranza.
Essa è la messaggera di Colui che, nel mondo della natura come in quello della grazia, ci parla velatamente, ci istruisce e ci guida.
La coscienza è il primo di tutti i vicari di Colui che ha fatto il mondo ».
L'importante per ciascuno è di essere sufficientemente presente a se stesso al fine di sentire e seguire la voce della propria coscienza.
Tale ricerca di interiorità è quanto mai necessaria per il fatto che la vita spesso ci mette in condizione di sottrarci ad ogni riflessione, esame o introspezione
La dignità della persona umana implica ed esige la rettitudine della coscienza morale. La coscienza morale comprende la percezione dei principi della moralità (sinderesi), la loro applicazione nelle circostanze di fatto mediante un discernimento pratico delle ragioni e dei beni e, infine, il giudizio riguardante gli atti concreti che si devono compiere o che sono già stati compiuti.
La verità sul bene morale, dichiarata nella legge della ragione, è praticamente e concretamente riconosciuta attraverso il giudizio prudente della coscienza.
Si chiama prudente l'uomo le cui scelte sono conformi a tale giudizio.
La coscienza permette di assumere la responsabilità degli atti compiuti.
Se l'uomo commette il male, il retto giudizio della coscienza può rimanere in lui testimone della verità universale del bene e, al tempo stesso, della malizia della sua scelta particolare.
La sentenza del giudizio di coscienza resta un pegno di speranza e di misericordia.
Attestando la colpa commessa, richiama al perdono da chiedere, al bene da praticare ancora e alla virtù da coltivare incessantemente con la grazia di Colui che ha fatto il mondo: L'uomo ha il diritto di agire in coscienza e libertà, per prendere personalmente le decisioni morali.
L'uomo non deve essere costretto « ad agire contro la sua coscienza. Ma non si deve neppure impedirgli di operare in con
formità ad essa, soprattutto in campo religioso.
La coscienza deve essere educata e il giudizio morale illuminato. Una coscienza ben formata è retta e veritiera.
Essa formula i suoi giudizi seguendo la ragione, in conformità al vero bene voluto dalla sapienza del Creatore.
L'educazione della coscienza è indispensabile per esseri umani esposti a influenze negative e tentati dal peccato a preferire il loro proprio giudizio e a rifiutare gli insegnamenti certi.L'educazione della coscienza è un compito di tutta la vita.
Fin dai primi anni essa dischiude al bambino la conoscenza e la pratica della legge interiore, riconosciuta dalla coscienza morale.
Un'educazione prudente insegna la virtù; preserva o guarisce dalla paura, dall'egoismo e dall'orgoglio, dai sensi di colpa e dai moti di compiacenza, che nascono dalla debolezza e dagli sbagli umani. L'educazione della coscienza garantisce la libertà e genera la pace del cuore.
Nella formazione della coscienza la Parola di Dio è la luce sul nostro cammino; la dobbiamo assimilare nella fede e nella preghiera e mettere in pratica.Scegliere secondo coscienza.
Messa di fronte ad una scelta morale, la coscienza può dare sia un giudizio retto in accordo con la ragione e con la Legge divina, sia, al contrario, un giudizio erroneo che da esse si discosta.
L'uomo talvolta si trova ad affrontare situazioni che rendono incerto il giudizio morale e difficile la decisione.
Egli deve sempre ricercare ciò che è giusto e buono e discernere la volontà di Dio espressa nella Legge divina.
Ora passiamo ad esaminare un'altra importante funzione della religione Cristiana che fa capo al Sacramento dell'Eucarestia.
Per i cristiani l’Eucarestia è il sacramento istituito da Gesù di Nazaret la vigilia della sua passione e morte, durante l'Ultima Cena.
Il termine deriva dal greco εὐχαρίστω (eucharisto: rendimento di grazie).
Il Nuovo Testamento narra l'istituzione dell'Eucaristia in quattro fonti: Matteo 26,26-28; Marco 14,22-24; Luca 22,19-20; 1Corinzi 11,23-25. Gesù di Nazaret, nell'Ultima Cena, distribuì ai suoi discepoli il pane ed il vino come suo corpo e suo sangue, incaricandoli di fare lo stesso in sua "memoria".
La Chiesa dunque, fin dalla sua origine, celebra l'atto sacramentale dell'Eucaristia come uno degli impegni lasciatigli da Gesù di Nazaret.
I cristiani protestanti, che non credono alla Messa usano chiamarla semplicemente solo col nome di Santa Cena o Cena del Signore.
Benché la trasformazione della sostanza del pane e del vino nel vero Corpo e Sangue di Gesù di Nazaret sia secondo la fede cattolica un grande mistero sacramentale, le specie del pane e del vino rimangono però usualmente intatte, e quindi non vi è propriamente Miracolo.
Tuttavia nella storia della Chiesa sono riportati numerosi miracoli eucaristici, dei quali si enuncia qualche esempio. Secondo la narrazione ecclesiastica, il pane consacrato nella Messa divenne molte volte anche visivamente Carne e Sangue, per esempio a Lanciano e a Bolsena; a Trani una donna che aveva rubato un'ostia consacrata la vide trasformarsi in carne durante un suo atto sacrilego; a Padova un incredulo tenne la sua mula a digiuno per tre giorni, poi in piazza di fronte Sant'Antonio le mise davanti un bel fascio di fieno e un secchio d'acqua, ma la mula si voltò decisamente dall'altra parte e si inginocchiò davanti all' Ostensorio del Sacramento retto dal santo.
In altri casi si sarebbero verificate levitazioni o splendide illuminazioni dell'Ostia.
L'occasione di non poche tra le guarigioni registrate a Lourdes sarebbe la benedizione eucaristica serale. Alcuni fedeli (sia già dichiarati santi sia non ancora tali: per esempio Teresa Neumann) sono vissuti per alcuni o molti anni nutrendosi esclusivamente della Comunione quotidiana, senza assumere alcun altro cibo o bevanda.
Dal punto di vista scientifico questi fenomeni miracolosi, come ho già accennato in precedenza, appartengono all' ignoranza scientifica fino a quando non si riuscirà a dare le risposte a tutti i quesiti pendenti che fanno capo al Supermondo, attualmente descritto rigorosamente dalla Cromodinamica Quantistica QCD, ma non ancora confermato dal primo livello Galileiano. Di diverso aspetto è la distribuzione del pane e del vino che Gesù di Nazaret diede ai suoi discepoli come suo corpo e suo sangue durante l’ultima cena.
Ora sappiamo, grazie alla Scienza Galileiana, che tutti i tre livelli di esistenza che formano la realtà Immanente fino ai confini del Cosmo, e quindi anche di noi stessi, sono fatti con gli stessi protoni inclusi nel pane e nel vino offerti da Gesù di Nazaret ai discepoli come suo corpo e suo sangue.
Niente di miracoloso ora che sappiamo come è fatta la materia dell'Eucarestia: il pane e il vino che consumiamo quotidianamente sono fatti con gli stessi protoni del corpo e del sangue di Gesù di Nazaret e di noi stessi.
Non sarebbero completi questi ragionamenti sull’ Eucaristia sacramentale cristiana istituita da Gesù di Nazaret, se non parlassimo dell’ Eucarestia spirituale.
Infatti il Catechismo del Concilio di Trento, detto Catechismo romano, perchè è il formulario della dottrina romana, si esprime così: «Bisogna che i pastori di anime insegnino che non vi è solo una maniera per ricevere i frutti ammirabili dei sacramento dell'Eucaristia, ma ve ne sono due: la comunione sacramentale e la comunione spirituale».Gesù di Nazaret, duemila anni fa anticipava con un linguaggio comprensibile ai suoi discepoli privi di cultura scientifica quello che lo Spirito Santo avrebbe loro fatto capire e che avrebbero comunicato a tutto il mondo: la comunione spirituale. Essa è anzitutto una comunione; lo afferma il Concilio di Trento.
E dunque una partecipazione reale alle grazie dell'Eucaristia, benché distinta dalla partecipazione sacramentale propriamente detta.
Ora che la Scienza Galileiana ci ha rivelato l'esistenza di Colui che ha fatto il mondo nel libro del Creato aperto ai nostri occhi e scritto in termini matematici comprensibili grazie al dono della ragione, comprendiamo il significato delle parole di Gesù di Nazaret: il pane e il vino fanno parte dell’immenso mosaico dell’universo che Dio ha creato con un unico tassello: il protone.
Noi Siamo in comunione spirituale con questo mosaico perchè ci unisce a Colui che ha fatto il mondo in modo misterioso e nascosto, senza alcun segno visibile.
Che cosa si deve fare per comunicarsi spiritualmente? Basterà fare degli atti di fede e di amore verso Colui che ha fatto il mondo? No.
Bisogna formulare espressamente il desiderio di comunicarsi.
Del resto un semplice desiderio, se è vero e profondo, per quanto breve e rapido, basta a costituire la comunione spirituale che «molti cristiani la ricevono spiritualmente e sono quelli che mangiando con il desiderio il pane che a loro è offerto, gustano il frutto e l'utilità di questo sacramento.» Dunque, secondo il Concilio di Trento e secondo tutta la teologia, la comunione spirituale è un mangiare spiritualmente di Colui che ha fatto il mondo.
Per conseguenza, tutto ciò che è stato detto da Gesù di Nazaret duemila anni fa nell’ultima cena, si ripete ai giorni nostri, benché in modo diverso e in un grado inferiore.
Il primo effetto della comunione spirituale è dunque di accrescere la nostra unione con l'umanità e con la divinità.
Questo è il suo effetto principale.
Inoltre dissipa la caligine; esso riconduce la gioia nel cuore, rende all'anima la pace.
Essa conserva pure il raccoglimento: è il mezzo più efficace per premunirsi contro la dissipazione, la leggerezza e tutte le divagazioni della mente e della fantasia.
Essa ci abitua a tenere i nostri sguardi fissi su Colui che ha fatto ilmondo, a conservare con lui una dolce e costante intimità, a vivere con lui in una continua unione di cuore.
Essa ci distacca da tutto ciò che è puramente sensibile e terrestre; ci fa sdegnare le vanità che passano, i piaceri del mondo che durano poco.
«Essa è il pane del cuore, dice S. Agostino, essa è la guarigione del cuore» Essa separa il nostro cuore da tutto ciò che è impuro e imperfetto; lo trasforma e lo unisce strettamente a Dio.
Essa rende le nostre relazioni con Dio più tenere e più familiari.
Essa ci dà per lui una devozione più ardente e più profonda; essa ci fa meglio gustare la soavità e la dolcezza della sua presenza.
Quanto detto vale per tutte le religioni esistenti nel mondo ancora purtroppo annebbiate dall'ignoranza scientifica.
Gesù di Nazaret non è stato l'unico uomo che abbia annunciato l'esistenza di Colui che ha fatto il mondo con l'insegnamento religioso che si ispirava alle leggi divine dell'allora sconosciuto Supermondo.
Altri uomini, che ho sopra dettagliatamente descritto, sono stati procursori, in epoche diverse, di religioni che miravano allo stesso obiettivo: Mosè, Maometto, Confucio, Buddha, Gandhi, Dalai Lama....e altri ancora.
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Come precedentemente illustrato con il diagramma di flusso "ESISTERE" (n.11 dei concetti ricorrenti) l' Esistenza n. 3 conprende l'Universo con Vita e con Coscenza e Noi siamo l'unica materia vivente ad avere avuto da Colui che ha fatto il mondo il dono della Coscienza inserita nel Supermondo racchiuso nel protone.
L'ignoranza Scientifica facente parte di tutte le Religioni non può ignorare la funzione primaria della coscienza insita nell'uomo e predicata da Gesù di Nzaret e da tutti i profeti delle religioni in vigore sulla terra.
Nell'intimo della coscienza l'uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire e la cui voce, che lo chiama sempre ad amare e a fare il bene e a fuggire il male, quando occorre, chiaramente parla alle orecchie del cuore. L'uomo ha in realtà una legge scritta da Colui che ha fatto i mondo dentro al suo cuore. La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell'uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell'intimità propria.
Presente nel Supermondo, la coscienza morale ingiunge all’uomo, al momento opportuno, di compiere il bene e di evitare il male.
Essa giudica anche le scelte concrete, approvando quelle che sono buone, denunciando quelle cattive. Attesta l'autorità della verità in riferimento al Bene supremo, di cui la persona umana avverte l'attrattiva ed accoglie i comandi.
Quando ascolta la coscienza morale, l'uomo prudente può sentire Dio che parla.
La coscienza è un giudizio della ragione mediante il quale la persona umana riconosce la qualità morale di un atto concreto che sta per porre, sta compiendo o ha compiuto. In tutto quello che dice e fa, l'uomo ha il dovere di seguire fedelmente ciò che sa essere giusto e retto.
È attraverso il giudizio della propria coscienza che l'uomo percepisce e riconosce i precetti della Legge di Colui che ha fatto il mondo:La coscienza « è una legge del nostro spirito, ma che lo supera, che ci dà degli ordini, che indica responsabilità e dovere, timore e speranza.
Essa è la messaggera di Colui che, nel mondo della natura come in quello della grazia, ci parla velatamente, ci istruisce e ci guida.
La coscienza è il primo di tutti i vicari di Colui che ha fatto il mondo ».
L'importante per ciascuno è di essere sufficientemente presente a se stesso al fine di sentire e seguire la voce della propria coscienza.
Tale ricerca di interiorità è quanto mai necessaria per il fatto che la vita spesso ci mette in condizione di sottrarci ad ogni riflessione, esame o introspezione
La dignità della persona umana implica ed esige la rettitudine della coscienza morale. La coscienza morale comprende la percezione dei principi della moralità (sinderesi), la loro applicazione nelle circostanze di fatto mediante un discernimento pratico delle ragioni e dei beni e, infine, il giudizio riguardante gli atti concreti che si devono compiere o che sono già stati compiuti.
La verità sul bene morale, dichiarata nella legge della ragione, è praticamente e concretamente riconosciuta attraverso il giudizio prudente della coscienza.
Si chiama prudente l'uomo le cui scelte sono conformi a tale giudizio.
La coscienza permette di assumere la responsabilità degli atti compiuti.
Se l'uomo commette il male, il retto giudizio della coscienza può rimanere in lui testimone della verità universale del bene e, al tempo stesso, della malizia della sua scelta particolare.
La sentenza del giudizio di coscienza resta un pegno di speranza e di misericordia.
Attestando la colpa commessa, richiama al perdono da chiedere, al bene da praticare ancora e alla virtù da coltivare incessantemente con la grazia di Colui che ha fatto il mondo: L'uomo ha il diritto di agire in coscienza e libertà, per prendere personalmente le decisioni morali.
L'uomo non deve essere costretto « ad agire contro la sua coscienza. Ma non si deve neppure impedirgli di operare in con
formità ad essa, soprattutto in campo religioso.
La coscienza deve essere educata e il giudizio morale illuminato. Una coscienza ben formata è retta e veritiera.
Essa formula i suoi giudizi seguendo la ragione, in conformità al vero bene voluto dalla sapienza del Creatore.
L'educazione della coscienza è indispensabile per esseri umani esposti a influenze negative e tentati dal peccato a preferire il loro proprio giudizio e a rifiutare gli insegnamenti certi.L'educazione della coscienza è un compito di tutta la vita.
Fin dai primi anni essa dischiude al bambino la conoscenza e la pratica della legge interiore, riconosciuta dalla coscienza morale.
Un'educazione prudente insegna la virtù; preserva o guarisce dalla paura, dall'egoismo e dall'orgoglio, dai sensi di colpa e dai moti di compiacenza, che nascono dalla debolezza e dagli sbagli umani. L'educazione della coscienza garantisce la libertà e genera la pace del cuore.
Nella formazione della coscienza la Parola di Dio è la luce sul nostro cammino; la dobbiamo assimilare nella fede e nella preghiera e mettere in pratica.Scegliere secondo coscienza.
Messa di fronte ad una scelta morale, la coscienza può dare sia un giudizio retto in accordo con la ragione e con la Legge divina, sia, al contrario, un giudizio erroneo che da esse si discosta.
L'uomo talvolta si trova ad affrontare situazioni che rendono incerto il giudizio morale e difficile la decisione.
Egli deve sempre ricercare ciò che è giusto e buono e discernere la volontà di Dio espressa nella Legge divina.
Ora passiamo ad esaminare un'altra importante funzione della religione Cristiana che fa capo al Sacramento dell'Eucarestia.
Per i cristiani l’Eucarestia è il sacramento istituito da Gesù di Nazaret la vigilia della sua passione e morte, durante l'Ultima Cena.
Il termine deriva dal greco εὐχαρίστω (eucharisto: rendimento di grazie).
Il Nuovo Testamento narra l'istituzione dell'Eucaristia in quattro fonti: Matteo 26,26-28; Marco 14,22-24; Luca 22,19-20; 1Corinzi 11,23-25. Gesù di Nazaret, nell'Ultima Cena, distribuì ai suoi discepoli il pane ed il vino come suo corpo e suo sangue, incaricandoli di fare lo stesso in sua "memoria".
La Chiesa dunque, fin dalla sua origine, celebra l'atto sacramentale dell'Eucaristia come uno degli impegni lasciatigli da Gesù di Nazaret.
I cristiani protestanti, che non credono alla Messa usano chiamarla semplicemente solo col nome di Santa Cena o Cena del Signore.
Benché la trasformazione della sostanza del pane e del vino nel vero Corpo e Sangue di Gesù di Nazaret sia secondo la fede cattolica un grande mistero sacramentale, le specie del pane e del vino rimangono però usualmente intatte, e quindi non vi è propriamente Miracolo.
Tuttavia nella storia della Chiesa sono riportati numerosi miracoli eucaristici, dei quali si enuncia qualche esempio. Secondo la narrazione ecclesiastica, il pane consacrato nella Messa divenne molte volte anche visivamente Carne e Sangue, per esempio a Lanciano e a Bolsena; a Trani una donna che aveva rubato un'ostia consacrata la vide trasformarsi in carne durante un suo atto sacrilego; a Padova un incredulo tenne la sua mula a digiuno per tre giorni, poi in piazza di fronte Sant'Antonio le mise davanti un bel fascio di fieno e un secchio d'acqua, ma la mula si voltò decisamente dall'altra parte e si inginocchiò davanti all' Ostensorio del Sacramento retto dal santo.
In altri casi si sarebbero verificate levitazioni o splendide illuminazioni dell'Ostia.
L'occasione di non poche tra le guarigioni registrate a Lourdes sarebbe la benedizione eucaristica serale. Alcuni fedeli (sia già dichiarati santi sia non ancora tali: per esempio Teresa Neumann) sono vissuti per alcuni o molti anni nutrendosi esclusivamente della Comunione quotidiana, senza assumere alcun altro cibo o bevanda.
Dal punto di vista scientifico questi fenomeni miracolosi, come ho già accennato in precedenza, appartengono all' ignoranza scientifica fino a quando non si riuscirà a dare le risposte a tutti i quesiti pendenti che fanno capo al Supermondo, attualmente descritto rigorosamente dalla Cromodinamica Quantistica QCD, ma non ancora confermato dal primo livello Galileiano. Di diverso aspetto è la distribuzione del pane e del vino che Gesù di Nazaret diede ai suoi discepoli come suo corpo e suo sangue durante l’ultima cena.
Ora sappiamo, grazie alla Scienza Galileiana, che tutti i tre livelli di esistenza che formano la realtà Immanente fino ai confini del Cosmo, e quindi anche di noi stessi, sono fatti con gli stessi protoni inclusi nel pane e nel vino offerti da Gesù di Nazaret ai discepoli come suo corpo e suo sangue.
Niente di miracoloso ora che sappiamo come è fatta la materia dell'Eucarestia: il pane e il vino che consumiamo quotidianamente sono fatti con gli stessi protoni del corpo e del sangue di Gesù di Nazaret e di noi stessi.
Non sarebbero completi questi ragionamenti sull’ Eucaristia sacramentale cristiana istituita da Gesù di Nazaret, se non parlassimo dell’ Eucarestia spirituale.
Infatti il Catechismo del Concilio di Trento, detto Catechismo romano, perchè è il formulario della dottrina romana, si esprime così: «Bisogna che i pastori di anime insegnino che non vi è solo una maniera per ricevere i frutti ammirabili dei sacramento dell'Eucaristia, ma ve ne sono due: la comunione sacramentale e la comunione spirituale».Gesù di Nazaret, duemila anni fa anticipava con un linguaggio comprensibile ai suoi discepoli privi di cultura scientifica quello che lo Spirito Santo avrebbe loro fatto capire e che avrebbero comunicato a tutto il mondo: la comunione spirituale. Essa è anzitutto una comunione; lo afferma il Concilio di Trento.
E dunque una partecipazione reale alle grazie dell'Eucaristia, benché distinta dalla partecipazione sacramentale propriamente detta.
Ora che la Scienza Galileiana ci ha rivelato l'esistenza di Colui che ha fatto il mondo nel libro del Creato aperto ai nostri occhi e scritto in termini matematici comprensibili grazie al dono della ragione, comprendiamo il significato delle parole di Gesù di Nazaret: il pane e il vino fanno parte dell’immenso mosaico dell’universo che Dio ha creato con un unico tassello: il protone.
Noi Siamo in comunione spirituale con questo mosaico perchè ci unisce a Colui che ha fatto il mondo in modo misterioso e nascosto, senza alcun segno visibile.
Che cosa si deve fare per comunicarsi spiritualmente? Basterà fare degli atti di fede e di amore verso Colui che ha fatto il mondo? No.
Bisogna formulare espressamente il desiderio di comunicarsi.
Del resto un semplice desiderio, se è vero e profondo, per quanto breve e rapido, basta a costituire la comunione spirituale che «molti cristiani la ricevono spiritualmente e sono quelli che mangiando con il desiderio il pane che a loro è offerto, gustano il frutto e l'utilità di questo sacramento.» Dunque, secondo il Concilio di Trento e secondo tutta la teologia, la comunione spirituale è un mangiare spiritualmente di Colui che ha fatto il mondo.
Per conseguenza, tutto ciò che è stato detto da Gesù di Nazaret duemila anni fa nell’ultima cena, si ripete ai giorni nostri, benché in modo diverso e in un grado inferiore.
Il primo effetto della comunione spirituale è dunque di accrescere la nostra unione con l'umanità e con la divinità.
Questo è il suo effetto principale.
Inoltre dissipa la caligine; esso riconduce la gioia nel cuore, rende all'anima la pace.
Essa conserva pure il raccoglimento: è il mezzo più efficace per premunirsi contro la dissipazione, la leggerezza e tutte le divagazioni della mente e della fantasia.
Essa ci abitua a tenere i nostri sguardi fissi su Colui che ha fatto ilmondo, a conservare con lui una dolce e costante intimità, a vivere con lui in una continua unione di cuore.
Essa ci distacca da tutto ciò che è puramente sensibile e terrestre; ci fa sdegnare le vanità che passano, i piaceri del mondo che durano poco.
«Essa è il pane del cuore, dice S. Agostino, essa è la guarigione del cuore» Essa separa il nostro cuore da tutto ciò che è impuro e imperfetto; lo trasforma e lo unisce strettamente a Dio.
Essa rende le nostre relazioni con Dio più tenere e più familiari.
Essa ci dà per lui una devozione più ardente e più profonda; essa ci fa meglio gustare la soavità e la dolcezza della sua presenza.
Quanto detto vale per tutte le religioni esistenti nel mondo ancora purtroppo annebbiate dall'ignoranza scientifica.
Gesù di Nazaret non è stato l'unico uomo che abbia annunciato l'esistenza di Colui che ha fatto il mondo con l'insegnamento religioso che si ispirava alle leggi divine dell'allora sconosciuto Supermondo.
Altri uomini, che ho sopra dettagliatamente descritto, sono stati procursori, in epoche diverse, di religioni che miravano allo stesso obiettivo: Mosè, Maometto, Confucio, Buddha, Gandhi, Dalai Lama....e altri ancora.
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IL CORPO E IL SANGUE DI GESU DI NAZARET
LA MORTE BIOLOGICA IN CROCE DI GESU' DI NAZARET
Ora è importante riflettere su un evento storico: la resurrezione di Gesù di Nazaret: In merito ai rapporti col pensiero scientifico, la resurrezione di Gesù di Nazaret ha suscitato due questioni principali.
La prima riguarda il genere di evento che essa rappresenta, la seconda concerne le critiche che sono state mosse alla sua verità e storicità, specialmente dall'illuminismo e dal razionalismo.
La fede cristiana confessa che la resurrezione di Gesù di Nazaret, avvenuta «il terzo giorno», cioè la domenica successiva al venerdì della sua morte per crocifissione (assai probabilmente il giorno 14 del mese ebraico di Nisan, dell'anno 30 circa), è un evento che, occorso nella storia, al tempo stesso la trascende.
In senso stretto, nessuno è stato testimone oculare del momento della resurrezione.
Le prime testimonianze del sepolcro vuoto si registrano al mattino di buon'ora (cfr. Mt 28,1; Mc , 16,2; Gv 20,1) e le prime apparizioni collettive alla sera dello stesso giorno (cfr. Lc 24,34-36; Gv , 20,19). Nondimeno, il cristianesimo afferma che la resurrezione ha “attraversato” la storia e ne segnala i suoi effetti visibili, essenzialmente il sepolcro vuoto e la testimonianza di un certo numero di apparizioni del Risorto.
La celebrazione domenicale della primitiva comunità cristiana, che comincia a riunirsi «nel giorno del Signore» (cfr. s. Giustino, Apologiae , I, 67), rappresenta uno dei segni più importanti che la resurrezione di Gesù di Nazaret ha lasciato nella storia.
Come venne ratificato dal Quarto Concilio Lateranense del 1215, la resurrezione e la glorificazione del corpo costituiscono un dogma della Chiesa cattolica romana. Ecco la definizione formale che ne da la Chiesa: ”Tutti risorgeranno insieme al loro corpo cosicché potranno ricevere in base alle loro azioni, buone o malvagie”.
Ciò significa che i corpi di costoro, le cui azioni sono state buone o malvagie, ascenderanno in gloria e godranno della visione beatifica di Dio.
Per quanto possa sembrare assurda, tale dottrina affascina illustri teologi e filosofi sin dall’antichità. L’epistola di Paolo di Tarso ai Corinti recita:
No, si tratterà davvero del corpo.
Malgrado le difficoltà concettuali e le apparenti assurdità, molti teologi cristiani continuarono a credere nell’incarnazione glorificata.
Alcuni ne ebbero conferma venendo a sapere di casi di radiosità corporea, di levitazione, di stigmate e di altri fenomeni fisici straordinari associati ai primi padri del deserto e santi come Francesco d’Assisi, Giuseppe da Copertino, Giovanni della Croce e Teresa d’Avila.
Sebbene la dottrina della resurrezione affondi le sue ragioni in una visione del mondo prescientifica e sia sostenuta da semplice superstizione, è durata nel tempo.
Gli ignoranti e i non credenti ritengono che la nostra carne deperirà in modo così totale, dopo la morte, che nulla rimarrà della sua sostanza.
Da quattrocento anni la Scienza Galileiana ha dimostrato, invece, come ho già precedentemente detto, che la materia che compone l’Universo, quindi anche di noi stessi, è fatta di nucleoni indistruttibili composti da protoni, neutroni e elettroni, che, dopo l’esplosione (bing bang) dello spazio, si sono strutturati, grazie all’energia fornita dal Sole, in molecole, le quali, per agganci successivi, hanno dato origine alla vita e successivamente all’uomo, la cui morte biologica ha provocato solo lo sfaldamento della struttura molecolare ma non del nucleone; il Supermondo, ivi compreso, persiste di certo e galeianamente può ridare origine alla struttura molecolare come era prima della morte biologica. Non è da escludere, quindi, che una singolarità come questa possa di nuovo verificarsi e che l’intera struttura chimica di questo nostro corpo si svilupperà al momento in cui tutte le cose rinasceranno diventando una sola.
Non dobbiamo però pensare che ciò accadrà tutto a un tratto, bensì avverrà adagio e per gradi, nell’arco di ere infinite e incommensurabili, visto che i miglioramenti e le correzioni si realizzeranno lentamente e separatamente in ciascuna persona. Il tutto come scritto nel libro del Creato aperto ai nostri occhi da Colui che ha fatto il mondo e che, grazie al dono della ragione e al libero arbitrio, siamo in grado di leggerlo e interpretarlo con rigore matematico
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La prima riguarda il genere di evento che essa rappresenta, la seconda concerne le critiche che sono state mosse alla sua verità e storicità, specialmente dall'illuminismo e dal razionalismo.
La fede cristiana confessa che la resurrezione di Gesù di Nazaret, avvenuta «il terzo giorno», cioè la domenica successiva al venerdì della sua morte per crocifissione (assai probabilmente il giorno 14 del mese ebraico di Nisan, dell'anno 30 circa), è un evento che, occorso nella storia, al tempo stesso la trascende.
In senso stretto, nessuno è stato testimone oculare del momento della resurrezione.
Le prime testimonianze del sepolcro vuoto si registrano al mattino di buon'ora (cfr. Mt 28,1; Mc , 16,2; Gv 20,1) e le prime apparizioni collettive alla sera dello stesso giorno (cfr. Lc 24,34-36; Gv , 20,19). Nondimeno, il cristianesimo afferma che la resurrezione ha “attraversato” la storia e ne segnala i suoi effetti visibili, essenzialmente il sepolcro vuoto e la testimonianza di un certo numero di apparizioni del Risorto.
La celebrazione domenicale della primitiva comunità cristiana, che comincia a riunirsi «nel giorno del Signore» (cfr. s. Giustino, Apologiae , I, 67), rappresenta uno dei segni più importanti che la resurrezione di Gesù di Nazaret ha lasciato nella storia.
Come venne ratificato dal Quarto Concilio Lateranense del 1215, la resurrezione e la glorificazione del corpo costituiscono un dogma della Chiesa cattolica romana. Ecco la definizione formale che ne da la Chiesa: ”Tutti risorgeranno insieme al loro corpo cosicché potranno ricevere in base alle loro azioni, buone o malvagie”.
Ciò significa che i corpi di costoro, le cui azioni sono state buone o malvagie, ascenderanno in gloria e godranno della visione beatifica di Dio.
Per quanto possa sembrare assurda, tale dottrina affascina illustri teologi e filosofi sin dall’antichità. L’epistola di Paolo di Tarso ai Corinti recita:
San Tommaso esprime un’idea cristiana digrande importanza, a cui il dogma ha sempre aderito, quando dice che il corpo risorto dei giusti “sarà spirituale, in verità perché fatto di spirito – come molti hanno erroneamente inteso”.Non ogni carne è la stessa carne; ma altra è la carne degliuomini, altra carne
delle bestie, altra carne degli uccelli, altra carne dèpesci. Ci sono anche dè
corpi celesti, e dè corpi terresti;ma altra è la storia dei celesti, altra è la
storia dè terresti. Altra è la gloria del sole, altra èlagloria della luna, e
altra è lagloria delle stelle; perché un astroèdifferente dall’altro ingloria.
Così pure della resurrezione dè morti. Ilcorpo è seminato corruttibile, e
resuscita incorruttibile; è seminato ignobile, e risuscita glorioso; è seminato
debole, e resuscita potente; E’seminato corpo naturale, e risuscita corpo
spirituale
No, si tratterà davvero del corpo.
Malgrado le difficoltà concettuali e le apparenti assurdità, molti teologi cristiani continuarono a credere nell’incarnazione glorificata.
Alcuni ne ebbero conferma venendo a sapere di casi di radiosità corporea, di levitazione, di stigmate e di altri fenomeni fisici straordinari associati ai primi padri del deserto e santi come Francesco d’Assisi, Giuseppe da Copertino, Giovanni della Croce e Teresa d’Avila.
Sebbene la dottrina della resurrezione affondi le sue ragioni in una visione del mondo prescientifica e sia sostenuta da semplice superstizione, è durata nel tempo.
Gli ignoranti e i non credenti ritengono che la nostra carne deperirà in modo così totale, dopo la morte, che nulla rimarrà della sua sostanza.
Da quattrocento anni la Scienza Galileiana ha dimostrato, invece, come ho già precedentemente detto, che la materia che compone l’Universo, quindi anche di noi stessi, è fatta di nucleoni indistruttibili composti da protoni, neutroni e elettroni, che, dopo l’esplosione (bing bang) dello spazio, si sono strutturati, grazie all’energia fornita dal Sole, in molecole, le quali, per agganci successivi, hanno dato origine alla vita e successivamente all’uomo, la cui morte biologica ha provocato solo lo sfaldamento della struttura molecolare ma non del nucleone; il Supermondo, ivi compreso, persiste di certo e galeianamente può ridare origine alla struttura molecolare come era prima della morte biologica. Non è da escludere, quindi, che una singolarità come questa possa di nuovo verificarsi e che l’intera struttura chimica di questo nostro corpo si svilupperà al momento in cui tutte le cose rinasceranno diventando una sola.
Non dobbiamo però pensare che ciò accadrà tutto a un tratto, bensì avverrà adagio e per gradi, nell’arco di ere infinite e incommensurabili, visto che i miglioramenti e le correzioni si realizzeranno lentamente e separatamente in ciascuna persona. Il tutto come scritto nel libro del Creato aperto ai nostri occhi da Colui che ha fatto il mondo e che, grazie al dono della ragione e al libero arbitrio, siamo in grado di leggerlo e interpretarlo con rigore matematico
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46 - IBERNAZIONE MOLECOLARE
46 - IBERNAZIONE MOLECOLARE
Da tempo si sa che abbassando la temperatura (CON L'IBERNAZIONE) il ritmo della vita comincia a rellentare, Questo fenomeno è spiegato da una legge chimica, la quale dice in sostanza che più bassa è la temperatura più lente sono le reazioni chimiche, e quindi la velocità vitale scende.
Tutti i processi molecolari rallentano: per esempio diminusce la richiesta di ossigeno da parte delle cellule, e quindi diminuisce il ritmo della respirazione.
E' del resto un fenomeno che si osserva di continuo in natura con l'ibernazione invernale di certi animali. Il problema "tecnico" di non danneggiare la struttura molcolare durante il raffreddamento, è già stato in parte risolto: oggi si può conservare a temperature molto basse sperma di animali.
Anche per l'uomo, del resto, ciò è possibile.
Qua sotto vi rappresento le quattro figure che illustrano questo processo.
Nella figura 1 la vita può essere sospesa, se si riesce a raggiungere basse temperature senza danneggiare la struttuta molecolare.
Nella figura 2 in tal caso il passaggio dalla vita alla non vita avviene a comando, così come si spengono le luci a teatro.
Nella figura 3 con il riscaldamento si ottiene nuovamente il ritorno delle attività vitali, anche dopo secoli.
Se invece raffreddando si provocano danni alle strutture molecolari come nel caso della figura 4, la vita non potrà più riprendere.
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Da tempo si sa che abbassando la temperatura (CON L'IBERNAZIONE) il ritmo della vita comincia a rellentare, Questo fenomeno è spiegato da una legge chimica, la quale dice in sostanza che più bassa è la temperatura più lente sono le reazioni chimiche, e quindi la velocità vitale scende.
Tutti i processi molecolari rallentano: per esempio diminusce la richiesta di ossigeno da parte delle cellule, e quindi diminuisce il ritmo della respirazione.
E' del resto un fenomeno che si osserva di continuo in natura con l'ibernazione invernale di certi animali. Il problema "tecnico" di non danneggiare la struttura molcolare durante il raffreddamento, è già stato in parte risolto: oggi si può conservare a temperature molto basse sperma di animali.
Anche per l'uomo, del resto, ciò è possibile.
Qua sotto vi rappresento le quattro figure che illustrano questo processo.
Nella figura 1 la vita può essere sospesa, se si riesce a raggiungere basse temperature senza danneggiare la struttuta molecolare.
Nella figura 2 in tal caso il passaggio dalla vita alla non vita avviene a comando, così come si spengono le luci a teatro.
Nella figura 3 con il riscaldamento si ottiene nuovamente il ritorno delle attività vitali, anche dopo secoli.
Se invece raffreddando si provocano danni alle strutture molecolari come nel caso della figura 4, la vita non potrà più riprendere.
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La massa del nostro corpo è una grandezza fisica fondamentale, definita secondo la meccanica newtoniana come la misura dell'inerzia offerta dai corpi al cambiamento del proprio stato di moto. Nella teoria della gravitazione universale di Newton la massa ha anche un altro ruolo: costituisce la carica della forza gravitazionale.
La teoria della relatività di Eintein dà ragione di questo doppio ruolo e lega strettamente i concetti di massa ed Energia
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47 - MORTE BIOLOGICA ESISTENZA 3
L'INEVITABILITA DELLA MORTE
Una domanda che sicuramente a questo punto chi mi legge si fa è quella di domandarsi se Colui che ha fatto il mondo non ne poteva fare proprio a meno di fare sopravvivere il fenomeno decisivo dell’invecchiamento e la successiva morte dell’individuo.
Diciamo che morire non è certo un regalo per noi esseri umani ma è importante quanto la sessualità: rimette in circolazione gli atomi, le molecole, i sali minerali, di cui la natura ha bisogno per continuare a svilupparsi.
Infatti le cellule che si riproducono di continuo possiedono un orologio biologico interno che limita in 40 e 50 il numero delle loro riproduzioni dopo di che muoiono come programmato da Colui che ha fatto il modo.
Grazie a questo gigantesco riciclaggio di atomi, che fin dal Big Band resta costante, la vita animale può rigenerarsi.
La morte è una logica del mondo vivente che perfezionerà il modo di fabbricare energia; utilizzando gli zuccheri del cibo, arricchirà il suo metabolismo e svilupperà dei muscoli che gli consentiranno di agire, di nuotare, di volare, di correre, di conquistare il mondo.
Compaiono tre grandi novità: il sistema immunitario, che assicura protezione dai parassiti o dai virus; quello ormonale, capace di regolare i ritmi biologici e la riproduzione sessuale; e infine il sistema nervoso, regolatore della comunicazione interna.
Quindi l’equazione che ho esposto nel Concetto 39 riguardante l’eternità e la vita comparata con il sonno e il sogno dell’Esistenza 2 e 3 torna in tutta la sua validità con quanto suddetto.
Il Cono di luce è come il sogno che circoscrive tutta la scenografia di ciò che rappresenta il film della materia vivente che ha un inizio e una fine proprio a causa dell’energia solare che è il motore di questo avvenimento biologico.
Ma come il sogno non può non avere una fine così la vita biologica non può non avere come fine la morte. Sarebbe come addormentarsi e non svegliarsi più. Per questo la morte è necessaria per poterci risvegliare per continuare l’Esistenza di noi stessi. Esistenza per cui la scienza Galileiana del subnucleare ci sta aprendo le porte del Supermondo. Eistein ha quindi intuito con la sua meravigliosa Teoria della relatività questa logica che non è una opinione in quanto è rigorosamente esistente in termini matematici e quindi al di fuori di qualsiasi discussione.
Aldo
06/11/08
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Diciamo che morire non è certo un regalo per noi esseri umani ma è importante quanto la sessualità: rimette in circolazione gli atomi, le molecole, i sali minerali, di cui la natura ha bisogno per continuare a svilupparsi.
Infatti le cellule che si riproducono di continuo possiedono un orologio biologico interno che limita in 40 e 50 il numero delle loro riproduzioni dopo di che muoiono come programmato da Colui che ha fatto il modo.
Grazie a questo gigantesco riciclaggio di atomi, che fin dal Big Band resta costante, la vita animale può rigenerarsi.
La morte è una logica del mondo vivente che perfezionerà il modo di fabbricare energia; utilizzando gli zuccheri del cibo, arricchirà il suo metabolismo e svilupperà dei muscoli che gli consentiranno di agire, di nuotare, di volare, di correre, di conquistare il mondo.
Compaiono tre grandi novità: il sistema immunitario, che assicura protezione dai parassiti o dai virus; quello ormonale, capace di regolare i ritmi biologici e la riproduzione sessuale; e infine il sistema nervoso, regolatore della comunicazione interna.
Quindi l’equazione che ho esposto nel Concetto 39 riguardante l’eternità e la vita comparata con il sonno e il sogno dell’Esistenza 2 e 3 torna in tutta la sua validità con quanto suddetto.
Il Cono di luce è come il sogno che circoscrive tutta la scenografia di ciò che rappresenta il film della materia vivente che ha un inizio e una fine proprio a causa dell’energia solare che è il motore di questo avvenimento biologico.
Ma come il sogno non può non avere una fine così la vita biologica non può non avere come fine la morte. Sarebbe come addormentarsi e non svegliarsi più. Per questo la morte è necessaria per poterci risvegliare per continuare l’Esistenza di noi stessi. Esistenza per cui la scienza Galileiana del subnucleare ci sta aprendo le porte del Supermondo. Eistein ha quindi intuito con la sua meravigliosa Teoria della relatività questa logica che non è una opinione in quanto è rigorosamente esistente in termini matematici e quindi al di fuori di qualsiasi discussione.
Aldo
06/11/08
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LABERT EINSTEIN - " DIO NON GIOCA A DADI "
DAL FILM SU RAI UNO "ALBERT EINSTEIN" / THE FILM ON RAI UNO "ALBERT EINSTEIN
47 Bis - L' EMBLEMA DI EINSTEIN = LA VITA ETERNA
47 Bis - L' EMBLEMA DI EINSTEIN = LA VITA ETERNA IN CUI LA MASSA DEL CORPO (m) E L' ENERGIA VITALE (E) SONO EQUIVALENTI
ENRICO FERMI e PAUL ADRIEN MAURICE DIRAC PADRI FONDATORI DELLE NUOVE DIMENSIONI DELLO SPAZIO TEMPO DETTO DI "FERMI - DIRAC"
Questa equazione di Eistein, (di cui c = velocità della luce espressa in m/s = 3*10^8 m/s, m = massa convertita in energia espressa in Kg, E = energia espressa in Joule) probabilmente la più famosa della fisica, stabilisce che Massa ed Energia sono equivalenti.
Pertanto se c’è Massa, deve esserci Energia. Come mai il nostro corpo non si trasforma in Energia, se è vero che il nostro corpo è fatto di Massa? Se la massa di cui è fatta ogni cosa non si trasforma in Energia, se lo stesso nostro corpo non salta in aria, questo è dovuto alla legge di conservazione delle Cariche elettriche e di quelle subnucleari.
La stabilità della materia è essenziale per la nostra esistenza.
Senza questa stabilità saremmo già scomparsi e il Cosmo non avrebbe mai potuto nemmeno avere la possibilità di partire. Nulla potrebbe esistere. Il discorso non vale solo per Noi.
Sono queste Cariche subnucleari che bloccano l’equazione di Eistein, impedendo alla Massa del nostro corpo di trasformarsi in Energia.
Tutto ciò che esiste deve alle Cariche elettriche e subnucleari la sua stabilità.
Ma quante Cariche elettriche e subnucleari ci sono nel Cosmo? Dal nostro corpo, alla Terra, al sistema planetario - solare, alla galassia, a tutte le galassie, il salto è, ovviamente, molto grande.
Il risultato da ben ottanta potenze di dieci. Un numero che si scrive con l’unità seguita da 80 zeri. Non esiste un nome per questo numero.
E’ dunque la trasformazione di materia in energia che fornisce al Sole e a tutte le altre stelle il combustibile necessario a risplendere con tanta veemenza e per tanto tempo.
Ma dove avviene questa trasformazione? Avviene nella fucina di elementi chimici che si trova all’interno delle stelle in cui la fusione dei nuclei degli atomi leggeri produce nuclei di atomi più pesanti.
In queste reazioni di fusione nucleare una frazione della massa dei nuclei scompare, diventa energia. Tanta energia.
Chi mi legge, a questo punto, potrebbe dirmi: come mai negli elementi di cui siamo fatti non ho messo lo “Spin” che è una parola fondamentale adottata dai fisici per indicare una proprietà dei costituenti ultimi: quart ed elettroni ?Spazio, Tempo, Massa, Cariche, sono tutti elementi necessari. Però i quark e gli elettroni non sono “palline” e basta. Ciascuna pallina ruota attorno a se stessa come fosse una “trottolina” (Spin in inglese vuol dire “trottola”)
Il mondo è fatto, non di palline, bensì di trottoline.Quart ed elettroni hanno bisogno di Spazio, Tempo, Massa, e di Cariche. Però se ci fermassimo a qui, i quark e gli elettroni sarebbero come palline, non come trottoline .
C’è bisogno dello “Spin”.Lo Spazio – Tempo di Einstien non basta per produrre lo “Spin”.
C’è bisogno di qualcos’altro. Su queste frontiere Einstein lavorò per oltre trent’anni, senza alcun successo. Nessuno aveva pensato a proprietà dello Spazio – Tempo di natura diversa da quelle a lui note e dette di “Bose – Einstein”.
C’era bisogno di proprietà nuove per le dimensioni dello Spazio –Tempo. Esse sono quelle, dette oggi, di “Fermi – Dirac”.
(Vedi foto in calce al presente concetto n.47 Bis)Nasce così il concetto di SUPER SPAZIO ( Vedi concetti ricorrenti n. 32 dal titolo "LE TRE LONGEVITA') da cui è possibile far discendere quella straordinaria proprietà, qual’ è lo SPIN.
Per scoprire il SUPER SPAZIO l ‘uomo ha impiegato migliaia di anni. E non ci sarebbe arrivato mai se non avesse prima scoperto lo SPIN: Questo moto continuo a trottola che caratterizza quark ed elettroni.Quanti SPIN ci sono nel Cosmo ?
Risposta: esattamente tanti quanti sono i quark e gli elettroni. Infatti, ciascun quark e ciascun elettrone è dotato di “SPIN”Siamo a livello di ottanta potenze di dieci.
Quel numero già citato a proposito delle cariche subnucleari e per il quale, come ho già detto, non esiste nome .
Il tempo dell'uomo è stato sempre scandito dalle sue conoscenze.
La grande avventura comincia, come si sa, solo con Galileo Galilei, che, con un atto di coraggio, sfida tutti e si mette a studiare le pietre per capire le leggi di Colui che ha fatto il mondo..
Questa tappa incominciata da Galilei finisce con Einstein. Il grande fisico tedesco veramente ha capito come è fatto il mondo stabilendo una volta per tutte che le colonne portanti della nostra esistenza sono Spazio, Tempo, Massa, Energia e Carica.
Il sogno di Einstein era quello di mettere tutto insieme, ma qui fallisce.
Gli ultimi 35 anni della sua esistenza li passa cercando inutilmente di inglobare la carica in tutto il resto.
Il suo errore di partenza era quello di considerare un'unica carica, la gravitazionale, e tutte le altre come conseguenza di questa.
Quando comincia la fisica nucleare, infatti, va in crisi.
Ma stava proprio in questa complicazione la strada per capire come è fatto veramente il mondo.
Paul M. Dirac la percorre, scopre un'altra equazione e va oltre supponendo che se esiste il mondo, esiste anche l'antimondo.
E' questa la vera grande rivoluzione dei nostri tempi, la grande apertura verso un mondo che non esiste ma che c'è, altrettanto vero delle cose che vediamo.
La cosa ancora più affascinante è che la scienza scopre cose sempre verificabili e infatti, nonostante non ci sia in natura, in laboratorio si produce l'antimateria nucleare, così come Dirac ha previsto.
E adesso quale è la nuova frontiera della Scienza?
Il SUPERMONDO, IL SUPERSPAZIO.
La grande avventura di Einstein fallì perché la sua matematica lavorava in uno spazio fatto solo di quattro dimensioni, mentre in effetti noi siamo fatti con almeno 42 dimensioni.
La cosa straordinaria è proprio questa: tutta la fisica moderna è fatta di cose che non si possono né toccare né vedere.
Sorge legittima la domanda: ma allora, in quali posti si studiano queste cose?
Non è semplice rispondere perché in effetti non c'è posto fisico dove si studia il Supermondo.
Con l'espandersi delle conoscenze umane, l'Università non è più il fulcro delle nuove cose: oggi le frontiere della scienza si sono spostate in grandi laboratori aperti, dove gli studiosi si incontrano per confrontarsi e mettere a punto le strategie di ricerca. Uno di questi posti è il Centro Internazionale di Cultura Scientifica "Ettore Majorana" di Erice.Qui il fisico Antonino Zichichi (Vedi foto in calce al presente concetto n. 47 Bis), nel 1963, comincia a realizzare il suo grande sogno che è quello di riunire, senza distinzione di razza e di ideologie, scienziati provenienti da ogni parte del mondo per proseguire insieme il cammino verso una Scienza senza frontiere.
Da Erice la Scienza è riuscita a coinvolgere i paesi del Terzo Mondo in un progetto di collaborazione planetaria su temi di grande attualità ed interesse sociale. Da Erice sono passati oltre quarantamila scienziati di tutto il mondo e di ogni disciplina.
Ma ora ritorniamo alla legge citata della relatività ristretta di Einstein della conservazione della Massa – Energia (il famoso E = mc^2). Come mai non è un fenomeno familiare?
Ci hanno per l'appunto pensato i fisici, che costruiscono acceleratori di particelle precisamente per questo scopo.
Consideriamo una particella di massa modesta, ad esempio un elettrone.
Questa massa è equivalente a una certa energia di riposo.
Accelerandola, le si imprime energia addizionale; questa energia dovuta al moto può diventare anche molto maggiore dell'energia di riposo. (Nel caso dell'elettrone, negli esperimenti più costosi effettuati finora quest'energia addizionale è stata anche centomila volte più grande dell'energia a riposo.)
Dal punto di vista delle velocità raggiunte, quest'enorme guadagno di energia risulta piuttosto inefficace: la velocità dell'elettrone non fa che avvicinarsi sempre di più a quella della luce: si passa dal 99% della velocità della luce, al 99,9%… e così via.
Lo scopo è però un altro: una particella così accelerata funziona da formidabile "serbatoio" di energia concentratissima.
Urtando due di queste particelle, si è così concentrata energia (in principio, alta a piacimento; in pratica, limitata dalle caratteristiche dell'acceleratore e… dai fondi a disposizione) in uno spazio ristretto.
Non resta a questo punto che osservare il risultato. L'energia dovuta al moto si converte effettivamente in massa a riposo di nuove particelle.
La natura non fornisce particelle con masse a nostro piacere, ma piuttosto un "catalogo", ben assortito —dal minuscolo neutrino ai massicci bosoni Z —ma pur sempre limitato.
Ogni particella da produrre ha quindi un certo "prezzo": per produrne una con una certa massa a riposo M, bisogna avere a disposizione energia almeno uguale a Mc^2 —sotto forma, come abbiamo visto, di energia di moto di particelle meno pesanti, come elettroni.
(Ciò non vuol dire che, una volta raggiunta l'energia necessaria, la particella desiderata debba per forza apparire. Come previsto dalla meccanica quantistica, ciò avverrà solo con una certa probabilità, a volte piccola; più spesso, si assisterà a uno spettacolare fuoco d'artificio di particelle di minor valore.)
In effetti la conversione di energia in massa si è verificata durante i primi istanti di vita del nostro Universo, e gli acceleratori non fanno che ricreare in modo artificiale (ed effimero) quelle condizioni. Altri ambienti "naturali" in cui particelle ad alte energie possono urtarsi sono i nuclei delle stelle. Anche lì, però, il processo più comune è quello che trasforma massa in energia, sotto forma della luce che le stelle emettono. Perché è in generale più comune che la massa si trasformi in energia piuttosto che il contrario? perché una particella da sola può trasformarsi in una o più particella meno pesanti emettendo energia sotto forma di luce; il processo contrario richiede invece che due o più particelle si incontrino, il che ovviamente è meno probabile.È infine opportuno ricordare che le particelle create artificialmente negli acceleratori sono continuamente create e distrutte ovunque attorno a noi in processi virtuali.
Le particelle coinvolte si comportano però in modo non convenzionale, un po' come se avessero tutte le masse allo stesso tempo; sarebbe quindi impreciso parlare in questo caso di conversione di energia in massa.
Se passiamo ora alla forma a noi famigliare, cioè, alla morte biologica e alla frase di Gesù di Nazaret: “Chi crede in me non morirà in eterno”, il riferimento non può che essere diretto alla struttura molecolare dell’Esistenza 3 che, con l’invecchiamento cellulare descritto nei concetti precedenti ( 46 e 47 Bis), tende alla morte che non è altro che la trasformazione graduale della massa m (del protone) in Energia come vuole la famosa legge di Eistein E = mc^2 che non dobbiamo più dimenticare in quanto è la chiave scientifica che apre la porta d’ingresso al percorso trascendentale verso il SUPERMONDO come raffigurato nel diagramma di flusso riportato più sotto.Grazie, quindi alla Lagrangiana della Fisica nucleare, anche il mistero della vita eterna intuita e dichiarata da Gesù di Nazaret e da tutti gli altri profeti delle Religioni antiscientifiche confermano la presenza della coscienza insita nel uomo a prova dell’ esistenza di Colui che ha fatto il mondo e che si esprime non ebraico, latino, inglese, francese, tedesco ecc. ma nell’unica lingua conosciuta e parlata da tutto il mondo: la Matematica.
Con la morte biologica dell’ESISTENA 3, la massa immanente esce, quindi, dalla struttura Bosonica dello spazio tempo del Cono di luce ed entra, trasformata in energia, nello spazio tempo Fermionico (lal di là detto in termini famigliari) dove non è più possibile andare avanti e indietro restando identici. (vedi tabella SUPERSPAZIO indice 32).A questo punto voglio ricordare al lettore Cattolico che mi legge, che la formula di Einstein chiarisce anche il mistero dogmatico della Trinità in cui, nella Bibbia, sebbene Dio sia uno, Egli esiste in tre Persone, chiamate Padre, Figlio, e Spirito Santo.
Esse non sono tre persone nel senso ordinario del termine; esse non sono tre individui, ma piuttosto tre modi o forme in cui esiste l'Essere divino.
Al tempo stesso esse sono di tale natura da poter entrare fra di loro in rapporto.
Il Padre può parlare al Figlio e viceversa, ed entrambi possono inviare lo Spirito Santo.Dal punto di vista Scientifico, la formula di Eistein attribuisce al Padre, al Figlio, e allo Spirito Santo la stessa equivalenza sia come massa, sia come Energia.
Pertanto se c’è Massa, deve esserci Energia. Come mai il nostro corpo non si trasforma in Energia, se è vero che il nostro corpo è fatto di Massa? Se la massa di cui è fatta ogni cosa non si trasforma in Energia, se lo stesso nostro corpo non salta in aria, questo è dovuto alla legge di conservazione delle Cariche elettriche e di quelle subnucleari.
La stabilità della materia è essenziale per la nostra esistenza.
Senza questa stabilità saremmo già scomparsi e il Cosmo non avrebbe mai potuto nemmeno avere la possibilità di partire. Nulla potrebbe esistere. Il discorso non vale solo per Noi.
Sono queste Cariche subnucleari che bloccano l’equazione di Eistein, impedendo alla Massa del nostro corpo di trasformarsi in Energia.
Tutto ciò che esiste deve alle Cariche elettriche e subnucleari la sua stabilità.
Ma quante Cariche elettriche e subnucleari ci sono nel Cosmo? Dal nostro corpo, alla Terra, al sistema planetario - solare, alla galassia, a tutte le galassie, il salto è, ovviamente, molto grande.
Il risultato da ben ottanta potenze di dieci. Un numero che si scrive con l’unità seguita da 80 zeri. Non esiste un nome per questo numero.
E’ dunque la trasformazione di materia in energia che fornisce al Sole e a tutte le altre stelle il combustibile necessario a risplendere con tanta veemenza e per tanto tempo.
Ma dove avviene questa trasformazione? Avviene nella fucina di elementi chimici che si trova all’interno delle stelle in cui la fusione dei nuclei degli atomi leggeri produce nuclei di atomi più pesanti.
In queste reazioni di fusione nucleare una frazione della massa dei nuclei scompare, diventa energia. Tanta energia.
Chi mi legge, a questo punto, potrebbe dirmi: come mai negli elementi di cui siamo fatti non ho messo lo “Spin” che è una parola fondamentale adottata dai fisici per indicare una proprietà dei costituenti ultimi: quart ed elettroni ?Spazio, Tempo, Massa, Cariche, sono tutti elementi necessari. Però i quark e gli elettroni non sono “palline” e basta. Ciascuna pallina ruota attorno a se stessa come fosse una “trottolina” (Spin in inglese vuol dire “trottola”)
Il mondo è fatto, non di palline, bensì di trottoline.Quart ed elettroni hanno bisogno di Spazio, Tempo, Massa, e di Cariche. Però se ci fermassimo a qui, i quark e gli elettroni sarebbero come palline, non come trottoline .
C’è bisogno dello “Spin”.Lo Spazio – Tempo di Einstien non basta per produrre lo “Spin”.
C’è bisogno di qualcos’altro. Su queste frontiere Einstein lavorò per oltre trent’anni, senza alcun successo. Nessuno aveva pensato a proprietà dello Spazio – Tempo di natura diversa da quelle a lui note e dette di “Bose – Einstein”.
C’era bisogno di proprietà nuove per le dimensioni dello Spazio –Tempo. Esse sono quelle, dette oggi, di “Fermi – Dirac”.
(Vedi foto in calce al presente concetto n.47 Bis)Nasce così il concetto di SUPER SPAZIO ( Vedi concetti ricorrenti n. 32 dal titolo "LE TRE LONGEVITA') da cui è possibile far discendere quella straordinaria proprietà, qual’ è lo SPIN.
Per scoprire il SUPER SPAZIO l ‘uomo ha impiegato migliaia di anni. E non ci sarebbe arrivato mai se non avesse prima scoperto lo SPIN: Questo moto continuo a trottola che caratterizza quark ed elettroni.Quanti SPIN ci sono nel Cosmo ?
Risposta: esattamente tanti quanti sono i quark e gli elettroni. Infatti, ciascun quark e ciascun elettrone è dotato di “SPIN”Siamo a livello di ottanta potenze di dieci.
Quel numero già citato a proposito delle cariche subnucleari e per il quale, come ho già detto, non esiste nome .
Il tempo dell'uomo è stato sempre scandito dalle sue conoscenze.
La grande avventura comincia, come si sa, solo con Galileo Galilei, che, con un atto di coraggio, sfida tutti e si mette a studiare le pietre per capire le leggi di Colui che ha fatto il mondo..
Questa tappa incominciata da Galilei finisce con Einstein. Il grande fisico tedesco veramente ha capito come è fatto il mondo stabilendo una volta per tutte che le colonne portanti della nostra esistenza sono Spazio, Tempo, Massa, Energia e Carica.
Il sogno di Einstein era quello di mettere tutto insieme, ma qui fallisce.
Gli ultimi 35 anni della sua esistenza li passa cercando inutilmente di inglobare la carica in tutto il resto.
Il suo errore di partenza era quello di considerare un'unica carica, la gravitazionale, e tutte le altre come conseguenza di questa.
Quando comincia la fisica nucleare, infatti, va in crisi.
Ma stava proprio in questa complicazione la strada per capire come è fatto veramente il mondo.
Paul M. Dirac la percorre, scopre un'altra equazione e va oltre supponendo che se esiste il mondo, esiste anche l'antimondo.
E' questa la vera grande rivoluzione dei nostri tempi, la grande apertura verso un mondo che non esiste ma che c'è, altrettanto vero delle cose che vediamo.
La cosa ancora più affascinante è che la scienza scopre cose sempre verificabili e infatti, nonostante non ci sia in natura, in laboratorio si produce l'antimateria nucleare, così come Dirac ha previsto.
E adesso quale è la nuova frontiera della Scienza?
Il SUPERMONDO, IL SUPERSPAZIO.
La grande avventura di Einstein fallì perché la sua matematica lavorava in uno spazio fatto solo di quattro dimensioni, mentre in effetti noi siamo fatti con almeno 42 dimensioni.
La cosa straordinaria è proprio questa: tutta la fisica moderna è fatta di cose che non si possono né toccare né vedere.
Sorge legittima la domanda: ma allora, in quali posti si studiano queste cose?
Non è semplice rispondere perché in effetti non c'è posto fisico dove si studia il Supermondo.
Con l'espandersi delle conoscenze umane, l'Università non è più il fulcro delle nuove cose: oggi le frontiere della scienza si sono spostate in grandi laboratori aperti, dove gli studiosi si incontrano per confrontarsi e mettere a punto le strategie di ricerca. Uno di questi posti è il Centro Internazionale di Cultura Scientifica "Ettore Majorana" di Erice.Qui il fisico Antonino Zichichi (Vedi foto in calce al presente concetto n. 47 Bis), nel 1963, comincia a realizzare il suo grande sogno che è quello di riunire, senza distinzione di razza e di ideologie, scienziati provenienti da ogni parte del mondo per proseguire insieme il cammino verso una Scienza senza frontiere.
Da Erice la Scienza è riuscita a coinvolgere i paesi del Terzo Mondo in un progetto di collaborazione planetaria su temi di grande attualità ed interesse sociale. Da Erice sono passati oltre quarantamila scienziati di tutto il mondo e di ogni disciplina.
Ma ora ritorniamo alla legge citata della relatività ristretta di Einstein della conservazione della Massa – Energia (il famoso E = mc^2). Come mai non è un fenomeno familiare?
Ci hanno per l'appunto pensato i fisici, che costruiscono acceleratori di particelle precisamente per questo scopo.
Consideriamo una particella di massa modesta, ad esempio un elettrone.
Questa massa è equivalente a una certa energia di riposo.
Accelerandola, le si imprime energia addizionale; questa energia dovuta al moto può diventare anche molto maggiore dell'energia di riposo. (Nel caso dell'elettrone, negli esperimenti più costosi effettuati finora quest'energia addizionale è stata anche centomila volte più grande dell'energia a riposo.)
Dal punto di vista delle velocità raggiunte, quest'enorme guadagno di energia risulta piuttosto inefficace: la velocità dell'elettrone non fa che avvicinarsi sempre di più a quella della luce: si passa dal 99% della velocità della luce, al 99,9%… e così via.
Lo scopo è però un altro: una particella così accelerata funziona da formidabile "serbatoio" di energia concentratissima.
Urtando due di queste particelle, si è così concentrata energia (in principio, alta a piacimento; in pratica, limitata dalle caratteristiche dell'acceleratore e… dai fondi a disposizione) in uno spazio ristretto.
Non resta a questo punto che osservare il risultato. L'energia dovuta al moto si converte effettivamente in massa a riposo di nuove particelle.
La natura non fornisce particelle con masse a nostro piacere, ma piuttosto un "catalogo", ben assortito —dal minuscolo neutrino ai massicci bosoni Z —ma pur sempre limitato.
Ogni particella da produrre ha quindi un certo "prezzo": per produrne una con una certa massa a riposo M, bisogna avere a disposizione energia almeno uguale a Mc^2 —sotto forma, come abbiamo visto, di energia di moto di particelle meno pesanti, come elettroni.
(Ciò non vuol dire che, una volta raggiunta l'energia necessaria, la particella desiderata debba per forza apparire. Come previsto dalla meccanica quantistica, ciò avverrà solo con una certa probabilità, a volte piccola; più spesso, si assisterà a uno spettacolare fuoco d'artificio di particelle di minor valore.)
In effetti la conversione di energia in massa si è verificata durante i primi istanti di vita del nostro Universo, e gli acceleratori non fanno che ricreare in modo artificiale (ed effimero) quelle condizioni. Altri ambienti "naturali" in cui particelle ad alte energie possono urtarsi sono i nuclei delle stelle. Anche lì, però, il processo più comune è quello che trasforma massa in energia, sotto forma della luce che le stelle emettono. Perché è in generale più comune che la massa si trasformi in energia piuttosto che il contrario? perché una particella da sola può trasformarsi in una o più particella meno pesanti emettendo energia sotto forma di luce; il processo contrario richiede invece che due o più particelle si incontrino, il che ovviamente è meno probabile.È infine opportuno ricordare che le particelle create artificialmente negli acceleratori sono continuamente create e distrutte ovunque attorno a noi in processi virtuali.
Le particelle coinvolte si comportano però in modo non convenzionale, un po' come se avessero tutte le masse allo stesso tempo; sarebbe quindi impreciso parlare in questo caso di conversione di energia in massa.
Se passiamo ora alla forma a noi famigliare, cioè, alla morte biologica e alla frase di Gesù di Nazaret: “Chi crede in me non morirà in eterno”, il riferimento non può che essere diretto alla struttura molecolare dell’Esistenza 3 che, con l’invecchiamento cellulare descritto nei concetti precedenti ( 46 e 47 Bis), tende alla morte che non è altro che la trasformazione graduale della massa m (del protone) in Energia come vuole la famosa legge di Eistein E = mc^2 che non dobbiamo più dimenticare in quanto è la chiave scientifica che apre la porta d’ingresso al percorso trascendentale verso il SUPERMONDO come raffigurato nel diagramma di flusso riportato più sotto.Grazie, quindi alla Lagrangiana della Fisica nucleare, anche il mistero della vita eterna intuita e dichiarata da Gesù di Nazaret e da tutti gli altri profeti delle Religioni antiscientifiche confermano la presenza della coscienza insita nel uomo a prova dell’ esistenza di Colui che ha fatto il mondo e che si esprime non ebraico, latino, inglese, francese, tedesco ecc. ma nell’unica lingua conosciuta e parlata da tutto il mondo: la Matematica.
Con la morte biologica dell’ESISTENA 3, la massa immanente esce, quindi, dalla struttura Bosonica dello spazio tempo del Cono di luce ed entra, trasformata in energia, nello spazio tempo Fermionico (lal di là detto in termini famigliari) dove non è più possibile andare avanti e indietro restando identici. (vedi tabella SUPERSPAZIO indice 32).A questo punto voglio ricordare al lettore Cattolico che mi legge, che la formula di Einstein chiarisce anche il mistero dogmatico della Trinità in cui, nella Bibbia, sebbene Dio sia uno, Egli esiste in tre Persone, chiamate Padre, Figlio, e Spirito Santo.
Esse non sono tre persone nel senso ordinario del termine; esse non sono tre individui, ma piuttosto tre modi o forme in cui esiste l'Essere divino.
Al tempo stesso esse sono di tale natura da poter entrare fra di loro in rapporto.
Il Padre può parlare al Figlio e viceversa, ed entrambi possono inviare lo Spirito Santo.Dal punto di vista Scientifico, la formula di Eistein attribuisce al Padre, al Figlio, e allo Spirito Santo la stessa equivalenza sia come massa, sia come Energia.
LA SINDONE = LA PROVA DI TRASLAZIONE DELLA MASSA IN ENERGIA
La famosa formula di Einstein, rappresenta anche un valido punto di riferimento per spiegare quello che per la tradizione religiosa e popolare non ci sono dubbi: la Sacra Sindone è un reperto autentico, il più importante della cristianità.
L’analisi medico legale dell’immagine in alto raffigurata permette di risalire alle cause precise di una morte che corrisponde al racconto dei Vangeli; sul volto, accanto agli occhi, si scorge l’impronta di una moneta coniata da Ponzio Pilato in Palestina.
In più si sono accumulati una quantità impressionante di dati scientifici ormai consolidati, negli studi sulla Sindone, a conferma della sua autenticità, ma, a mio avviso, può benissimo non essere di natura miracolosa in quanto, come accennato, la massa di un corpo umano, secondo la nota formula di Eistein, può trasformarsi completamente in Energia e fissare in negativo su un lenzuolo una immagine come quella dell’uomo della Sindone, come in effetti è stato riscontrato tramite le lastre scattate da Secondo Pia nell’esposizione del 1898.
La scoperta delle straordinarie caratteristiche di queste lastre, con il loro indiscutibile contenuto negativo desta grande emozione ed entusiastici consensi.
Provoca tuttavia contestazioni da chi non è psicologicamente portato ad accettare un reperto scientifico inspiegabile se non con la nota formula Eisteniana.
Oltretutto il fatto che sulla Sindone vi sia una impronta negativa e che il negativo fotografico non fosse concepibile prima dell’invenzione di Nièpce del 1816 mette in crisi le tesi di coloro secondo i quali si trattava di un dipinto medievale.
Aldo
14/12/2008
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L’analisi medico legale dell’immagine in alto raffigurata permette di risalire alle cause precise di una morte che corrisponde al racconto dei Vangeli; sul volto, accanto agli occhi, si scorge l’impronta di una moneta coniata da Ponzio Pilato in Palestina.
In più si sono accumulati una quantità impressionante di dati scientifici ormai consolidati, negli studi sulla Sindone, a conferma della sua autenticità, ma, a mio avviso, può benissimo non essere di natura miracolosa in quanto, come accennato, la massa di un corpo umano, secondo la nota formula di Eistein, può trasformarsi completamente in Energia e fissare in negativo su un lenzuolo una immagine come quella dell’uomo della Sindone, come in effetti è stato riscontrato tramite le lastre scattate da Secondo Pia nell’esposizione del 1898.
La scoperta delle straordinarie caratteristiche di queste lastre, con il loro indiscutibile contenuto negativo desta grande emozione ed entusiastici consensi.
Provoca tuttavia contestazioni da chi non è psicologicamente portato ad accettare un reperto scientifico inspiegabile se non con la nota formula Eisteniana.
Oltretutto il fatto che sulla Sindone vi sia una impronta negativa e che il negativo fotografico non fosse concepibile prima dell’invenzione di Nièpce del 1816 mette in crisi le tesi di coloro secondo i quali si trattava di un dipinto medievale.
Aldo
14/12/2008
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LA SCOPERTA DI Paul Adrien Maurice Dirac
Gli alberi, le nuvole sono fatti con protoni ed elettroni.
Il vestito della bambina è fatto con protoni, neutroni ed elettroni. La stessa bambina è fatta con protoni, neutroni ed elettroni.
Tutti i corpi materiali sono fatti con le stesse identiche particelle : protoni, neutroni ed elettroni. Queste particelle sono piccolissime trottoline, dotate di movimento intrinseco detto “spin”.
I mattoni di cui è fatta ogni cosa sono quindi “trottoline”. E qui nasce un problema di fondo: quali sono le radici di questo “spin” ?
Fu il grande PAUL ADRIEN MAURICE DIRAC (1902-1984) che seppe dare la risposta giusta a questa domanda scoprendo, nel 1929, l’equazione oggi famosa che porta il suo nome.
Quell’ equazione ci dice che lo “spin” nasce dalla natura “complessa della miscela tra Tempo e Spazio.
Come abbiamo visto in precedenza con il concetto 38, lo studio dei fenomeni elettromagnetici aveva portato un altro grande gigante della Scienza galileiana, HENDRIK LORENTZ, a scoprire che se lo spazio è reale., il Tempo deve essere immaginario. DIRAC scoprì che, per descrivere l’evoluzione di una particella in questa scrittura di Tempo e Spazio, era necessaria l’esistenza dello “spin”.
Se il Tempo fosse stato come lo Spazio, i mattoni dell’Universo non sarebbero trottoline (Tratto da “L’ irresistibile fascino del tempo” di Antonino Zichichi)
Gli alberi, le nuvole sono fatti con protoni ed elettroni.
Il vestito della bambina è fatto con protoni, neutroni ed elettroni. La stessa bambina è fatta con protoni, neutroni ed elettroni.
Tutti i corpi materiali sono fatti con le stesse identiche particelle : protoni, neutroni ed elettroni. Queste particelle sono piccolissime trottoline, dotate di movimento intrinseco detto “spin”.
I mattoni di cui è fatta ogni cosa sono quindi “trottoline”. E qui nasce un problema di fondo: quali sono le radici di questo “spin” ?
Fu il grande PAUL ADRIEN MAURICE DIRAC (1902-1984) che seppe dare la risposta giusta a questa domanda scoprendo, nel 1929, l’equazione oggi famosa che porta il suo nome.
Quell’ equazione ci dice che lo “spin” nasce dalla natura “complessa della miscela tra Tempo e Spazio.
Come abbiamo visto in precedenza con il concetto 38, lo studio dei fenomeni elettromagnetici aveva portato un altro grande gigante della Scienza galileiana, HENDRIK LORENTZ, a scoprire che se lo spazio è reale., il Tempo deve essere immaginario. DIRAC scoprì che, per descrivere l’evoluzione di una particella in questa scrittura di Tempo e Spazio, era necessaria l’esistenza dello “spin”.
Se il Tempo fosse stato come lo Spazio, i mattoni dell’Universo non sarebbero trottoline (Tratto da “L’ irresistibile fascino del tempo” di Antonino Zichichi)
PROFESSORE EMERITO DI FISICA SUPERIORE NELL’UNIVERSITA’ DI BOLOGNA, è autore di oltre ottocento lavori scientifici, tra cui: 6 scoperte, 4 invenzioni, 3 idee originali che hanno aperto nuove strade nella Fisica Subnucleare delle alte energie, e 4 misure di alta precisione di quantità fisiche fondamentali.
HA SCOPERTO: 1) L’ Antimateria Nucleare; 2) l'Energia Effettiva nelle Forze tra quark e gluoni; 3) la struttura “tipo-Tempo” del protone; 4) il primo esempio di particella barionica con un quark della terza famiglia; 5) l’effetto “leading” nella produzione di barioni con cariche di “sapore” subnucleare della seconda e della terza famiglia di quark; 6) che l’ultimo mattone pesante carico dell’ Universo alle energie estreme finora raggiunte non si può rompere.
HA INVENTATO: 1) la tecnica per costruire cam
pi magnetici polinominali di altissima precisione; 2 ) la tecnica per identificare con elevata potenza risolutiva coppie leptone-antileptone; 3) il circuito elettronico per la misura d’alta precisione (100 ps; ps = un millesimo di miliardesimo di secondo) dei tempi di volo delle particelle subnucleari; 4) lo spettrometro a massa mancante con neutroni ad alta risoluzione spaziale e temporale.
IDEE ORIGINALI: 1) l’idea della terza colonna leptonica nella struttura delle particelle fondamentali; quest’idea ha portato alla scoperta del terzo leptone; 2) l’idea dello studio di nuovi stati mesonici vettoriali tramite il loro decadimento in coppie leptoniche neutre; quest’idea ha portato alla scoperta dei mesoni vettoriali composti da coppie quark-aniquark della econda e della terza colonna nella struttura delle particelle fondamentali (quark e leptoni); 3) l’idea di studiare l’effetto della variazione delle masse nella convergenza delle forze fondamentali; quest’idea ha portato alla scoperta dell’effetto denominato EGM; questo effetto abbassa di un fattore 700 il livello d’Energia necessario per scoprire il Supermondo. Livello di cui nessuno conosce il valore assoluto.
MISURE DI ALTA PRECISIONE: della carica debole universale; 2) del momento magnetico del muone; 3) della universalità delle Forze Elettromagnetiche alle alte energie; 4) delle miscele mesoniche pseudoscalari e vettoriali.
ATTUALMENTE, al CERN (Ginevra), dirige il progetto LAA e il progetto TOF dell’esperimento ALICE per LHC; a DESY (Amburgo), partecipa all’esperimento ZEUS di HERA; AL GRAN SASSO, dirige l’esperimento LVD.
E’ autore di nove libri di cui i dettagli di alcuni di questi sono stati riportati in questo blog.
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HA SCOPERTO: 1) L’ Antimateria Nucleare; 2) l'Energia Effettiva nelle Forze tra quark e gluoni; 3) la struttura “tipo-Tempo” del protone; 4) il primo esempio di particella barionica con un quark della terza famiglia; 5) l’effetto “leading” nella produzione di barioni con cariche di “sapore” subnucleare della seconda e della terza famiglia di quark; 6) che l’ultimo mattone pesante carico dell’ Universo alle energie estreme finora raggiunte non si può rompere.
HA INVENTATO: 1) la tecnica per costruire cam
pi magnetici polinominali di altissima precisione; 2 ) la tecnica per identificare con elevata potenza risolutiva coppie leptone-antileptone; 3) il circuito elettronico per la misura d’alta precisione (100 ps; ps = un millesimo di miliardesimo di secondo) dei tempi di volo delle particelle subnucleari; 4) lo spettrometro a massa mancante con neutroni ad alta risoluzione spaziale e temporale.
IDEE ORIGINALI: 1) l’idea della terza colonna leptonica nella struttura delle particelle fondamentali; quest’idea ha portato alla scoperta del terzo leptone; 2) l’idea dello studio di nuovi stati mesonici vettoriali tramite il loro decadimento in coppie leptoniche neutre; quest’idea ha portato alla scoperta dei mesoni vettoriali composti da coppie quark-aniquark della econda e della terza colonna nella struttura delle particelle fondamentali (quark e leptoni); 3) l’idea di studiare l’effetto della variazione delle masse nella convergenza delle forze fondamentali; quest’idea ha portato alla scoperta dell’effetto denominato EGM; questo effetto abbassa di un fattore 700 il livello d’Energia necessario per scoprire il Supermondo. Livello di cui nessuno conosce il valore assoluto.
MISURE DI ALTA PRECISIONE: della carica debole universale; 2) del momento magnetico del muone; 3) della universalità delle Forze Elettromagnetiche alle alte energie; 4) delle miscele mesoniche pseudoscalari e vettoriali.
ATTUALMENTE, al CERN (Ginevra), dirige il progetto LAA e il progetto TOF dell’esperimento ALICE per LHC; a DESY (Amburgo), partecipa all’esperimento ZEUS di HERA; AL GRAN SASSO, dirige l’esperimento LVD.
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Ed ora, dopo esserci rinfrescato la memoria con le definizioni di Immanente e Trascendente della tabella seguente, guardiamo con attenzione il sucessivo diagramma di flusso che riassume quanto fin qui detto sulle 3 ESISTENZE formatesi con l’esplosione dello spazio – tempo del Big Bang. Entrambe hanno masse ed energie legate all'equazione E=mc^2 di Einstein con il valore della massa del protone, la cui longevità, come abbiamo visto dalla Tabella relativa al n. 32 dei concetti ricorrenti, è superiore al milione di miliardi, di miliardi, di miliardi = 10^33 anni.
Ma, mentre l' ESISTENZA 1, con dimensioni Fermioniche dello Spazio-Tempo, resta fuori dal CONO DI LUCE, le ESISTENZE 2 e 3, gestite dalla struttura molecolare del DNA, restano, con dimensioni Bosoniche dello Spazio-Tempo, nel CONO DI LUCE che scandisce il Tempo longevo della vita e della morte BIOLOGICA della struttura molecolare lasciando immuni i mattoni che la compongono; I PROTONI.
A questo punto il DNA crea uno spartiacque tra le ESISTENZE 2 e 3, dando la possibilità all' ESISTENZA 3 di impiegare, nei migliori dei modi, i doni della COSCIENZA, della RAGIONE è del LIBERO ARBITRIO ricevuti da Colui che ha fatto il mondo, seguendo il percorso TRASCENDENTALE verso il SUPERMONDO ancora tutto da scoprire; a differenza dell' ESISTENZA 2, che, priva invece dei doni in possesso dell' ESISTENZA 3, segue un'altro percorso ancora tutto da capire nell' IMMANENTE
Aldo
6/07/08
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Ma, mentre l' ESISTENZA 1, con dimensioni Fermioniche dello Spazio-Tempo, resta fuori dal CONO DI LUCE, le ESISTENZE 2 e 3, gestite dalla struttura molecolare del DNA, restano, con dimensioni Bosoniche dello Spazio-Tempo, nel CONO DI LUCE che scandisce il Tempo longevo della vita e della morte BIOLOGICA della struttura molecolare lasciando immuni i mattoni che la compongono; I PROTONI.
A questo punto il DNA crea uno spartiacque tra le ESISTENZE 2 e 3, dando la possibilità all' ESISTENZA 3 di impiegare, nei migliori dei modi, i doni della COSCIENZA, della RAGIONE è del LIBERO ARBITRIO ricevuti da Colui che ha fatto il mondo, seguendo il percorso TRASCENDENTALE verso il SUPERMONDO ancora tutto da scoprire; a differenza dell' ESISTENZA 2, che, priva invece dei doni in possesso dell' ESISTENZA 3, segue un'altro percorso ancora tutto da capire nell' IMMANENTE
Aldo
6/07/08
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Ora se riguardiamo il diagramma di flusso del concetto ricorrente numero 26 relativo al Riassunto dell’articolo “Vostro figlio ha tre miliardi di anni”, notiamo che è stata proprio l’ energia del Sole ad aver dato il via al formarsi delle prime molecole di noi stessi, le quali per agganci successivi hanno dato origine alla Vita dell’Esistenza n.2 ed infine all’Esistenza n. 3 (Vedi concetto seguente n.48-“La vita della materia vivente”- Energia cinetica del sangue – Energia potenziale del cuore e Forza del Supermondo con il concetto n.49 )
.ALDO
27/07/08
.ALDO
27/07/08
COMPOAIZIONE MOLECOLARE DEL SANGUE
COMPOSIZIONE MOLECOLARE DEL SANGUE
48 - LA VITA DELLA MATERIA VIVENTE
48 - LA VITA DELLA MATERIA VIVENTE
ENERGIA CINETICA DEL SANGUE DELLA MATERIA VIVENTE ( ESISTENZA 2 e 3) La VITA relativa all’ESISTENZA 2 e 3 è l’energia che un corpo possiede in virtù del suo movimento.
Tale concetto formalizza l’idea che un corpo in moto (IL SANGUE) è in grado di compiere lavoro in quanto è in moto.
L’energia cinetica quindi, del sangue della materia vivente è compresa matematicamente dal semiprodotto della sua massa per il quadrato del modulo della sua velocità: in coordinate cartesiane si esprime di consueto come:
ENERGIA CINETICA DEL SANGUE DELLA MATERIA VIVENTE ( ESISTENZA 2 e 3) La VITA relativa all’ESISTENZA 2 e 3 è l’energia che un corpo possiede in virtù del suo movimento.
Tale concetto formalizza l’idea che un corpo in moto (IL SANGUE) è in grado di compiere lavoro in quanto è in moto.
L’energia cinetica quindi, del sangue della materia vivente è compresa matematicamente dal semiprodotto della sua massa per il quadrato del modulo della sua velocità: in coordinate cartesiane si esprime di consueto come:
L’energia cinetica del SANGUE dipende dal sistema inerziale di riferimento.
In un sistema di riferimento stazionario l’energia cinetica assume un valore inferiore di quello assumibile in un sistema di riferimento in movimento.
L’energia cinetica aggiuntiva è quella corrispondente all’energia cinetica di traslazione della massa m alla velocità di spostamento del sistema inerziale di riferimento.
Una utile relazione tra l’energia cinetica Ek e il modulo della quantità di moto p è data dalle seguenti equazioni:
In un sistema di riferimento stazionario l’energia cinetica assume un valore inferiore di quello assumibile in un sistema di riferimento in movimento.
L’energia cinetica aggiuntiva è quella corrispondente all’energia cinetica di traslazione della massa m alla velocità di spostamento del sistema inerziale di riferimento.
Una utile relazione tra l’energia cinetica Ek e il modulo della quantità di moto p è data dalle seguenti equazioni:
La dimostrazione è immediata sostituendo nell' espressione di EK quella di p
CIRCOLAZIONE ARTERO - VENOSA DELLA ESISTENZA 3 - LA FUNZIONE DELL' APPARATO CIRCOLATORIO, COSTITUITO DAL CUORE, ORGANO MOTORE CENTRALE, E DEI VASI ARTERIOSI E VENOSI, ORGANI DI DISTRIBUZIONE PERIFERICA, E' QUELLA DI PROVVEDERE ALLA DISTRIBUZIONE DELLE SOSTANZE NUTRITIVE DEL SANGUE E DELL' OSSIGENO AI DIVERSI TESSUTI E DI ASPORTARE LE SCORIE DA ESSI PRODOTTE, CHE SONO ELIMINATE ATTRAVERSO ALTRI MECCANISMI
IL CUORE DEL CORPO UMANO (ESISTENZA 3) - ESSO E' SITUATO NELLA CAVITA' TORACICA, FRA I DUE POLMONI. E' L' ORGANO CENTRALE MOTORE DELLA CIRCOLAZIONE SANGUINEA, E COME TALE PUO' ESSERE PARAGONATO A UNA POMPA CHE ESERCITA SUL SANGUE UNA SPINTA CIRCOLATORIA MEDIANTE IL TESSUTO MUSCOLARE CHE COSTITUISCE LA MASSIMA PARTE DELLE SUE PARETI. L' ATTIVITA' DEL CUORE E' AUTOMATICA: CIOE' LO STIMOLO CHE PROMUOVE LA CONTRAZIONE SORGE NELL' INTERNO DELL' ORGANO CHE E' SEDE DEL MOVIMENTO
ENERGIA POTENZIALE DEL CUORE DELLA MATERIA VIVENTE (ESISTENZA 2 e 3)
L'ENERGIA POTENZIALE DEL CUORE DELLA MATERIA VIVENTE (ESISTENZA 2 e 3) è una funzione scalare dello spazio (delle coordinate nel sistema di riferimento considerto), usualemente indicata con U (X1, X2...) e rappresenta la capacità di compiere lavoro che il corpo possiede in virtù della sua posizione all'interno di un campo di forze conservative.L'energia potenziale è pari al potenziale scalare V (x1, x2,...) cambiato di segno: U = - V.In un campo di forze conservative se il corpo si sposta da un punto A (definito da un vettore posizione ra) ad un punto B ( definito da rb), le forze del campo compiono su di esso un lavoro definito da:
L'ENERGIA POTENZIALE DEL CUORE DELLA MATERIA VIVENTE (ESISTENZA 2 e 3) è una funzione scalare dello spazio (delle coordinate nel sistema di riferimento considerto), usualemente indicata con U (X1, X2...) e rappresenta la capacità di compiere lavoro che il corpo possiede in virtù della sua posizione all'interno di un campo di forze conservative.L'energia potenziale è pari al potenziale scalare V (x1, x2,...) cambiato di segno: U = - V.In un campo di forze conservative se il corpo si sposta da un punto A (definito da un vettore posizione ra) ad un punto B ( definito da rb), le forze del campo compiono su di esso un lavoro definito da:
Tale lavoro non dipende da particolare percorso seguito ma solo dalla posizione di A e B.
L' energia potenziale è definita a meno di una costante additiva.In altri termini è possibile fissare arbitrriamente il livello zero dell'energia potenziale in corrispondenza di particolari posizioni r; QUESTO NON DA LUOGO AD ALCUNA AMBIQUITA', POICHE' IL LAVORO E' DEFINITO IN TERMINI DI VARIAZIONI DI ENERGIA POTENZIALE (la quale dipende solo dalla posizione r) E LA FORZA COME GRADIENTE
Aldo
29/07/08
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L' energia potenziale è definita a meno di una costante additiva.In altri termini è possibile fissare arbitrriamente il livello zero dell'energia potenziale in corrispondenza di particolari posizioni r; QUESTO NON DA LUOGO AD ALCUNA AMBIQUITA', POICHE' IL LAVORO E' DEFINITO IN TERMINI DI VARIAZIONI DI ENERGIA POTENZIALE (la quale dipende solo dalla posizione r) E LA FORZA COME GRADIENTE
Aldo
29/07/08
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49 - FORZA DEL SUPERMONDO NELL'ESISTENZA 1-2.-3
49 - FORZA DEL SUPERMONDO NELL' ESISTENZA 1-2-3
Proprietà della Forza nucleare forte del nucleone (SUPERMONDO) NECESSARIA PER AZIONARE IL SISTEMA VITALE DELLE ESISTENZE 2 E 3 E DELLA STRUTTURA FERMIONICA DI TUTTA L'ESISTENZA 1La forza nucleare forte è una delle quattro interazioni fondamentali, prevista dal Modello Standard e trattata con la cromodinamica quantistica.La forza nucleare forte è l'interazione tra i quark mediata dai gluoni.
La forza nucleare forte rende possibile l'esistenza del nucleo atomico.
Considerato un nucleo di un atomo qualsiasi, esso sarà composto da un numero di protoni pari al numero atomico e da un numero di neutroni pari al numero di massa diminuito del numero atomico. Essendo i protoni carichi positivamente (carica: +-e, con e carica elettrica negativa dell'elettrone), se sono presenti, in uno stesso nucleo, due o più protoni, questi tenderanno a respingersi per azione della forza elettromagnetica repulsiva che si instaura tra corpi elettricamente carichi con carica elettrica dello stesso segno.
Un nucleo in cui agisse solo la forza elettromagnetica sarebbe destinato ad essere distrutto da queste forze repulsive. L'azione di allontanamento operata dai neutroni, elettricamente neutri, è comunque limitata. Il fatto che il nucleo continui ad esistere è dovuto all'azione attrattiva operata dalla forza nucleare forte.
Questa forza fa uso, come mediatori di forza, dei gluoni. Essi svolgono un'azione "collante" (da cui il nome: glue=colla) tra i quark che compongono il nucleo.
Ogni quark possiede infatti una carica di colore, che cambia continuamente trasferendo gluoni (composti da un colore ed un anticolore) ad altri quark.
Tale condivisione di gluoni genera un campo attrattivo che si oppone alle forze elettriche repulsive. La forza nucleare forte fu originariamente ipotizzata da Enrico Fermi la cui lagrangiana che descrive l' interazione dei quark mediata dai gluoni è riportata qua sotto.
Aldo
30/07/08
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Proprietà della Forza nucleare forte del nucleone (SUPERMONDO) NECESSARIA PER AZIONARE IL SISTEMA VITALE DELLE ESISTENZE 2 E 3 E DELLA STRUTTURA FERMIONICA DI TUTTA L'ESISTENZA 1La forza nucleare forte è una delle quattro interazioni fondamentali, prevista dal Modello Standard e trattata con la cromodinamica quantistica.La forza nucleare forte è l'interazione tra i quark mediata dai gluoni.
La forza nucleare forte rende possibile l'esistenza del nucleo atomico.
Considerato un nucleo di un atomo qualsiasi, esso sarà composto da un numero di protoni pari al numero atomico e da un numero di neutroni pari al numero di massa diminuito del numero atomico. Essendo i protoni carichi positivamente (carica: +-e, con e carica elettrica negativa dell'elettrone), se sono presenti, in uno stesso nucleo, due o più protoni, questi tenderanno a respingersi per azione della forza elettromagnetica repulsiva che si instaura tra corpi elettricamente carichi con carica elettrica dello stesso segno.
Un nucleo in cui agisse solo la forza elettromagnetica sarebbe destinato ad essere distrutto da queste forze repulsive. L'azione di allontanamento operata dai neutroni, elettricamente neutri, è comunque limitata. Il fatto che il nucleo continui ad esistere è dovuto all'azione attrattiva operata dalla forza nucleare forte.
Questa forza fa uso, come mediatori di forza, dei gluoni. Essi svolgono un'azione "collante" (da cui il nome: glue=colla) tra i quark che compongono il nucleo.
Ogni quark possiede infatti una carica di colore, che cambia continuamente trasferendo gluoni (composti da un colore ed un anticolore) ad altri quark.
Tale condivisione di gluoni genera un campo attrattivo che si oppone alle forze elettriche repulsive. La forza nucleare forte fu originariamente ipotizzata da Enrico Fermi la cui lagrangiana che descrive l' interazione dei quark mediata dai gluoni è riportata qua sotto.
Aldo
30/07/08
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FORZA NUCLEARE FORTE
Diagramma di flusso delle uguaglianze delle Esistenze 1 - 2 - 3
Con il seguenete diagramma di flusso intendo chiarire meglio il concetto riguardante le similitudini tra l’ Esistenza 1 e le Esistenze 2 – 3 entrambi costruite con i medesimi mattoni (Protoni).
L’esempio evidenziato come Esistenza 1 è quello di un impianto di sollevamento idrico mediante gruppo elettropompa che lavora alle stesse condizioni della circolazione sanguinea nella materia vivente dell’Esistenza 3 come descritto dettagliatamente a partire dal concetto 47 Bis.
L’esempio evidenziato come Esistenza 1 è quello di un impianto di sollevamento idrico mediante gruppo elettropompa che lavora alle stesse condizioni della circolazione sanguinea nella materia vivente dell’Esistenza 3 come descritto dettagliatamente a partire dal concetto 47 Bis.
UGUAGLIANZE TRA L’ESISTENZA N. 3 COMPOSTA (A PARTIRE DA SINISTRA) IL PROGETTISTA CAV. ALDO GARIGLIETTO BRACHET, IL MONTATORE SCALABRIN E IL COLLAUDATORE CARIGNANO E L’ESISTENZA 1 COMPOSTA DA POMPA CENTRIFUGA VERTICALE DA 28 POLLICI PER IRRIGAZIONE A SCORRIMENTO COME DA DIAGRAMMA DI FLUSSO SEGUENTE
50-DIO SI E FATTO UOMO CORRISPONDE ALL'INFINITO CHE SI E FATTO FINITO
50-DIO SI E FATTO UOMO CORRISPONDE ALL'INFINITO CHE SI E FATTO FINITO
TUTTI I NUMERI REALI E LE LORO RAMIFICAZIONI
I numeri REALI possono esser INTERI e NON INTERI sono modi diversi per indicare lo stesso tipo di numero).
I numeri INTERI, o Naturali, sono:1, 2, 3, …798,…9375,… e sempre crescendo di uno senza mai fermarsi.
L’ insieme dei numeri interi ha il livello d’ Infinito detto Numerabile e designato da Cantor con “aleph-zero”
Gli INTERI possono essere PARI e DISPARI.
I numeri PARI sono tutti divisibili per due, nessuno di essi può quindi essere numero PRIMO, eccetto il Due stesso.
I DISPARI possono essere divisibili per altri numeri (quindi non PRIMI), oppure indivisibili (quindi numeri PRIMI)
I NON INTERI possono essere RAZIONALI e IRRAZIONALI
I numeri RAZIONALI sono il risultato di una divisione tra due numeri interi.
Esempio: 375/9284, e così via.
Un numero razionale è caratterizzato da una proprietà di regolarità, dopo la virgola.
Esempio di numero razionale: 1/3 = 0,333…dopo la virgola si ripete il numero 3, senza mai fermarsi. L’insieme dei numeri razionali è dotato della proprietà che fra due numeri razionali qualsiasi ve ne sono sempre Infiniti altri.
Proprietà questa che viene espressa dai matematici col dire che l’Insieme è DENSO ma non CONTINUO. Infatti il livello d’Infinito dell’Insieme dei numeri razionali è aleph-zero.
Mentre il livello dell’Insieme Continuo è ALEPH-UNO.
I numeri irrazionali sono quei numeri reali che non sono razionali. Cioè quelli la cui rappresentazione decimale non termina né è periodica (Esempi: 0.1010010001000001... oppure p), sono quindi quelli che non possono essere scritti come quoziente di due numeri interi.
Un esempio di numero irrazionale è il famoso pi-greco che rappresenta la scoperta dei Greci sul rapporto tra la circonferenza e il diametro di un cerchio che non cambia mai comunque si aumentano o diminuiscono le dimensioni del cerchio. Oggi il valore di pi-greco è noto con enorme precisione. Si tratta di un NUMERO IRRAZIONALE detto TRASCENDENTE.
A un numero IRRAZIONALE che può essere espresso come una soluzione di un’equazione algebrica, e cioè un’espressione con un numero finito di termini, si dà il nome di IRRAZIONALE ALGEBRICO.
Ci sono però numeri IRRAZIONALI che non possono essere il risultato della soluzione di un’equazione algebrica. In questo caso il numero viene chiamato IRRAZIONALE TRASCENDENTE
Le potenze d’Infinito sono indicate nei vari casi. Per esempio: l’Infinito dei numeri PARI è aleph-zero. L’ Insieme Infinito dei numeri TRASCENDENTI è aleph-uno.
I numeri REALI sono l’Insieme di tutti i numeri
Finora ho trattato solo dei numeri positivi.
Trattare lo zero e i numeri negativi non porta a nulla di nuovo sui livelli d’Infinto-
I numeri REALI possono esser INTERI e NON INTERI sono modi diversi per indicare lo stesso tipo di numero).
I numeri INTERI, o Naturali, sono:1, 2, 3, …798,…9375,… e sempre crescendo di uno senza mai fermarsi.
L’ insieme dei numeri interi ha il livello d’ Infinito detto Numerabile e designato da Cantor con “aleph-zero”
Gli INTERI possono essere PARI e DISPARI.
I numeri PARI sono tutti divisibili per due, nessuno di essi può quindi essere numero PRIMO, eccetto il Due stesso.
I DISPARI possono essere divisibili per altri numeri (quindi non PRIMI), oppure indivisibili (quindi numeri PRIMI)
I NON INTERI possono essere RAZIONALI e IRRAZIONALI
I numeri RAZIONALI sono il risultato di una divisione tra due numeri interi.
Esempio: 375/9284, e così via.
Un numero razionale è caratterizzato da una proprietà di regolarità, dopo la virgola.
Esempio di numero razionale: 1/3 = 0,333…dopo la virgola si ripete il numero 3, senza mai fermarsi. L’insieme dei numeri razionali è dotato della proprietà che fra due numeri razionali qualsiasi ve ne sono sempre Infiniti altri.
Proprietà questa che viene espressa dai matematici col dire che l’Insieme è DENSO ma non CONTINUO. Infatti il livello d’Infinito dell’Insieme dei numeri razionali è aleph-zero.
Mentre il livello dell’Insieme Continuo è ALEPH-UNO.
I numeri irrazionali sono quei numeri reali che non sono razionali. Cioè quelli la cui rappresentazione decimale non termina né è periodica (Esempi: 0.1010010001000001... oppure p), sono quindi quelli che non possono essere scritti come quoziente di due numeri interi.
Un esempio di numero irrazionale è il famoso pi-greco che rappresenta la scoperta dei Greci sul rapporto tra la circonferenza e il diametro di un cerchio che non cambia mai comunque si aumentano o diminuiscono le dimensioni del cerchio. Oggi il valore di pi-greco è noto con enorme precisione. Si tratta di un NUMERO IRRAZIONALE detto TRASCENDENTE.
A un numero IRRAZIONALE che può essere espresso come una soluzione di un’equazione algebrica, e cioè un’espressione con un numero finito di termini, si dà il nome di IRRAZIONALE ALGEBRICO.
Ci sono però numeri IRRAZIONALI che non possono essere il risultato della soluzione di un’equazione algebrica. In questo caso il numero viene chiamato IRRAZIONALE TRASCENDENTE
Le potenze d’Infinito sono indicate nei vari casi. Per esempio: l’Infinito dei numeri PARI è aleph-zero. L’ Insieme Infinito dei numeri TRASCENDENTI è aleph-uno.
I numeri REALI sono l’Insieme di tutti i numeri
Finora ho trattato solo dei numeri positivi.
Trattare lo zero e i numeri negativi non porta a nulla di nuovo sui livelli d’Infinto-
Ho descritto nei precedenti 49 concetti le quantità chiave delle Esistenze 1, 2 e 3, Spazio,Tempo, Massa, Cariche, Spin, esprimendole in numeri grandi, grandissimi. Mai dall’infinito.
Il mondo che ci circonda è fatto da tante cose: tutte finite.
Eppure l’uomo da tempo memorabile, ha concepito l’infinito.
C’è chi ne è rimasto sconcertato; chi lo ha relegato tra le cose assurde. E chi ha cercato di capirlo.
Per capire l’Infinito Assoluto, e quindi Colui che ha fatto il mondo e che l’opinione pubblica ha dato il nome di Dio, è necessaria un’opera di astrazione mentale molto profonda.
Bisogna rendersi conto che tutto quanto noi sappiamo delle cose finite, vale per le cose finite. Non per quelle Infinite,
L’Infinito, infatti non appartiene a questo mondo. I nostri sensi sono abituati a tutto ciò che fa parte della nostra vita quotidiana. Il finito è attorno a noi. Il nostro corpo, gli oggetti del mondo che ci circonda, sono tutte cose finite. Tutte cose che hanno un inizio e una fine.
Un mondo fatto di cose Infinite non esiste nel reale. Esso esiste quale prodotto del nostro intelletto. Nessuno può proibire a noi di ragionare in modo rigoroso con quantità Infinite. Dobbiamo evitare, usare per queste quantità, concetti e esperienze, che hanno le loro radici nelle cose finite. In quelle cose cioè che fanno il mondo reale e materiale, a noi tanto famigliare.Scoprire che lo studio di entità Infinite porti in contrasto con le esperienze della vita quotidiana non deve sorprenderci. Nel mondo delle cose Infinite, una parte ha i titoli per essere equivalente al tutto. Un pezzettino d’Infinito è tanto grande quanto tutto l’Infinito. Se così non fosse dovremmo preoccuparci di avere tanto divagato e pensato mondi diversi, senza renderci conto che stavamo solo ripetendo le stesse esperienze, le stesse conclusioni, apprese studiando le cose finite. E invece no. Abbiamo scoperto un nuovo mondo: quello dell’Infinito. Le sue regole debbono essere totalmente diverse da quelle a noi familiari
CON L’INFINITO TRE PER TRE NON FA NOVE MA SEMPRE TRE E L’ENERGIA DELLA CELEBRE FORMULA DI ENSTEIN NON CORRISPONDE PIU ALLA MASSA PER LA VELOCITA DELLA LUCE AL QUADRATO MA SOLO ED ESCLUSIVAMENTE ALL’ENERGIA ASSOLUTA
Nella matematica, quindi, il limite che separa IL Finito dall’Infinito Assoluto e proprio il PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE oltre al quale la matematica cessa di funzionare.
A questo punto, prima di addentrarmi a descrivere dettagliatamente la Sintesi sui livelli d’INFINITO del suddetto flowchart, intendo sottolineare, a chi ha avuto la pazienza di seguirmi in questo mio lungo progetto, che, contrariamente a quello che spesso viene detto, la Matematica dell’Infinito non mette in crisi il concetto di Dio.
Infatti il concetto di Infinito Assoluto sfugge totalmente all’analisi e al rigore logico-mtematico.
Il grande sviluppo del pensiero matematico porta a scoprire una realtà concettuale che sta al di sopra di tutta la Matematica.
L’INFINITO ASSOLUTO.
Questa realtà, assolutamente astratta, e pure concepita in termini di totale rigore logico, nessun intelletto umano potrà mai conquistarla.
Esattamente come avviene nella Scienza: nessun scienziato potrà mai capire fino in fondo il GRANDE DISEGNO che resterà sempre al di sopra di tutta la Scienza, esattamente come l’INFINITO ASSOLUTO sta al di sopra di tutta la Matematica.
Questa costante aspirazione dell’uomo a voler capire, sia tramite il rigore logico-matematico, sia attraverso l’indagine rigorosamente scientifica della realtà, quello che Galilei, Newton, Eistein e Plance amavano chiamare il GRANDE DISEGNO di Colui che ha fatto il mondo, resterà nei secoli la testimonianza più bella, nell’immanente, dei valori di materia vivente.
Colui che ha fatto il mondo, ci ha dato il privilegio di entrare nella stanza dei bottoni: la dove sono custodite le Leggi Fondamentali della Natura.
La Matematica opera con l’Infinto Potenziale e con i TRANSFINITI. E li conquista dando all’uomo una delle più grandi conquiste intellettuali di tutti i tempi.
Contrariamente a quello che si è pensato per secoli e secoli, l’Infinito non porta a nessuna contraddizione logica. Esso quindi esiste, in senso rigorosamente logico-matematico, e fa parte integrante della nostra esistenza. Esattamente come parte della nostra esistenza sono le Leggi Fondamentali della Natura.
A questa forma di materia vivente detta uomo è dato il privilegio,
unico, di capire queste straordinarie verità.
Coloro i quali pensano che tra l’uomo e le altre forme di materia vivente non ci sia, in fondo, alcuna differenza, farebbero bene a riflettere sull’Infinito e sulla esistenza delle Leggi Fondamentali della Natura.
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Il mondo che ci circonda è fatto da tante cose: tutte finite.
Eppure l’uomo da tempo memorabile, ha concepito l’infinito.
C’è chi ne è rimasto sconcertato; chi lo ha relegato tra le cose assurde. E chi ha cercato di capirlo.
Per capire l’Infinito Assoluto, e quindi Colui che ha fatto il mondo e che l’opinione pubblica ha dato il nome di Dio, è necessaria un’opera di astrazione mentale molto profonda.
Bisogna rendersi conto che tutto quanto noi sappiamo delle cose finite, vale per le cose finite. Non per quelle Infinite,
L’Infinito, infatti non appartiene a questo mondo. I nostri sensi sono abituati a tutto ciò che fa parte della nostra vita quotidiana. Il finito è attorno a noi. Il nostro corpo, gli oggetti del mondo che ci circonda, sono tutte cose finite. Tutte cose che hanno un inizio e una fine.
Un mondo fatto di cose Infinite non esiste nel reale. Esso esiste quale prodotto del nostro intelletto. Nessuno può proibire a noi di ragionare in modo rigoroso con quantità Infinite. Dobbiamo evitare, usare per queste quantità, concetti e esperienze, che hanno le loro radici nelle cose finite. In quelle cose cioè che fanno il mondo reale e materiale, a noi tanto famigliare.Scoprire che lo studio di entità Infinite porti in contrasto con le esperienze della vita quotidiana non deve sorprenderci. Nel mondo delle cose Infinite, una parte ha i titoli per essere equivalente al tutto. Un pezzettino d’Infinito è tanto grande quanto tutto l’Infinito. Se così non fosse dovremmo preoccuparci di avere tanto divagato e pensato mondi diversi, senza renderci conto che stavamo solo ripetendo le stesse esperienze, le stesse conclusioni, apprese studiando le cose finite. E invece no. Abbiamo scoperto un nuovo mondo: quello dell’Infinito. Le sue regole debbono essere totalmente diverse da quelle a noi familiari
CON L’INFINITO TRE PER TRE NON FA NOVE MA SEMPRE TRE E L’ENERGIA DELLA CELEBRE FORMULA DI ENSTEIN NON CORRISPONDE PIU ALLA MASSA PER LA VELOCITA DELLA LUCE AL QUADRATO MA SOLO ED ESCLUSIVAMENTE ALL’ENERGIA ASSOLUTA
Nella matematica, quindi, il limite che separa IL Finito dall’Infinito Assoluto e proprio il PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE oltre al quale la matematica cessa di funzionare.
A questo punto, prima di addentrarmi a descrivere dettagliatamente la Sintesi sui livelli d’INFINITO del suddetto flowchart, intendo sottolineare, a chi ha avuto la pazienza di seguirmi in questo mio lungo progetto, che, contrariamente a quello che spesso viene detto, la Matematica dell’Infinito non mette in crisi il concetto di Dio.
Infatti il concetto di Infinito Assoluto sfugge totalmente all’analisi e al rigore logico-mtematico.
Il grande sviluppo del pensiero matematico porta a scoprire una realtà concettuale che sta al di sopra di tutta la Matematica.
L’INFINITO ASSOLUTO.
Questa realtà, assolutamente astratta, e pure concepita in termini di totale rigore logico, nessun intelletto umano potrà mai conquistarla.
Esattamente come avviene nella Scienza: nessun scienziato potrà mai capire fino in fondo il GRANDE DISEGNO che resterà sempre al di sopra di tutta la Scienza, esattamente come l’INFINITO ASSOLUTO sta al di sopra di tutta la Matematica.
Questa costante aspirazione dell’uomo a voler capire, sia tramite il rigore logico-matematico, sia attraverso l’indagine rigorosamente scientifica della realtà, quello che Galilei, Newton, Eistein e Plance amavano chiamare il GRANDE DISEGNO di Colui che ha fatto il mondo, resterà nei secoli la testimonianza più bella, nell’immanente, dei valori di materia vivente.
Colui che ha fatto il mondo, ci ha dato il privilegio di entrare nella stanza dei bottoni: la dove sono custodite le Leggi Fondamentali della Natura.
La Matematica opera con l’Infinto Potenziale e con i TRANSFINITI. E li conquista dando all’uomo una delle più grandi conquiste intellettuali di tutti i tempi.
Contrariamente a quello che si è pensato per secoli e secoli, l’Infinito non porta a nessuna contraddizione logica. Esso quindi esiste, in senso rigorosamente logico-matematico, e fa parte integrante della nostra esistenza. Esattamente come parte della nostra esistenza sono le Leggi Fondamentali della Natura.
A questa forma di materia vivente detta uomo è dato il privilegio,
unico, di capire queste straordinarie verità.
Coloro i quali pensano che tra l’uomo e le altre forme di materia vivente non ci sia, in fondo, alcuna differenza, farebbero bene a riflettere sull’Infinito e sulla esistenza delle Leggi Fondamentali della Natura.
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Il posto d’onore, in questa straordinaria avventura dell’intelletto umano, spetta, a quanto asserisce il Prof. Anonino Zichichi nel suo libro “L’INFINITO”, a GEORG CANTOR.
E lui che ha saputo trovare le chiavi di quello che il grande matematico David Hilbert ha definito il “PARADISO DI CANTOR”
Ma la conquista dell’Infinito: questa affascinante avventura intellettuale, la più grande che il pensiero matematico sia riuscito a realizzare è stata intuita e manifestata fin dall’età di dodici anni da GESU DI NAZARET.
Come ampiamente ho descritto nel concetto 7, tutti erano in ammirazione per la sua sapienza e per le risposte che seppe dare ai dottori nel Tempio mentre li ascoltava e li interrogava su un argomento che, evidentemente, non poteva che stargli a cuore: la contraddizione sui libri, la Torah, i precetti, gli statuti e i misteri contenuti nei libri profetici.
Per tutta la vita Gesu di Nazaret ha proclamato, fino alla sua condanna a morte, che non insegnava una sua dottrina, ma quella di Colui che lo ha inviato ( l’INFINITO ASSOLUTO). “E se qualcuno vuole fare la volontà del Padre, riuscirà a distinguere da solo se ciò che io insegno viene da Dio o se parlo da me stesso”.
Ci sono voluti 1873 anni prima che Georg Cantor traducesse in termini matematici quanto Gesu di Nzaret intendeva dire con “CHI CREDE IN ME NON MORIRA IN ETERNO”.
Ed ecco qui di seguito la dimostrazione.
E lui che ha saputo trovare le chiavi di quello che il grande matematico David Hilbert ha definito il “PARADISO DI CANTOR”
Ma la conquista dell’Infinito: questa affascinante avventura intellettuale, la più grande che il pensiero matematico sia riuscito a realizzare è stata intuita e manifestata fin dall’età di dodici anni da GESU DI NAZARET.
Come ampiamente ho descritto nel concetto 7, tutti erano in ammirazione per la sua sapienza e per le risposte che seppe dare ai dottori nel Tempio mentre li ascoltava e li interrogava su un argomento che, evidentemente, non poteva che stargli a cuore: la contraddizione sui libri, la Torah, i precetti, gli statuti e i misteri contenuti nei libri profetici.
Per tutta la vita Gesu di Nazaret ha proclamato, fino alla sua condanna a morte, che non insegnava una sua dottrina, ma quella di Colui che lo ha inviato ( l’INFINITO ASSOLUTO). “E se qualcuno vuole fare la volontà del Padre, riuscirà a distinguere da solo se ciò che io insegno viene da Dio o se parlo da me stesso”.
Ci sono voluti 1873 anni prima che Georg Cantor traducesse in termini matematici quanto Gesu di Nzaret intendeva dire con “CHI CREDE IN ME NON MORIRA IN ETERNO”.
Ed ecco qui di seguito la dimostrazione.
Riassumo sull’Infinito, anzitutto con il flowchart riportato
all’inizio di questo concetto 50.
Esistono diversi livelli d’Infinito.
L’Infinito Potenziale, che si ottiene aggiungendo sempre qualcosa all’ultima enorme grandissima cosa già concepita: limite che non tocca mai l’Infinito, ma che a esso si avvicina, tanto quanto si vuole.
L’Infinito Attuale, che si ottiene considerandolo già esistente.
Esso è al di sopra di qualsiasi Infinito Potenziale.
Di infinito Attuale ne esistono tanti.
Il primo livello è quello dell’Infinito detto Numerabile: rappresentato per esempio, dall’Insieme Infinito dei numeri interi.
A esso Cantor ha dato il nome di “aleph-zero”.
Poi c’è l’Infinito detto Continuo, chiamato, da Cantor “alept-uno”.
Esso è rappresentato da tutti i punti di un segmento, anche piccolissimo, di linea, purchè non nullo.
Ovvero dai punti di una superficie, o di quelli di un volume.
Questo livello d’Infinito detto Continuo, è rappresentato non solo dall’Insieme Infinito dei punti di un segmento, di una superficie, o di un volume, ma anche, ed equipotentemente, dall’Insieme Infinito dei numeri reali.
Sempre restando nell’ambito dell’Infinito Attuale, quindi concepibile come già esistente in tutta la sua completezza, ci sono tanti, Infiniti livello di Infinito, sempre crescenti.
Il livello più potente del Continuo Cantor lo denotò con “aleph-due”.
Esso lo si può immaginare come il numero Infinito di tutte le linee geometriche.
Per i lìvelli ancora più potenti, “aleph-tre” ecc., non è facile immaginare Insieme Infiniti che li possono rappresentare in modo facilmente afferrabile, come i casi sopracitati per “aleph-zero”, “-uno” e “-due”.
A tutti gli Infiniti Attuali, Cantor dette il nome di Tranfiniti.
La possibilità di separare i diversi livelli d’Infinito, dipende dalla Matematica “Cantoriana” e “non- Cantoriana”.
C’è infine l’Infinito Assoluto, definito come non accessibile, quindi non determinabile, matematicamente.
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all’inizio di questo concetto 50.
Esistono diversi livelli d’Infinito.
L’Infinito Potenziale, che si ottiene aggiungendo sempre qualcosa all’ultima enorme grandissima cosa già concepita: limite che non tocca mai l’Infinito, ma che a esso si avvicina, tanto quanto si vuole.
L’Infinito Attuale, che si ottiene considerandolo già esistente.
Esso è al di sopra di qualsiasi Infinito Potenziale.
Di infinito Attuale ne esistono tanti.
Il primo livello è quello dell’Infinito detto Numerabile: rappresentato per esempio, dall’Insieme Infinito dei numeri interi.
A esso Cantor ha dato il nome di “aleph-zero”.
Poi c’è l’Infinito detto Continuo, chiamato, da Cantor “alept-uno”.
Esso è rappresentato da tutti i punti di un segmento, anche piccolissimo, di linea, purchè non nullo.
Ovvero dai punti di una superficie, o di quelli di un volume.
Questo livello d’Infinito detto Continuo, è rappresentato non solo dall’Insieme Infinito dei punti di un segmento, di una superficie, o di un volume, ma anche, ed equipotentemente, dall’Insieme Infinito dei numeri reali.
Sempre restando nell’ambito dell’Infinito Attuale, quindi concepibile come già esistente in tutta la sua completezza, ci sono tanti, Infiniti livello di Infinito, sempre crescenti.
Il livello più potente del Continuo Cantor lo denotò con “aleph-due”.
Esso lo si può immaginare come il numero Infinito di tutte le linee geometriche.
Per i lìvelli ancora più potenti, “aleph-tre” ecc., non è facile immaginare Insieme Infiniti che li possono rappresentare in modo facilmente afferrabile, come i casi sopracitati per “aleph-zero”, “-uno” e “-due”.
A tutti gli Infiniti Attuali, Cantor dette il nome di Tranfiniti.
La possibilità di separare i diversi livelli d’Infinito, dipende dalla Matematica “Cantoriana” e “non- Cantoriana”.
C’è infine l’Infinito Assoluto, definito come non accessibile, quindi non determinabile, matematicamente.
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GESU DI NAZARET E GEORG CANTOR, entrambi, a loro modo, padri in epoche diverse di un Insieme, talmente infinito da non potere essere descritto, contato, controllato, con l’Infinità dei numeri naturali e per questo considerate prive di senso e quindi perseguitate per quanto riguarda Gesu di Nazaret da un mondo ebraico diviso tra fede nella risurrezione dei morti e credenza in un limbo in cui tutti defunti vivono infelici come larve di mosca e per quello che riguarda Georg Cantor, addirittura da una grande autorità matematica del secolo diciannovesimo : Leopold Kronecker.
Incredibile! Entrambi padri dell’infinito continuo che hanno, sia uno che l’altro, dato all’uomo una prova così straordinaria della loro straordinaria potenza intellettuale costretti a subire una fine tanto amara.
Gesu di Nazaret condannato a morte tramite crocifissione e Georg Cantor, terribilmente dispiaciuto per questi giudizi cosi critici finire i suoi giorni in una clinica psichiatrica.
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Incredibile! Entrambi padri dell’infinito continuo che hanno, sia uno che l’altro, dato all’uomo una prova così straordinaria della loro straordinaria potenza intellettuale costretti a subire una fine tanto amara.
Gesu di Nazaret condannato a morte tramite crocifissione e Georg Cantor, terribilmente dispiaciuto per questi giudizi cosi critici finire i suoi giorni in una clinica psichiatrica.
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Il concetto di Continuo è basato sul fatto che l’Infinità dei punti contenuta in un segmento piccolo a piacere, purchè non nullo, è più numerosa dell’Infinito Numerabile.
Il raggio del protone è sette centesimi di millesimo di miliardesimo di centimetro: R x 1014 cm. Al di sotto di questa distanza ha inizio la Fisica Subnucleare. La più piccola distanza oggi studiata dai Fisici tocca il millesimo del raggio protonico. Anche entro questa piccolissima frazione di segmento è possibile immaginare un numero Infinito di punti. Punti che costituiscono, anch’essi, un Insieme di potenza superiore al Numerabile.
Il 12 dicembre 1873 Georg Cantor scopre che la POTENZA DEL CONTINUO E SUPEIORE ALLA POTENZA DEL NUMERABILE.
L’uomo ha così toccato uno dei traguardi più straordinari nello studio della proclamazione della VITA ETERNA DI GESU DI NAZARET.
“Contare, uno, due, tre, quattro…., vuol dire costruire un Infinito la cui vastità ( o per dirla come ha fatto Cantor “POTENZA”) è meno potente di quella che si ottiene contando non soltanto con i numeri interi e con quelli razionali, ma con tutti i numeri.
Tra due numeri razionali qualsiasi, per esempio 2,75431 e 2,75432, ce n’è sempre un’Infinità di altri.
Una parte sarà NUMERABILE.
Un’altra parte sarà più potente e rappresenta il CONTINUO.
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L’uomo ha così toccato uno dei traguardi più straordinari nello studio della proclamazione della VITA ETERNA DI GESU DI NAZARET.
“Contare, uno, due, tre, quattro…., vuol dire costruire un Infinito la cui vastità ( o per dirla come ha fatto Cantor “POTENZA”) è meno potente di quella che si ottiene contando non soltanto con i numeri interi e con quelli razionali, ma con tutti i numeri.
Tra due numeri razionali qualsiasi, per esempio 2,75431 e 2,75432, ce n’è sempre un’Infinità di altri.
Una parte sarà NUMERABILE.
Un’altra parte sarà più potente e rappresenta il CONTINUO.
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Passando dai numeri alla loro rappresentazione geometrica, possiamo vedere, con un po’ di fantasia, l’enorme differenza che c’è se saltiamo da un punto qualsiasi del segmento a un altro punto qualsiasi; o se invece percorriamo in modo continuo lo stesso segmento.
Dal Vangelo canonico secondo Marco si legge che Gesù di Nazaret con solo cinque pani e due pesci riuscì a sfamare cinquemila uomini.
Questo fatto è sempre stato considerato irrealistico in quanto non si riesce a concepire come si possa inventare un Insieme talmente Infinito da non potere essere descritto, contato, controllato con l’infinità dei numeri naturali .
Come ho già detto in precedenza l’Infinito è drasticamente diverso dal finito e lo si misura solo con un altro Insieme Infinito
Questo Infinito di riferimento è stato finora il Numerabile.
Questo fatto è sempre stato considerato irrealistico in quanto non si riesce a concepire come si possa inventare un Insieme talmente Infinito da non potere essere descritto, contato, controllato con l’infinità dei numeri naturali .
Come ho già detto in precedenza l’Infinito è drasticamente diverso dal finito e lo si misura solo con un altro Insieme Infinito
Questo Infinito di riferimento è stato finora il Numerabile.
Vediamo come esempio le mani della figura in alto. Tante dita ha la mano destra, quante ne ha la mano sinistra.
Solo cinque erano i pani e solo due erano i pesci che Gesù di Nazaret aveva a disposizione per sfamare cinquemila uomini.
Insomma tra numeri e dita della mano destra e sinistra si è stabilita quella che i matematici chiamano una corrispondenza biunivoca.
Lo stesso vale per i pani e per i pesci.
Però, Attenzione !
Il fatto che le mani abbiano ciascuna cinque dita e che i pani sono cinque e i pesci sono due, è un dettaglio di poco conto.Nessuno ci impedisce di immaginare la mano destra e sinistra con un numero Infinito di dita.
E Infiniti i pani e i pesci.Il fatto che dita, pani e pesci siano infiniti, non ci impedisce di fare corrispondere a ciascuno dito, ciascuno pane e ciascun pesce un numero naturale fino all’infinto.
Supponiamo di scoprire durante questa laboriosa corrispondenza che tra un dito, un pane e un pesce ci stanno altre dita, altri pani e altri pesci che contandoli ci accorgiamo che sono un numero infinito di dita, di pani e di pesci.
Non ci troviamo di fronte a un infinito di potenza superiore in quanto la somma infinita di Infiniti Insieme, infinitamente numerabili, è sempre lo stesso Infinito Numerabile.
Non basta che tra due dita, due pani, due pesci ci sia sempre un numero infinito di dita, di pani e di pesci.
E’ necessario che questo Infinito numero di dita, di pani e di pesci non sia possibile numerarlo.
E’ ovvio che l’esempio Infinito delle dita, dei pani e dei pesci serve soltanto a rendere il problema facilmente visualizzabile.
Ma induce in errore.
Bisognerebbe immaginare delle dita, dei pani e dei pesci che al solo sguardo, potrebbero dividersi in un numero altrettanto di altre dita, di altri pani e di altri pesci.
Certamente sappiamo che ciascun dito, ciascun pane e ciascun pesce è sempre una cosa finita, quantitativamente ben nota, insomma quantizzata.
C’è però una realtà che obbedisce in modo rigoroso a quanto descritto: IL CONCETTO DEL CONTINUO BASATO SUL FATTO CHE L’INFINITA DI PUNTI CONTENUTA IN UN SEGMENTO PICCOLO A PIACERE, PURCHE NON NULLO, E’ PIU NUMEROSA DELL’INFINITO NUMERABILE (vedi figura sopra del raggio del Protone) .
Sarà così che Cantor scoprirà nel 1873 la ragione della missione di Gesù di Nazaret.
E cioè: che la potenza infinita del Continuo è superiore a quella del Numerabile.
Dopo migliaia di anni l’intelletto dell’uomo riuscirà quindi a toccare uno dei traguardi più prestigiosi del pensiero di tutti i tempio:stabilire che non esiste un solo livello di Infinito.
Quello del Numerabile è il primo livello. Ed esso è meno potente del Continuo.
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Solo cinque erano i pani e solo due erano i pesci che Gesù di Nazaret aveva a disposizione per sfamare cinquemila uomini.
Insomma tra numeri e dita della mano destra e sinistra si è stabilita quella che i matematici chiamano una corrispondenza biunivoca.
Lo stesso vale per i pani e per i pesci.
Però, Attenzione !
Il fatto che le mani abbiano ciascuna cinque dita e che i pani sono cinque e i pesci sono due, è un dettaglio di poco conto.Nessuno ci impedisce di immaginare la mano destra e sinistra con un numero Infinito di dita.
E Infiniti i pani e i pesci.Il fatto che dita, pani e pesci siano infiniti, non ci impedisce di fare corrispondere a ciascuno dito, ciascuno pane e ciascun pesce un numero naturale fino all’infinto.
Supponiamo di scoprire durante questa laboriosa corrispondenza che tra un dito, un pane e un pesce ci stanno altre dita, altri pani e altri pesci che contandoli ci accorgiamo che sono un numero infinito di dita, di pani e di pesci.
Non ci troviamo di fronte a un infinito di potenza superiore in quanto la somma infinita di Infiniti Insieme, infinitamente numerabili, è sempre lo stesso Infinito Numerabile.
Non basta che tra due dita, due pani, due pesci ci sia sempre un numero infinito di dita, di pani e di pesci.
E’ necessario che questo Infinito numero di dita, di pani e di pesci non sia possibile numerarlo.
E’ ovvio che l’esempio Infinito delle dita, dei pani e dei pesci serve soltanto a rendere il problema facilmente visualizzabile.
Ma induce in errore.
Bisognerebbe immaginare delle dita, dei pani e dei pesci che al solo sguardo, potrebbero dividersi in un numero altrettanto di altre dita, di altri pani e di altri pesci.
Certamente sappiamo che ciascun dito, ciascun pane e ciascun pesce è sempre una cosa finita, quantitativamente ben nota, insomma quantizzata.
C’è però una realtà che obbedisce in modo rigoroso a quanto descritto: IL CONCETTO DEL CONTINUO BASATO SUL FATTO CHE L’INFINITA DI PUNTI CONTENUTA IN UN SEGMENTO PICCOLO A PIACERE, PURCHE NON NULLO, E’ PIU NUMEROSA DELL’INFINITO NUMERABILE (vedi figura sopra del raggio del Protone) .
Sarà così che Cantor scoprirà nel 1873 la ragione della missione di Gesù di Nazaret.
E cioè: che la potenza infinita del Continuo è superiore a quella del Numerabile.
Dopo migliaia di anni l’intelletto dell’uomo riuscirà quindi a toccare uno dei traguardi più prestigiosi del pensiero di tutti i tempio:stabilire che non esiste un solo livello di Infinito.
Quello del Numerabile è il primo livello. Ed esso è meno potente del Continuo.
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Gesù di Nazaret, come ho cerato di dire e dimostrare lungo tutto il percorso di questo mio progetto, è stato il primo essere appartenente all’ ESISTENZA 3 A RIVELARE L’ESISTENZA DELL’ INFINITO ASSOLUTO DA LUI DEFINITO “IL PADRE CHE MI HA MANDATO”
Quindi quello che fù il grande colpo è stato quello di avere con la sua esistenza fisica quantizzata (finita) dichiarato di discendere direttamente dall’INFINITO ASSOLUTO.
Se così fosse, dovremmo concludere che siamo APPENA AI PRIMI PASSI NEL CAPIRE LA REALTA FISICA.
Identificare quantità fisiche fondamentali che possono avere le loro radici nei livelli d’Infinto (aleph-zero, aleph-uno, aleph-due, ec.) è un problema che esula
totalmente dalla Fisica Teorica contemporanea.
Anzi, come sostiene il prof. ANTONINO ZICHICHI, nel suo libro “L’INFINITO” è probabile che l’Infinito non entrerà mai nella descrizione dei fenomeni fisici. Oggi è cosi.
I numeri razionali e la sottrazione di quantità tendenti all’Infinito sono le uniche realtà su cui si basa la conoscenza del Mondo Fisico. Altro che Infinito.
Non c’è traccia né di quello Potenziale, né di tutti gli altri livelli, che, da Cantor a oggi, hanno appassionato i cultori dell’Infinito Matematico.
IL CHE RENDE ANCORA PIU AFFASCINANTE L’IDEA CHE TUTTI NOI DELL’ESISTENZA 3 POSSIAMO CONCEPIRE L’INFINITO.
E con esso riuscire a lavorare in modo rigorosamente logico anche, e me lo auguro di vero cuore, con tutti Voi che avete avuto la pazienza di seguirmi in questo mio blog.
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Quindi quello che fù il grande colpo è stato quello di avere con la sua esistenza fisica quantizzata (finita) dichiarato di discendere direttamente dall’INFINITO ASSOLUTO.
Se così fosse, dovremmo concludere che siamo APPENA AI PRIMI PASSI NEL CAPIRE LA REALTA FISICA.
Identificare quantità fisiche fondamentali che possono avere le loro radici nei livelli d’Infinto (aleph-zero, aleph-uno, aleph-due, ec.) è un problema che esula
totalmente dalla Fisica Teorica contemporanea.
Anzi, come sostiene il prof. ANTONINO ZICHICHI, nel suo libro “L’INFINITO” è probabile che l’Infinito non entrerà mai nella descrizione dei fenomeni fisici. Oggi è cosi.
I numeri razionali e la sottrazione di quantità tendenti all’Infinito sono le uniche realtà su cui si basa la conoscenza del Mondo Fisico. Altro che Infinito.
Non c’è traccia né di quello Potenziale, né di tutti gli altri livelli, che, da Cantor a oggi, hanno appassionato i cultori dell’Infinito Matematico.
IL CHE RENDE ANCORA PIU AFFASCINANTE L’IDEA CHE TUTTI NOI DELL’ESISTENZA 3 POSSIAMO CONCEPIRE L’INFINITO.
E con esso riuscire a lavorare in modo rigorosamente logico anche, e me lo auguro di vero cuore, con tutti Voi che avete avuto la pazienza di seguirmi in questo mio blog.
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La grande intuizione di GEORG CANTOR nel avere tradotto in termini matematici quanto Gesù di Nazaret aveva annunciato con la sua predicazione al riguardo dell’ INFINITO ASSOLUTO, è stata formulata come quella di Talete che costruì in modo intuitivo la Geometria che venne, trecento anni dopo, assiomatizzata da Euclide.
L’Assioma della Scelta impiegato da Cantor senza che se ne rendesse conto, è un atto di fede sulla nostra capacità di scegliere fino all’infinito.
Cantor aveva pensato in un primo tempo di avere dimostrato che tra due livelli di Infinito (quello Numerabile e quello Continuo) NON POTEVA EISISTERE ALCUN ALTRO LIVELLO.
Questa dimostrazione dI Cantor verrà però contestata e sarà così che nel 1900 un grande matematico, DAVID HILBERT, porrà in prima linea, tra i grandi problemi da risolvere, la cosiddetta IPOTESI DEL CONTINUO.
E la soluzione verrà nel secolo ventesimo a opera di due tra i più grandi matematici di tutti i tempi : l’austriaco KURT GODEL e l’americano PAUL COHEN
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L’Assioma della Scelta impiegato da Cantor senza che se ne rendesse conto, è un atto di fede sulla nostra capacità di scegliere fino all’infinito.
Cantor aveva pensato in un primo tempo di avere dimostrato che tra due livelli di Infinito (quello Numerabile e quello Continuo) NON POTEVA EISISTERE ALCUN ALTRO LIVELLO.
Questa dimostrazione dI Cantor verrà però contestata e sarà così che nel 1900 un grande matematico, DAVID HILBERT, porrà in prima linea, tra i grandi problemi da risolvere, la cosiddetta IPOTESI DEL CONTINUO.
E la soluzione verrà nel secolo ventesimo a opera di due tra i più grandi matematici di tutti i tempi : l’austriaco KURT GODEL e l’americano PAUL COHEN
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KURT GODEL, nel 1931, scoprirà che, nell’ambio della Logica su cui si costruisce l’Aritmetica, esistono Affermazioni o Teoremi sui quali non è possibile decidere facendo crollare la CERTEZZA MATEMATICA di poter sempre dire: questo è vero, oppure, questo è falso.
Come ho gia detto nel concetto 27, il PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE ha una validità enorme. Grazie a Godel viene applicato, tra l’altro, anche alla grande opera di Bertrand Russelle e Alfred Whitehead: PRINCIPIA MATHEMATICA.
La strada per risolvere l’Ipotesi del Continuo, quindi, viene aperta con la nascita di due Matematiche. Quella in cui l’Ipotesi del Continuo vale. E un’altra in cui non vale.
Una nuova luce veniva proiettata sul grande quesito nato con Georg Canton: è, o no, vera l’Ipotesi del Continuo?
Ci sono voluti sessantacinque anni per avere la prima metà della risposta.
E quasi novanta anni per avere l’altra metà.
La prima metà della risposta arriva nel 1940 Grazie ancora Kurt Godel.
Egli dice: “Anzitutto precisiamo che gli Insieme Infiniti debbono essere distinti in due classi.
Quelli costruibili a partire da regole ben precise.
E quelli non costruibili”
Sappiamo, come ho più volte detto, che le Esistenze 1, 2 e 3 sono stati fatti con regole ben precise da Colui che ha fatto il mondo con i protoni, che sono gli autentici mattoni e chiameremo le tre Esistenze “sistemi costruibili”.
I sistemi “non costruibili” vanno immaginati come tutte quelle altre cose che non fanno parte delle Esistenze 1, 2 e 3.
Mucchi di protoni.
Godel prende in esame gli Insieme Infiniti “come costruibili”.
E riesce a dimostrare che è possibile distinguere tra un livello Infinito e il successivo.
Quindi.
Tra la potenza Infinita del Numerabile e quella del Continuo, non esiste potenza intermedia.
E’ un grande risultato che, da un lato, convalida il rigore del pensiero matematico nello studio dell’Infinito, Dall’altro, esso permette di dare una risposta precisa al grande quesito sulla esistenza di livelli intermedi tra diversi Infiniti.
Però è una risposta a metà.
Infatti, essa risolverebbe tutto, se accettiamo come valida questa affermazione: esistono soltanto gli insiemi costruibili.
E come dire: esistono solo le Esistenze 1, 2 e 3 costruite con regole ben precise,
con i protoni. (i mattoni).
Questo è assurdo!
Tutti i mucchi disordinati di protoni, messi insieme senza alcuna regola dovremmo dire che non esistono?.
Ecco perché la nuova scoperta di Godel rappresenta solo la metà della risposta, al quesito sollevato da Georg Cantor.
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Come ho gia detto nel concetto 27, il PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE ha una validità enorme. Grazie a Godel viene applicato, tra l’altro, anche alla grande opera di Bertrand Russelle e Alfred Whitehead: PRINCIPIA MATHEMATICA.
La strada per risolvere l’Ipotesi del Continuo, quindi, viene aperta con la nascita di due Matematiche. Quella in cui l’Ipotesi del Continuo vale. E un’altra in cui non vale.
Una nuova luce veniva proiettata sul grande quesito nato con Georg Canton: è, o no, vera l’Ipotesi del Continuo?
Ci sono voluti sessantacinque anni per avere la prima metà della risposta.
E quasi novanta anni per avere l’altra metà.
La prima metà della risposta arriva nel 1940 Grazie ancora Kurt Godel.
Egli dice: “Anzitutto precisiamo che gli Insieme Infiniti debbono essere distinti in due classi.
Quelli costruibili a partire da regole ben precise.
E quelli non costruibili”
Sappiamo, come ho più volte detto, che le Esistenze 1, 2 e 3 sono stati fatti con regole ben precise da Colui che ha fatto il mondo con i protoni, che sono gli autentici mattoni e chiameremo le tre Esistenze “sistemi costruibili”.
I sistemi “non costruibili” vanno immaginati come tutte quelle altre cose che non fanno parte delle Esistenze 1, 2 e 3.
Mucchi di protoni.
Godel prende in esame gli Insieme Infiniti “come costruibili”.
E riesce a dimostrare che è possibile distinguere tra un livello Infinito e il successivo.
Quindi.
Tra la potenza Infinita del Numerabile e quella del Continuo, non esiste potenza intermedia.
E’ un grande risultato che, da un lato, convalida il rigore del pensiero matematico nello studio dell’Infinito, Dall’altro, esso permette di dare una risposta precisa al grande quesito sulla esistenza di livelli intermedi tra diversi Infiniti.
Però è una risposta a metà.
Infatti, essa risolverebbe tutto, se accettiamo come valida questa affermazione: esistono soltanto gli insiemi costruibili.
E come dire: esistono solo le Esistenze 1, 2 e 3 costruite con regole ben precise,
con i protoni. (i mattoni).
Questo è assurdo!
Tutti i mucchi disordinati di protoni, messi insieme senza alcuna regola dovremmo dire che non esistono?.
Ecco perché la nuova scoperta di Godel rappresenta solo la metà della risposta, al quesito sollevato da Georg Cantor.
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Sembra banale ora dire che la scoperta di KURT GODEL si basa sul fatto che senza i mattoni non si possono costruire grattaceli, ponti, case, e mille altre cose obbedendo a precise regole, e che dai tempi di DEMOCRITO l’unico mattone che si conosceva era l’atomo, e che oggi, invece, la particella più piccola di cui è fatta ogni cosa al mondo, inclusi noi stessi, è il “mattone” protone che è lungi dall’essere Infinito e non è il frutto della fantasia umana, e che ha una longevità sperimentalmente misurata corrispondente all’unità seguita da 31 zeri.
Ma è proprio questo il messaggio che ci viene dall’Immanente, unitamente al fatto che né lo Spazio, né il Tempo sono in quantità Infinite.
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Ma è proprio questo il messaggio che ci viene dall’Immanente, unitamente al fatto che né lo Spazio, né il Tempo sono in quantità Infinite.
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Attenzione
Le regole servite da Colui che ha costruito le Esistenze 1, 2 e 3 e il resto del mondo con l’impiego dei protoni, in Matematica, sono dette Assiomi. E, a partire da un sistema di Assiomi, è possibile costruire Insieme Infiniti.
Ora, se qualcuno volesse usare i protoni per fare cose senza alcuna regola, tenendo, però, sempre presente l’enorme abisso concettuale che esiste tra cose finite e Insieme Infiniti, non è assolutamente accettabile sostenere che queste cose non esistono.
Kurt Godel ha prodotto la metà della risposta al quesito di Cantor in quanto ha raggruppato come Insiemi Infiniti costruibili tutti gli insiemi Infiniti costruiti sulla base di un unico modello costituito dal sistema di Assiomi detto di Zermelo- Fraenkel-Skolem.
Solo rispettando queste leggi viene considerato costruibile
Gli Insiemi Infiniti non costruibili è chiaro che non è facile da trattare in quanto ci saranno molti modelli ciascuno dei quali costruiti sempre con una nuova idea per evitare le leggi fissate: gli Assiomi.
In questa grande impresa si è distinto il grande matematico americano PAUL COHEN riuscendo a dimostrare che, con gli Infiniti non costruibili, non è possibile accettare l’ipotesi del Continuo.
Voglio ricordare ancora una volta a chi pazientemente mi legge che questa ipotesi dice: tra il livello del Numerabile e quello del Continuo non ci sta proprio nulla.
L’ipotesi Generalizzata del Continuo estende questo discorso a tutti i livelli di Infinito, per affermare che tra un livello d’Infinito e il successivo non ci sta mai nulla. Questa ipotesi non è valida per gli Insiemi Infiniti NON COSTRUIBILI.
Quando nel 1900 David Hilbert formulala la famosa lista dei problemi ai matematici di questo secolo non poteva certo pensare che la risposta all’Ipotesi del Continuo sarebbe stata tanto articolata
Oggi la stragrande maggioranza dei matematici accetta, e la Matematica Cantoriana, e quella-non Cantoriana.
Oggi c’è la Matematica Cantoriana e c’è quella –non Cntoriana; esattamente come in Geometria nessuno si scandalizza che oltre a quella di Euclide esiste anche la Geometria non di Euclide.
Si arriva così ai giorni nostri.
L’Infinito, pur mostrando nel mondo fisico alcuna parvenza di esistere, rappresenta per l’intelletto umano, una realtà rigorosamente logica.
Per la Matematica infatti ESISTERE VUOL DIRE non contraddirsi.
E L’Infinito in Matematica, non porta a contraddizioni.
PER LA FISICA NON BASTA il principio di non contraddizione. C’è anche bisogno di Spazio, Tempo, Massa-Energia, Cariche, Spin, oltre che di rigore logico.
L’ESISTENZA MATEMATICA HA, invece, solo bisogno di forza intellettuale, SENZA NECESSITA ALCUNA di riferirsi alla realtà fisica.
Il pensiero matematico prescinde da ciò che viene fuori attraverso l’indagine del Creato.
Ricavato da “L’INFINITO” del Prof. ANTONINO ZICHICHI
CV Aldo
27/8/09
Ora, se qualcuno volesse usare i protoni per fare cose senza alcuna regola, tenendo, però, sempre presente l’enorme abisso concettuale che esiste tra cose finite e Insieme Infiniti, non è assolutamente accettabile sostenere che queste cose non esistono.
Kurt Godel ha prodotto la metà della risposta al quesito di Cantor in quanto ha raggruppato come Insiemi Infiniti costruibili tutti gli insiemi Infiniti costruiti sulla base di un unico modello costituito dal sistema di Assiomi detto di Zermelo- Fraenkel-Skolem.
Solo rispettando queste leggi viene considerato costruibile
Gli Insiemi Infiniti non costruibili è chiaro che non è facile da trattare in quanto ci saranno molti modelli ciascuno dei quali costruiti sempre con una nuova idea per evitare le leggi fissate: gli Assiomi.
In questa grande impresa si è distinto il grande matematico americano PAUL COHEN riuscendo a dimostrare che, con gli Infiniti non costruibili, non è possibile accettare l’ipotesi del Continuo.
Voglio ricordare ancora una volta a chi pazientemente mi legge che questa ipotesi dice: tra il livello del Numerabile e quello del Continuo non ci sta proprio nulla.
L’ipotesi Generalizzata del Continuo estende questo discorso a tutti i livelli di Infinito, per affermare che tra un livello d’Infinito e il successivo non ci sta mai nulla. Questa ipotesi non è valida per gli Insiemi Infiniti NON COSTRUIBILI.
Quando nel 1900 David Hilbert formulala la famosa lista dei problemi ai matematici di questo secolo non poteva certo pensare che la risposta all’Ipotesi del Continuo sarebbe stata tanto articolata
Oggi la stragrande maggioranza dei matematici accetta, e la Matematica Cantoriana, e quella-non Cantoriana.
Oggi c’è la Matematica Cantoriana e c’è quella –non Cntoriana; esattamente come in Geometria nessuno si scandalizza che oltre a quella di Euclide esiste anche la Geometria non di Euclide.
Si arriva così ai giorni nostri.
L’Infinito, pur mostrando nel mondo fisico alcuna parvenza di esistere, rappresenta per l’intelletto umano, una realtà rigorosamente logica.
Per la Matematica infatti ESISTERE VUOL DIRE non contraddirsi.
E L’Infinito in Matematica, non porta a contraddizioni.
PER LA FISICA NON BASTA il principio di non contraddizione. C’è anche bisogno di Spazio, Tempo, Massa-Energia, Cariche, Spin, oltre che di rigore logico.
L’ESISTENZA MATEMATICA HA, invece, solo bisogno di forza intellettuale, SENZA NECESSITA ALCUNA di riferirsi alla realtà fisica.
Il pensiero matematico prescinde da ciò che viene fuori attraverso l’indagine del Creato.
Ricavato da “L’INFINITO” del Prof. ANTONINO ZICHICHI
CV Aldo
27/8/09
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Matteo 24:35)
Ed Egli rispose:"A voi è stato concesso di conoscere i misteri del regno di Dio; agli altri invece per mezzo di parabole, affichè guardando
non vedano, e udendo non comprendano.
(Lucca, 8,10:11)
Aldo
03/03/2010
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Matteo 24:35)
Ed Egli rispose:"A voi è stato concesso di conoscere i misteri del regno di Dio; agli altri invece per mezzo di parabole, affichè guardando
non vedano, e udendo non comprendano.
(Lucca, 8,10:11)
Aldo
03/03/2010
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